Trump attacca Powell e logora la Fed

Il presidente degli Stati Uniti torna a definire il governatore, 'Mr. Troppo Tardi', ed aggiunge anche è “un grande perdente”.

Apr 22, 2025 - 10:16
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Trump attacca Powell e logora la Fed

La settimana è iniziata ieri a Wall Street con le sfuriate di Donald Trump su Jerome Powell: l’attacco all’indipendenza della Federal Reserve ha spinto all’ingiù le quotazioni dell’azionario e ha spinto l’oro su muovi massimi della storia. L’indice S&P500 ha perso il 2,4% a 5.158 punti.

Il presidente degli Stati Uniti si è espresso così sul suo social: "Molti invocano 'tagli preventivi' ai tassi. Con i costi energetici in forte calo, i prezzi dei generi alimentari (incluso il disastro delle uova di Biden!) sostanzialmente più bassi e la maggior parte delle altre 'cose' in calo, l'inflazione è praticamente nulla - scrive Trump su Truth - con questi costi in così netto calo, proprio come avevo previsto, non può esserci quasi inflazione, ma può esserci un RALLENTAMENTO dell'economia a meno che 'Mr. Troppo Tardi', un grande perdente, non abbassi i tassi di interesse, ORA. L'Europa ha gia' 'tagliato' i tassi sette volte. Powell è sempre stato 'Troppo Tardi', tranne nel periodo elettorale quando abbassò i tassi per aiutare il sonnolento Joe Biden, poi Kamala, a essere eletto. Come ha funzionato?”.

I giuristi concordano sul fatto che il presidente degli Stati Uniti non può licenziare il capo della Federal Reserve, ma può interferire e mettere il suo peso sulla richiesta di un avvicendamento.

C’è abbastanza da mettere in allarme il mercato. Capital Economics ha scritto ieri sera che la sostituzione di Powell con soggetto approvato dalla Casa Bianca “sarebbe a dir poco disastroso”.

Su questa linea sembra essere Adam Turnquist, Chief Technical Strategist di LPL Financial, che ieri sera ha tagliato il suo target di fine anno 2025 sul fair value dell'S&P 500 a 5.650-5.800. Lo stallo tra i due poteri a Washington, non deve necessariamente avere una brutta fine.

Nelle stesse ore, UBS ha ribadito di ritenere che la Fed “sarà disposta e in grado di rispondere ai segnali di debolezza economica” e taglierà i tassi di interesse tra i 75 e i 100 punti base quest'anno.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso. Future dell’indice S&P500 -0,7%.

Con l'Ue finiremo per avere un accordo sui dazi. Lo ha detto Donald Trump, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Il presidente ha quindi sottolineato come, in generale, le trattive su possibili accordi sulle tariffe stanno andando. "Tutti vogliono trattare", ha aggiunto il presidente.

Scaduta la tregua pasquale di 30 ore, Vladimir Putin ha annunciato la ripresa delle ostilità, dicendosi convinto che "nessuno dubiti" della vittoria della Russia. Ma Mosca e Kiev si scambiano qualche timido segnale di dialogo, e il presidente Usa Donald Trump afferma che ci sono buone chance di un accordo tra le due parti entro "questa settimana".

Sia Putin sia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno reso omaggio alla memoria di Papa Francesco, che ancora domenica, nel suo ultimo messaggio Urbi ed Orbi, invocava "il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina", incoraggiando "gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura". Un percorso ancora difficile. Ma Zelensky ha annunciato che mercoledì una delegazione di Kiev sarà presente a una nuova tornata di colloqui a Londra con il Regno Unito, la Francia e gli Usa, assicurando di essere pronto ad "andare avanti nel modo più costruttivo possibile" per "raggiungere un cessate il fuoco senza condizioni, seguito da una pace reale e duratura".

Mentre Putin ha riconosciuto "in generale una riduzione delle operazioni di combattimento" da parte degli ucraini durante la tregua. "Accogliamo questo con favore, e siamo pronti ad andare avanti", ha aggiunto il capo del Cremlino.

In Asia Pacifico. Indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo sulla parità. Lo yen si rafforza su dollaro e si avvicina alla soglia psicologica di 140 su dollaro, da 142,6 della fine della scorsa settimana.

Il governo giapponese valuta nuove concessioni per semplificare le procedure di ispezione delle auto statunitensi importate, per tentare di sottrarsi alle critiche dell'amministrazione Trump sulla presunta imposizione di barriere tariffarie. La questione è stata sollevata durante i colloqui della scorsa settimana a Washington, guidati dal capo negoziatore nipponico, Ryosei Akazawa, su incarico del premier Shigeru Ishiba, e segue la decisione di Trump di imporre al Giappone dazi del 25% sulle importazioni di automobili a partire dal 3 aprile, e una tariffa base del 10% su quasi tutti gli altri articoli dal 5 aprile. Ulteriori dazi reciproci sono stati
sospesi per 90 giorni.

Gli Stati Uniti si sono a lungo lamentati delle ispezioni in Giappone, sostenendo che i propri veicoli hanno già superato severi controlli sulle emissioni delle auto, insieme ad altri standard in patria. Un'opzione presa in considerazione dai funzionari governativi, rivela il giornale Asahi Shimbun, è l'attuale quadro normativo in vigore per le aziende automobilistiche europee, grazie all'applicazione di un processo semplificato che è il frutto di un sistema comune di procedure di sicurezza. L'amministrazione Trump ha citato anche altri settori in cui le barriere non tariffarie impediscono ai prodotti statunitensi di entrare nel mercato del Sol Levante, tra cui i prodotti agricoli come il riso e la carne bovina.

Le borse della Cina sono in rialzo. Hang Seng di Hong Kong +0,7%- CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,3%.

Generali
Norges Bank Investment Management ha dichiarato venerdì che voterà la lista proposta da Mediobanca per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Gruppo Generali. Il fondo norvegese detiene una partecipazione dell'1,2% di Generali.
In un'intervista a Il Sole 24 Ore domenica Francesco Gaetano Caltagirone afferma che la lista di minoranza presentata per il Cda di Generali "non suggerisce nomi per il governo della società, ma e' sufficientemente lunga per chiedere agli azionisti di bloccare lo sciagurato progetto Natixis."
La quota di UniCredit in Generali si attesta al 6-7% secondo Milano Finanza di sabato.
La compagnia non ha ricevuto alcuna richiesta di maggiori informazioni dall'Ivass sull'accordo con Natixis e "più in generale, ad oggi non ha presentato alcuna istanza autorizzativa" all'autorità sul progetto. E' quanto ha risposto Generali alle domande scritte poste dai soci in vista dell'assemblea del prossimo 24 aprile.



Unicredit e Banco BPM. Il consiglio dei ministri ha approvato venerdì con prescrizioni l'Ops di UniCredit su Banco Bpm. UniCredit ha dichiarato che prenderà del tempo per valutare l'impatto di prescrizioni il cui merito non è chiaro sulla banca stessa e l'operazione relativa a Banco Bpm.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiega a Repubblica domenica di aver dato il via libera al provvedimento del cdm che ha imposto prescrizioni all'Ops di UniCredit su Banco Bpm solo dopo aver ottenuto una proroga di nove mesi alla richiesta di uscita di UniCredit dalla Russia, in modo da tutelare le duecento aziende italiane che operano in Russia rispettando le sanzioni: "l'immediata uscita di una banca così importante dalla Russia le metteva in difficoltà per ragioni pratiche".

Oltre a fissare al 18 gennaio 2026 il termine per la cessazione delle attività in Russia, le richieste del governo includono il mantenimento per cinque anni del rapporto loan-to-deposit, che è superiore per Banco Bpm rispetto a UniCredit, e degli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani, nonché il supporto allo sviluppo di Anima stessa, spiega una fonte vicina al dossier.

Inoltre secondo Corriere dei 183 sportelli che il gruppo derivante dall'aggregazione dovrebbe vendere per motivi antitrust si chiede di escludere le filiali del Banco in Lombardia. Corriere infine riporta la richiesta di "inviare immediata informativa all'autorità competente per il monitoraggio" nel caso non sia possibile rispettare una o più delle prescrizioni.

UniCredit sta preparando una linea di risposta alle prescrizioni del golden power coinvolgendo le autorità sia comunitaria come Bce e Eba, sia domestiche, come Bankitalia, Consob e Antitrust, scrive La Stampa. Per il Corriere della Sera e il Messaggero la banca potrebbe ricorrere al Tar.