“Un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno uccisi… Il fatto che ci siano giovani che non hanno strumenti se non il coltello, mi fa rimanere di sale”: parla Paolo Crepet
Dopo avere spiegato i motivi per cui non ha alcuna intezione di guardare la serie Netflix Adolescence, la più vista del momento e nella quale si indagano temi come il rapporto genitori figli, Paolo Crepet torna a parlare col Corriere della Sera e lo fa sulla tragedia di Mezzolombardo. Qui Bojan Panic, un ragazzo 19enne, […] L'articolo “Un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno uccisi… Il fatto che ci siano giovani che non hanno strumenti se non il coltello, mi fa rimanere di sale”: parla Paolo Crepet proviene da Il Fatto Quotidiano.

Dopo avere spiegato i motivi per cui non ha alcuna intezione di guardare la serie Netflix Adolescence, la più vista del momento e nella quale si indagano temi come il rapporto genitori figli, Paolo Crepet torna a parlare col Corriere della Sera e lo fa sulla tragedia di Mezzolombardo. Qui Bojan Panic, un ragazzo 19enne, ha ucciso il padre 46enne per difendere la madre, vittima di violenza da parte dell’uomo. Il ragazzo ha assistito all’ennessima aggressione e si è scagliato contro il papà, accoltellandolo.
“Un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno uccisi dal proprio figlio”, le parole dello psichiata. E con riferimento ai femmicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, ha aggiunto: “Quello che mi fa spavento è questo: non so se si possa definire recrudescenza dal punto di vista statistico, però è impressionante che in quattro giorni il coltello sia “volato” da Trento a Messina, passando per l’Umbria. Siamo davanti alle nuove “invasioni barbariche” in cui la nostra cultura evidentemente è rientrata per una ragione abbastanza semplice: quando non hai futuro hai solo presente, e il presente può essere drammatico. È il futuro che ti salva, non è certo il presente. Però noi da decenni abbiamo osannato il qui ed ora. E oggi siamo finiti così”.
Torna poi a Mezzolombardo, Crepet, e al fatto che il protagonista di questa tragica storia sia un ragazzo di 19 anni: “(…) Vuol dire che non abbiamo insegnato niente. È evidente. Se i giovani si comportano come i loro trisavoli, per cui le dispute vanno lavate nel sangue, e si ragiona come nel ‘600, ci sarà un motivo, no? Vuol dire che abbiamo fallito. Abbiamo fallito qualsiasi approccio educativo. Il fatto che ci siano giovani che non hanno altri strumenti, se non quello del coltello, mi fa rimanere di sale nel 2025. E non facciamo discorsi di etnie, per favore: Giulia Cecchettin era stra-veneta come il suo assassino“.
E ancora, quando gli si dice che Bojan Panic avrebbe agito per difendere la mamma vittima di violenze: “Questo non lo so, ma non è che ogni volta che ti arrabbi guardi con lussuria il coltello di cucina. Esistono modi diversi di reagire: la civilizzazione vuol dire questo. Io non credo che uccida solo chi ha sempre ucciso (…) Certo, vivere all’interno di una famiglia in cui le botte sono la grammatica quotidiana è chiaro che porta a riprodurla. Un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno uccisi”.
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