Accesso, parcelle e reti: la spinta per l’avvocatura del futuro
La proposta. Nella riforma della legge forense messa a punto dal Consiglio nazionale esami semplificati (con l’inglese) e tirocini solo in studio. Diventa possibile rapportare il compenso ai risultati raggiunti Novità sul fronte dei compensi degli avvocati, con la possibilità di parametrare la parcella ai risultati. Modifiche al percorso di accesso alla professione, con il […] L'articolo Accesso, parcelle e reti: la spinta per l’avvocatura del futuro proviene da Iusletter.

La proposta. Nella riforma della legge forense messa a punto dal Consiglio nazionale esami semplificati (con l’inglese) e tirocini solo in studio. Diventa possibile rapportare il compenso ai risultati raggiunti
Novità sul fronte dei compensi degli avvocati, con la possibilità di parametrare la parcella ai risultati. Modifiche al percorso di accesso alla professione, con il tirocinio negli studi legali che torna ad avere un ruolo centrale e la frequenza obbligatoria delle scuole forensi. Stabilizzazione dell’esame nella formula post Covid, con l’aggiunta della verifica della conoscenza dell’inglese. E disciplina ad hoc per il nuovo contratto di rete, per permettere forme di aggregazione più agili.
Sono alcuni degli interventi con cui la proposta di riforma dell’ordinamento forense, elaborata dal Consiglio nazionale forense e presentata nei giorni scorsi agli Ordini territoriali e alle Unioni, punta a delineare il futuro della professione, superando l’attuale legge 247/2012.
«Quando abbiamo avviato i lavori per elaborare la riforma – ricorda il presidente del Cnf, Francesco Greco – ho chiesto a tutti uno sforzo per guardare avanti e pensare a come dovranno muoversi gli avvocati nella società del futuro. Sono soddisfatto delle soluzioni che abbiamo trovato». Va detto che il testo, frutto del lavoro del tavolo istituito a valle del Congresso nazionale forense del dicembre 2023, non è al traguardo. Intanto, dopo il confronto della settimana scorsa, devono essere introdotte alcune correzioni. Poi «il progetto verrà presentato agli interlocutori istituzionali – spiega Greco –: il ministero della Giustizia e tutti i gruppi parlamentari. Chiederemo di discuterne insieme per avviare il percorso in Parlamento».
La strada, quindi, è ancora lunga. Ma appare chiara la visione dell’avvocatura per modernizzare la professione.
I compensi
La proposta intende permettere agli avvocati di pattuire con i clienti compensi in base al raggiungimento degli obiettivi perseguiti, anche superando – ma di non più del 20% – il massimo aumento previsto dai parametri, vale a dire i valori stabiliti con decreto del ministero della Giustizia per retribuire le diverse attività professionali quando manca l’accordo tra legale e cliente o se la parcella è liquidata dal giudice. I compensi dovranno però essere sempre proporzionati all’attività svolta e resterà fermo il divieto per l’avvocato di diventare cessionario dei diritti contestati in giudizio.
Nella proposta non compare la norma (già cancellata nel Codice civile ma poi ripresa nell’attuale legge professionale) che vieta all’avvocato di percepire i beni oggetto della prestazione o della lite (patto di quota-lite). Tuttavia, il divieto resta, osserva Greco, «perché il riferimento ai parametri, che prevedono retribuzioni in denaro, esclude la percezione di beni».
L’accesso
Il testo elaborato dal Cnf riscrive inoltre il percorso per diventare avvocati. Intanto, il tirocinio dovrà essere svolto presso un avvocato iscritto da almeno cinque anni all’albo e richiederà la «frequenza continuativa» dello studio e l’«affiancamento effettivo» del legale. In alternativa, il tirocinio si potrà svolgere presso l’Avvocatura dello Stato o l’ufficio legale di un ente pubblico. Non più di sei mesi di tirocinio si potranno svolgere all’estero o anticipare durante l’ultimo anno di università.
Nei 18 mesi di tirocinio, inoltre, sarà necessario frequentare i corsi di formazione organizzati dalle scuole forensi (dove si studieranno, tra le altre cose, linguaggio giuridico e utilizzo degli strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale).
Quanto all’esame, viene di fatto stabilizzato il sistema che ha debuttato (dopo la parentesi delle prove solo orali degli anni Covid) nel 2023, prorogato per il 2024 e il 2025: un atto scritto e un orale in tre fasi (caso pratico; tre quesiti su tre materie; e quesito su ordinamento, deontologia e previdenza forense). In aggiunta, la commissione verificherà la conoscenza dell’inglese con lettura e traduzione di un testo giuridico (senza voto).
L’esercizio della professione
La riforma regolamenta infine nuove forme per svolgere la professione.
A partire dalle reti tra avvocati o multidisciplinari, da istituire con contratto: forme di aggregazione più duttili rispetto alle associazioni e alle società, che seguono un modello già usato soprattutto dagli avvocati più giovani.
Guardano ai giovani (ma non solo) le nuove regole dettate per disciplinare i casi in cui gli avvocati lavorano in regime di monocommittenza o di collaborazione continuativa. Viene escluso in entrambi i casi il lavoro subordinato ma sono previste regole, tra l’altro, per la durata e il compenso, che dovranno essere precisate in contratti scritti.
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