Tridico (M5s), ex presidente Inps: “Il Governo non fa nulla sui salari”

L’europarlamentare: “Rilanciamo la paga minima che può tranquillamente convivere con la contrattazione collettiva”

Mag 5, 2025 - 03:58
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Tridico (M5s), ex presidente Inps: “Il Governo non fa nulla sui salari”

Roma, 5 maggio 2025 – La questione salariale è tornata al centro del dibattito politico: le opposizioni rilanciano la sua proposta del salario minimo. «Il motivo è semplice: malgrado la propaganda martellante di Giorgia Meloni e dei suoi, sui salari in questi due anni e mezzo non c’è stata nessuna svolta – avvisa Pasquale Tridico, economista, ex Presidente dell’Inps, oggi eurodeputato grillino, padre della proposta sul salario minimo - Anzi, non più tardi di una settimana fa l’Istat ha rilevato che le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono ancora inferiori dell’8% rispetto a quelle di gennaio 2021 mentre Eurostat ha constatato che il 9% dei lavoratori full time in Italia è povero. Insomma: le destre non hanno argomenti».

Perché serve il salario minimo? E come dovrebbe funzionare?

«La nostra proposta di legge sul salario minimo si muove lungo due direttrici. Da un lato, per dare vera attuazione all’articolo 36 della Costituzione, stabiliamo che per retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto da un lavoratore si intende il trattamento economico complessivo - il cosiddetto Tec - dei contratti collettivi sottoscritti dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; dall’altro, a tutela e «garanzia» del lavoratore, prevediamo che il trattamento economico minimo (Tec) di un Ccnl non possa mai essere inferiore a 9 euro lordi l’ora».

La maggioranza ma anche e soprattutto la Cisl obiettano che la soluzione rischia di svilire la contrattazione collettiva e di far appiattire le retribuzioni contrattuali sul minimo legale.

«Chi dice questo evidentemente non ha letto il testo della proposta ed esprime un giudizio mosso da ignoranza e ideologia. Ieri sul QN il capogruppo di FdI alla Camera, Bignami, ha affermato che con il varo di una legge sul salario minimo si potrebbe arrivare a una «disapplicazione dei contratti collettivi, come avvenuto in altre nazioni. Quali? In nessun caso ciò è avvenuto».

Come?

«Per dirla in maniera chiara e fugare ogni dubbio: se in un Ccnl il minimo tabellare è fissato a 11 euro lordi l’ora, questo resterà tale; quando, invece, un contratto preveda una paga oraria di 6 o 7 euro, essa sarà alzata a 9. Non viene disapplicato il Ccnl, ma viene inserita solo la soglia monetaria non inferiore ai 9 euro. Del resto questo già avviene quando interviene il giudice, come alla fine del 2023 con le 2 sentenze della Corte che hanno imposto soglie salariali superiori a quelle stabilite dal Ccnl».

Perché non seguire la strada di eliminare i contratti pirata a favore di quelli dei sindacati più rappresentativi?

«È proprio quello che la nostra proposta vuole fare. Se non riconosciamo una volta per tutte l’importanza della contrattazione «sana», se non diamo finalmente un «peso» alla rappresentanza non usciremo mai da questo circolo vizioso. L’ultimo rapporto del Cnel su mercato del lavoro e contrattazione collettiva ha evidenziato, ad esempio, come la differenza retributiva di due commessi alla vendita sia di 415 euro al mese a seconda che l’azienda scelga un contratto sottoscritto dalle organizzazioni più rappresentative o uno siglato da quelle minoritarie. Con una legge saneremmo questa ingiustizia».

Il disegno di legge della Lega interviene anche in una sorta di rilancio di meccanismi automatici per il recupero dell’inflazione o di parte di essa.

«Parliamo della stessa Lega che, tramite il ministro Giorgetti, predica la «moderazione salariale» e che rivorrebbe le gabbie salariali? Si tratta della loro solita boutade per riconquistare terreno dentro la maggioranza. Al 70% degli italiani piace il salario minimo e fra questi ci sono anche molti elettori di FdI, Lega e FI. Il motivo è semplice: quando un genitore vede suo figlio costretto a emigrare all’estero perché sfruttato e sottopagato non ci sono appartenenze politiche che tengano. L’ostracismo della destra alla nostra proposta è l’opposto del patriottismo di cui si riempiono la bocca. Se vogliono davvero imprimere una svolta hanno una sola cosa da fare: votarla».