Il
pesce palla argentato, noto scientificamente come
Lagocephalus sceleratus, ha recentemente fatto la sua comparsa anche nelle
acque settentrionali del mar Adriatico, precisamente nella
baia di Medulin, in
Istria. Si tratta di un esemplare proveniente originariamente dall’
oceano Indiano e dal
mar Rosso, arrivato nel
mar Mediterraneo attraverso il
canale di Suez. La sua rapida diffusione verso ovest, fino a lambire le coste dell’
Europa meridionale, rappresenta oggi una minaccia crescente per l’
ecosistema marino e la
salute umana. Il
Lagocephalus sceleratus possiede una
dentatura potentissima, capace di recidere con facilità anche oggetti molto resistenti, incluse le dita umane. La sua presenza è ancora più pericolosa per via della
tetrodotossina, una
neurotossina micidiale contenuta nelle sue carni. Questa sostanza chimica è ben
cento volte più tossica del cianuro, e anche una dose minima può essere
letale, causando
paralisi respiratoria irreversibile. L’avvistamento in
Istria di un esemplare lungo oltre
50 centimetri e del peso di
1,3 chilogrammi ha suscitato particolare allarme tra gli
addetti ai lavori, sollevando interrogativi su
cambiamenti climatici,
correnti marine e adattabilità di specie tropicali a latitudini sempre più elevate. Pescatori e turisti rischiano inconsapevolmente di
maneggiare o consumare un pesce potenzialmente letale, in particolare durante i mesi estivi, quando le
attività ricreative e sportive in mare aumentano. Il
pesce palla argentato viene definito una
specie opportunista, in grado di
competere con le specie autoctone per cibo e spazio. La sua presenza può causare
disequilibri nelle catene trofiche, mettendo a rischio organismi più deboli. Inoltre, la sua dentatura può facilmente danneggiare
reti da pesca e altri strumenti utilizzati nella
pesca commerciale, compromettendo un
settore economico fondamentale per molte comunità costiere italiane. Nel nostro Paese,
biologi marini e
istituzioni scientifiche collaborano con
centri di ricerca stranieri per monitorare la diffusione del
Lagocephalus sceleratus. La
comunicazione tra stati del Mediterraneo viene considerata essenziale per l’elaborazione di un
protocollo condiviso di contenimento. In caso di avvistamento o cattura accidentale, si invita a
non toccare l’animale e a contattare l’
ISPRA via email all’indirizzo
pescepalla@isprambiente.it, allegando immagini e coordinate geografiche. È fondamentale promuovere la
conoscenza di questa specie tra la popolazione residente e i visitatori delle coste italiane. La
tetrodotossina non viene neutralizzata nemmeno con la
cottura ad alte temperature, motivo per cui è
sempre pericoloso consumarne la carne. Una corretta
informazione scientifica, unita a un
monitoraggio costante, può rappresentare l’unico argine contro una minaccia in costante espansione nei nostri mari.
Timore in Adriatico per la diffusione di un pesce dal morso devastante