Anna Foglietta: "Per noi attrici in Italia solo ruoli stereotipati"

Il j’accuse della protagonista di “Storia di una notte“, in uscita il 30 aprile "Arrivano proposte poco interessanti, sono costretta a dire tanti no".

Apr 22, 2025 - 07:27
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Anna Foglietta: "Per noi attrici in Italia solo ruoli stereotipati"

Il cinema ignora le donne, propone stereotipi, e per le attrici, superati i quarant’anni, diventa difficile trovare ruoli validi. Una decisa, appassionata denuncia, quella di Anna Foglietta, interprete tra le più brave e apprezzate, splendida quarantaseienne. Continua a dire tanti no, ma ha accettato il ruolo di Elisabetta nel film Storia di una notte di Paolo Costella, dal 30 aprile nelle sale. È una madre che, la notte della vigilia di Natale, a Cortina, trascorre ore di angoscia in ospedale dove il figlio è stato ricoverato dopo un grave incidente di sci. Un incubo che fa rivivere a lei e al marito (Giuseppe Battiston), da cui è separata, il dramma della perdita, avvenuta anni prima, di un altro figlio. Ma se il dolore li ha fatti allontanare, forse li aiuterà questa volta a ritrovarsi, anche grazie allo slancio vitale della figlia più piccola (Giulietta Rebeggiani).

Foglietta, cosa le è piaciuto di questa storia?

"Il coraggio di mettere in scena il dolore in un momento in cui il dolore è un tabù. Conosco famiglie che hanno attraversato questo tipo di lutto e mi ha sempre colpito la loro capacità di stare al mondo nonostante questa tremenda perdita. Generalmente, le persone che conosco hanno reagito continuando a commemorare la persona scomparsa fondando associazioni, piantando alberi. Nel nostro film, Elisabetta non ha avuto questa capacità, si è chiusa in una sorta di corazza che le rende difficile comunicare con gli altri come faceva prima, quando era una donna e una madre solare. È la figlia, estremamente vitale e volitiva, che con forza le impone una reazione. E poi c’è la natura, ci sono le montagne, la neve, che le fanno recuperare quella componente istintiva, quasi animalesca, di cui spesso ci dimentichiamo e invece così importante per ritrovare se stessi".

Difficile trovare ruoli interessanti?

"Sono sempre meno e quindi sto dicendo tantissimi no. È bello che quest’anno tra le candidate ai David di Donatello ci siano attrici tanto giovani, ma dimostra anche che ruoli interessanti per attrici della mia età non ce ne sono. I ruoli più belli sono stati per attrici di 30-35 anni".

A lei che ruoli propongono?

"Stereotipi. Mi auguro fortemente che ci siano sempre più autrici e registe perché abbiamo bisogno di sguardi femminili sul femminile, soprattutto in un tempo come questo in cui si parla tanto di parità di genere, di violenza di genere, di femminile, di patriarcato e bla bla bla. Abbiamo bisogno di cinema che ci restituisca e dia un senso a quello che stiamo vivendo, perché è angosciante, dilaniante. L’altro giorno sono andata in un centro antiviolenza, ad Amelia, e una ragazzina di 17 anni ha interrotto la nostra assemblea dicendo: “Io ho paura di crescere perché quello che vivo da un punto di vista emotivo è tremendo“. E secondo me il cinema, aldilà delle università, dei convegni e della letteratura, deve dare delle risposte".

Quando parla di stereotipi a quali figure femminili allude?

"A figure funzionali. Le donne vengono viste sempre soltanto in funzione di qualcosa, non in funzione di loro stesse e si fa fatica a trovare ritratti di donne che siano autosufficienti, autodeterminate. Non ci sono queste figure di donne. Si va sempre nella sfera della follia, della stravaganza. Il femminile è estremamente più colto, interessante e complesso di quello che viene rappresentato e questo è un gran peccato. Le sceneggiature che ricevo sono per lo più insoddisfacenti. Colpa anche dei produttori che, inseguendo presunte formule di film di successo, non accolgono progetti che talvolta alcuni autori propongono".

Perché non prova lei stessa a realizzare un film, come hanno già fatto tante sue colleghe?

"Ora sono molto impegnata sul fronte dell’attivismo come presidente dell’associazione “Every child is my child“ e come membro del comitato artistico di “Una nessuna centomila“. Cerchiamo con l’attivismo di cambiare questo sistema. Io per ora mi dedico a questo, altro potrà arrivare poi, a tempo debito".