Arezzo senza frutta! In dieci anni sparito un albero su due. Il motivo? Un mix (letale) di fattori climatici, economici e ambientali

Mele, pesche, pere, albicocche, ciliegie, fichi: la frutta coltivata in provincia di Arezzo ha subito, nell’ultimo decennio, una drastica riduzione a causa di fattori climatici, economici e ambientali, con gravi ripercussioni sulle piccole imprese agricole. Si stima che sia scomparso addirittura un albero da frutto su due. A lanciare l’allarme è Coldiretti Arezzo, che ha...

Mag 11, 2025 - 15:10
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Arezzo senza frutta! In dieci anni sparito un albero su due. Il motivo? Un mix (letale) di fattori climatici, economici e ambientali

Mele, pesche, pere, albicocche, ciliegie, fichi: la frutta coltivata in provincia di Arezzo ha subito, nell’ultimo decennio, una drastica riduzione a causa di fattori climatici, economici e ambientali, con gravi ripercussioni sulle piccole imprese agricole. Si stima che sia scomparso addirittura un albero da frutto su due.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Arezzo, che ha analizzato i dati Istat diffusi in occasione del Macfrut di Rimini. In quell’occasione, la presidente Lidia Castellucci ha dichiarato:

L’aumento dei costi di produzione, i cambiamenti climatici, la concorrenza sleale internazionale, le pratiche sleali, l’arrivo di nuovi parassiti che colpiscono le piante come la cimice asiatica o la Drosophila Suzuki e la difficoltà di reperire manodopera sono l’insieme delle componenti che rendono la coltivazione di pere, mele, pesche non sempre remunerativa. A soffrire di più sono le piccole aziende agricole che hanno meno risorse per affrontare i costi e limitati sbocchi commerciali.

Castellucci ha ribadito la necessità di stabilire regole di mercato eque e trasparenti, che consentano alle aziende agricole italiane di sopravvivere alla concorrenza di prodotti esteri, spesso molto più economici per varie ragioni. In molti di questi paesi, infatti, non esistono tutele adeguate per i lavoratori agricoli, spesso sottopagati e sfruttati. Inoltre l’impiego intensivo di fitofarmaci è ancora largamente diffuso, a differenza dell’Italia, dove l’uso di queste sostanze è stato ridotto del 50% negli ultimi trent’anni, nel segno di un’agricoltura più equa, sostenibile e rispettosa della salute. È evidente, però, che i costi di produzione di queste due realtà non siano minimamente comparabili.

Alla concorrenza sleale si aggiunge il peso dei cambiamenti climatici, resi ancora più critici dai ritardi nella realizzazione degli invasi, infrastrutture fondamentali per garantire risorse idriche alle colture.

Infine, dichiara Coldiretti Arezzo, un ulteriore campanello d’allarme riguarda la drastica riduzione dei consumi di frutta e verdura da parte delle famiglie italiane. Una tendenza che, oltre a penalizzare il settore agricolo, mette a rischio anche la salute delle nuove generazioni.

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FONTE: Coldiretti Arezzo

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