UniCredit, trattativa in salita sui paletti per l’offerta sul Banco
Incontro interlocutorio, ma freddo quello di ieri al Ministero dell’Economia tra il responsabile delle partecipazioni societarie e della tutela degli asset strategici Stefano Di Stefano e i top manager di UniCredit tra cui Giacomo Marino, responsabile m&a, il capo del legale Rita Izzo e il cfo Stefano Porro. Il quadro dell’incontro è quello del monitoraggio […] L'articolo UniCredit, trattativa in salita sui paletti per l’offerta sul Banco proviene da Iusletter.

Incontro interlocutorio, ma freddo quello di ieri al Ministero dell’Economia tra il responsabile delle partecipazioni societarie e della tutela degli asset strategici Stefano Di Stefano e i top manager di UniCredit tra cui Giacomo Marino, responsabile m&a, il capo del legale Rita Izzo e il cfo Stefano Porro. Il quadro dell’incontro è quello del monitoraggio relativo a operazioni straordinarie così come previsto dal Dpcm sul Golden Power. Il confronto è durato due ore ed è stato di natura tecnica, finalizzato a chiarire alcuni dettagli e alcune implicazioni delle prescrizioni, è invece la versione che filtra da Piazza Gae Aulenti.
Sicuramente ci sarà un altro appuntamento, ancora da fissare e sempre a livello tecnico, quindi ancora interlocutorio tra le due parti. Il ministro Giancarlo Giorgetti delegherà ancora a Di Stefano il dossier, tuttavia, fa notare più di una fonte, la vera partita si gioca a un piano superiore, quello di Palazzo Chigi. Qualsiasi modifica del decreto Golden Power, che ha imposto severi obblighi a UniCredit per portare a termine l’Ops su Banco Bpm, deve infatti passare necessariamente da un altro decreto del Consiglio dei ministri. L’istituto guidato da Andrea Orcel chiedeva chiarimenti sulla conservazione dell’attuale livello di titoli italiani nel portafoglio di Anima per cinque anni; il mantenimento del rapporto impieghi/depositi e l’impegno nel project finance per cinque anni. L’ostacolo più alto per la banca è proprio la Russia per cui la data del disimpegno al 18 gennaio 2026 potrebbe comportare la svendita dell’asset. UniCredit vorrebbe spuntare qualche modifica tecnica: allungare i tempi di uscita dalla Russia e un po’ meno per gli altri impegni.
La speranza è avere più tempo per azzerare gli impegni in Russia dove entro luglio 2026 UniCredit terminerà l’attività retail e a quel punto la controllata russa farà solo intermediazione per l’export e l’import di aziende italiane.
Intanto il fronte tedesco di UniCredit ieri ha visto i dipendenti e i manager di Commerzbank serrare i ranghi di fronte alla presa di Orcel, che possiede un 28% potenziale dell’istituto di Francoforte. In occasione dell’assemblea di ieri, UniCredit non ha depositato le sue azioni (9,5%). «Possiamo aspettare fino al 2027 e valuteremo gli scambi di vedute con il nuovo governo tedesco e se il management di Commerzbank vuole avere relazioni costruttive e bilaterali», ha detto il ceo il giorno della trimestrale. «I vertici di Commerzbank e UniCredit non hanno mai discusso di una potenziale fusione tra le due banche», ha sottolineato l’ad di Commerz, Bettina Orlopp.
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