Tre deputati Māori sospesi dopo la protesta con l’haka in parlamento: “comportamento intimidatorio”
In Nuova Zelanda si è accesa una controversia politica e culturale dopo che tre deputati del partito Te Pāti Māori sono stati sospesi dal parlamento per aver eseguito un’haka di protesta durante una seduta ufficiale. Il gesto, carico di significato per il popolo Māori, è stato interpretato da alcuni come un atto di intimidazione nei...

In Nuova Zelanda si è accesa una controversia politica e culturale dopo che tre deputati del partito Te Pāti Māori sono stati sospesi dal parlamento per aver eseguito un’haka di protesta durante una seduta ufficiale. Il gesto, carico di significato per il popolo Māori, è stato interpretato da alcuni come un atto di intimidazione nei confronti degli altri parlamentari.
Tutto è avvenuto durante la prima lettura del Treaty Principles Bill, una proposta di legge fortemente criticata che mirava a ridefinire i principi del Trattato di Waitangi, il documento fondante della Nuova Zelanda, firmato nel 1840 tra i leader Māori e la Corona britannica. Questo disegno di legge, sostenuto dal partito libertario ACT, ha sollevato un’ondata di indignazione popolare, portando oltre 40.000 persone a manifestare davanti al parlamento e innescando una marcia nazionale durata nove giorni.
Durante la discussione parlamentare, la deputata Hana-Rawhiti Maipi-Clarke ha dato inizio alla haka, seguita dai co-leader del partito, Rawiri Waititi e Debbie Ngarewa-Packer. Maipi-Clarke ha anche strappato una copia della proposta di legge in segno di protesta. Il gesto, filmato e condiviso in rete, ha rapidamente fatto il giro del mondo.
Le accuse di colonialismo
La commissione parlamentare ha poi raccomandato la sospensione di Ngarewa-Packer e Waititi per tre settimane e di Maipi-Clarke per una settimana, ritenendo l’azione una violazione grave del regolamento e un comportamento “intimidatorio”. È la sanzione più dura mai proposta nella storia del parlamento neozelandese.
Il partito Te Pāti Māori ha condannato la decisione, definendola un attacco politico e simbolico alla voce dei “tangata whenua”, ovvero le “persone della terra”. Secondo loro, si tratta di un chiaro segnale per costringere i rappresentanti Māori ad “allinearsi” al sistema.
La leader dei Verdi ha giudicato le sanzioni “sproporzionate“, mentre il Partito Laburista ha espresso dubbi sull’entità della pena, pur riconoscendo l’infrazione. Il governo, invece, ha parlato di “comportamento fuori controllo”. Un episodio che ha sollevato un acceso dibattito nazionale su identità culturale, rappresentanza politica e libertà di espressione all’interno delle istituzioni.
Ka mate, ka mate, ka ora, ka ora! pic.twitter.com/ywsqhp5oDu
— Te Pāti Māori (@Maori_Party) November 14, 2024
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