Ancora morti sul lavoro: "Ormai è inaccettabile"

Il Pd lucchese chiede alla politica di "non sottrarsi alle proprie responsabilità" .

Apr 29, 2025 - 04:48
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Ancora morti sul lavoro: "Ormai è inaccettabile"

Non è ironia della sorte, quanto piuttosto un’amara statistica. In Toscana si muore anche durante la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. L’ennesima tragedia è avvenuta ieri in una cava di marmo a Carrara, quando l’operaio Paolo Lambruschi è precipitato mentre era alla guida di un dumper. Ma in Regione, lo scorso anno, si sono registrati ben 68 incidenti mortali sul lavoro, 11 dei quali proprio in provincia di Lucca, considerata tra le più pericolose per i lavoratori. Qui, nei primi mesi del 2025, sono già 3 le persone che hanno perso la vita da inizio anno, oltre 20 le vittime in tutta la Toscana.

"Morire di lavoro non è più accettabile – commentano dalla segreteria del Partito democratico di Lucca -. La sicurezza è un argomento delicato e di difficile soluzione, ma oggi la politica non può più sottrarsi dalle proprie responsabilità".

In questa direzione va dunque la nuova commissione istituita dalla Provincia per ascoltare, conoscere e promuovere una maggiore cultura e consapevolezza sulla sicurezza nei nuovi di lavoro. Un piccolo tassello che deve essere inserirsi all’interno di un sistema più ampio.

"Purtroppo, come si evince dagli ultimi eventi, sia a livello provinciale, regionale che nazionale, gli incidenti mortali avvengono in diversi comparti produttivi, con casistiche e dinamiche diverse, ma da tutti questi - uguali per l’esito, ma molto diversi tra loro - emerge la necessità di una maggiore consapevolezza e una migliore e maggiore cultura della sicurezza - proseguono -. Quella cultura richiamata a gran voce da tutti, ma poi allo stesso tempo da tutti dimenticata. La Regione e le sue Province abbracciano molti territori dove i comparti produttivi sono variegati, dove l’operatività è diversa, dove i comportamenti e le attenzioni devono essere diverse. E allora se vogliamo provare a incidere anche in minima parte, c’è il bisogno del contributo di tutte le amministrazioni, la necessità di una migliore e più ampia conoscenza, di un osservatorio più vicino e di un contatto diretto con il mondo del lavoro e tutti gli organi competenti, soprattutto con la scuola".

"C’è la necessita di iniziare proprio da qui, per poi proseguire nei luoghi di lavoro, per programmare percorsi formativi più inclusivi che guardino alla prevenzione piuttosto che alla repressione – concludono -. Un percorso che formi ragazzi e ragazze alla percezione del rischio per far crescere in loro, già da studenti, un nuovo approccio e una nuova consapevolezza sul tema della sicurezza. Solo così riusciremo a inserire piccoli ma decisivi tasselli a tutela della salute e della vita nei luoghi di lavoro".

Jessica Quilici