Addio buche sull’asfalto: arriva la strada che si ripara da sola in meno di un’ora
Le infrastrutture stradali sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, ma ogni anno le buche nell’asfalto causano danni, incidenti e costi elevatissimi di manutenzione. Una scoperta innovativa potrebbe però rivoluzionare questo scenario. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Swansea, del King’s College di Londra e dell’Università di Bío-Bío in Cile ha sviluppato un asfalto...

Le infrastrutture stradali sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, ma ogni anno le buche nell’asfalto causano danni, incidenti e costi elevatissimi di manutenzione. Una scoperta innovativa potrebbe però rivoluzionare questo scenario. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Swansea, del King’s College di Londra e dell’Università di Bío-Bío in Cile ha sviluppato un asfalto autoriparante in grado di ripararsi autonomamente in meno di un’ora dopo la formazione delle prime microfessure.
Il progetto, pubblicato sulla rivista ACS Applied Materials & Interfaces, sfrutta le spore di una pianta preistorica e l’olio di girasole, combinati con algoritmi di apprendimento automatico per prevenire la formazione delle tanto temute buche stradali.
Il bitume si rigenera da solo grazie alle spore di una felce antichissima e all’olio di girasole
I ricercatori hanno identificato una pianta perfetta per questo scopo: il licopodio in massue, una felce erbacea perenne le cui spore, una volta svuotate delle cellule riproduttive, possono essere riempite con olio di girasole tramite tecniche di incapsulamento sottovuoto e centrifugazione.
Queste microcapsule vegetali vengono poi mescolate al bitume per creare un asfalto capace di reagire in modo attivo alle sollecitazioni. Quando si formano delle microfessure, le spore si rompono, rilasciando l’olio che rigenera il materiale danneggiato, ripristinando la struttura del bitume senza necessità di interventi esterni.
I test di laboratorio hanno dimostrato che l’autoriparazione avviene in meno di 60 minuti, con un’efficacia sorprendente nella prevenzione delle buche nell’asfalto, uno dei problemi più diffusi e costosi per le amministrazioni pubbliche.
Un’idea che nasce dall’osservazione della natura e punta a strade più sostenibili
Il principio alla base di questa innovazione è la bioimitazione, cioè l’imitazione dei processi di guarigione presenti in natura. Come spiegato dal dottor Francisco Martin-Martinez, autore dello studio, «un albero o un animale guarisce naturalmente una ferita grazie alla propria biologia. Con questo asfalto vogliamo replicare quel meccanismo naturale di autorigenerazione».
Secondo i ricercatori, questa tecnologia potrebbe prolungare la vita utile delle strade, ridurre drasticamente gli interventi di manutenzione e dimezzare l’impatto ambientale legato alla continua produzione e posa di nuovi strati di bitume.
Il progetto è stato portato avanti anche dal dottor José Norambuena-Contreras, che ha mostrato in anteprima il composto ottenuto, tenendo in mano il mix di bitume e spore vegetali. Il risultato promette di trasformare radicalmente il futuro delle infrastrutture, rendendole più resistenti, sostenibili ed economiche.
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Fonte: pubs.acs.org
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