Un manoscritto del XVI secolo tutto sul formaggio: tante ricette e un rimedio contro la gotta
Acquistato a un’asta nel 2023 dall’Università di Leeds, è stato digitalizzato e trascritto per la curiosità non solo degli studiosi

Quando si dice il gusto della lettura. Dopo averlo acquistato per 45 mila sterline a un’asta nel maggio 2023, l’Università di Leeds ha digitalizzato un volume tanto straordinario quanto originale: un manoscritto del XVI secolo interamente dedicato al formaggio, il più antico nel suo genere sinora conosciuto in lingua inglese.
Formaggi, ma anche poco appetibili ricette
Inserito all’interno della prestigiosa Cookery Collection, una raccolta di manoscritti e testi a stampa dedicati alla storia dell’alimentazione che arricchisce la Biblioteca dell’Università di Leeds, il manoscritto conta 112 pagine in pergamena (diverse delle quali possono ora essere viste a questo link) ed è caratterizzato da una rilegatura in pelle con un leone rampante dorato impresso al centro di entrambe le copertine, un simbolo araldico probabilmente collegato alla famiglia Fisher.
Il testo non si limita a descrivere varietà e qualità dei formaggi dell’epoca, aprendo anche una finestra su pratiche quotidiane e conoscenze agricole di oltre quattro secoli fa, ma affronta anche temi medici citando più volte Galeno. Tra i rimedi più curiosi suggeriti si trova una prescrizione contro la gotta: un impiastro di formaggio rancido misto a grasso di pancetta da applicare sulle articolazioni gonfie, con lo scopo di far “sfogare” i fluidi responsabili del dolore. Roba da perdere senza dubbio l’appetito…
L’autore è sconosciuto, ma c’è un indiziato
Nell’analizzare il raro volume, gli studiosi dell’Università di Leeds hanno anche scoperto le firme di tre illustri personaggi dell’epoca: Clement Fisher, uomo politico del Warwickshire; Walter Bayley, medico della regina Elisabetta I e professore di medicina a Oxford; Edward Willoughby, membro di una famiglia di parlamentari del Kent. Proprio quest’ultimo è il principale indiziato di essere l’autore del trattato, dal momento che vi viene citato il villaggio di Kingsnorth, vicino ad Ashford, non noto per la produzione casearia ma appunto situato nella contea del Kent. Si tratta però solo di una supposizione da parte degli esperti.
Digitalizzato e anche trascritto
Oltre a digitalizzare le 112 preziose pagine, l’Università di Leeds ha affidato la trascrizione (e per certi versi la traduzione) del testo a Ruth Bramley, una ricamatrice e rievocatrice storica dell’epoca Tudor che ha sviluppato una particolare abilità nel decifrare la scrittura cinquecentesca, e a Tamsin Bacchus, esperta in tecniche tradizionali di produzione del formaggio Tudor. Entrambe fanno parte del team della Kentwell Hall, un maniero del Suffolk che ricrea eventi e ambientazioni dell’epoca elisabettiana.