Test TPC, studio ali flessibili grazie alla zona grigia del regolamento
La possibilità in F1 di effettuare test TPC (Testing of Previous Cars) nell’ultimo anno di continuità regolamentare è molto grande, utilizzando monoposto che sono state progettate e costruite in modo da rispettare il regolamento tecnico di uno qualsiasi dei tre anni immediatamente precedenti all’anno corrente. Per intenderci nel 2025 si possono utilizzare monoposto che hanno […]

La possibilità in F1 di effettuare test TPC (Testing of Previous Cars) nell’ultimo anno di continuità regolamentare è molto grande, utilizzando monoposto che sono state progettate e costruite in modo da rispettare il regolamento tecnico di uno qualsiasi dei tre anni immediatamente precedenti all’anno corrente. Per intenderci nel 2025 si possono utilizzare monoposto che hanno partecipato al mondiale 2023 o a stagioni precedenti.
Questo genere di prove è stato pensato per consentire ai piloti di riserva o ai promettenti facenti parte delle accademie di potersi cimentare alla guida dei bolidi di F1. Dato che negli scorse annate diversi titolari (anche molto esperti) hanno svolto diversi test del genere, la FIA ha imposto ai piloti iscritti al mondiale un limite massimo di chilometri percorribili pari a 1.000. Le principali linee guida sono le seguenti:
- Ogni team può effettuare fino a 20 giorni di test TPC all’anno
- I piloti ufficiali possono percorrere un massimo di 1.000 km complessivi
- I 1000 Km possono essere suddivisi su un massimo di 4 delle 20 giornate TPC disponibili.
- Non sono permessi aggiornamenti o modifiche alla vettura.
- Sono vietati TPC sui circuiti entro due mesi da un Gran Premio nello stesso impianti
I TPC hanno finalità molto più ampie rispetto allo spirito del regolamento
Dopo la doverosa premessa bisogna interrogarsi sulle reali finalità di queste prove, molto numero nell’attuale campagna agonistica, condotti da piloti titolari e diversi giovani che difficilmente riusciranno a partecipare a una sessione ufficiale di prove libere. Siccome nella massima categoria del motorsport non si spreca nemmeno un secondo se non per migliorare, le performance delle monoposto i reali motivi vanno cercati altrove.
Tali prove sono un’ottima opportunità per verificare la correlazione dati tra il contesto simulativo e le informazioni acquisite in pista. Le gallerie del vento, i sistemi CFD e i simulatori delle scuderie sono in continua evoluzione e poter disporre di dati acquisiti sul campo, risulta fondamentale per apprezzare la corrispondenza tra quanto studiato nel contesto ipotetico rispetto a quello virtuale.
La potenziale zona grigia dei TPC
I team di F1 sono tenuti a informare la FIA in merito allo svolgimento di un TPC con un preavviso di almeno 72 ore, per dare la possibilità di un controllo con un osservatore. Le scuderie devono inoltre comunicare alla Federazione Internazionale le seguenti informazioni:
- Le specifiche esatte della/e vettura/e da utilizzare,
- Il nome o i nomi dei conducenti, il tipo di attività
- La data o le date se sono molteplici prove
- La durata prevista dell’attività e lo scopo dell’attività
Un punto fondamentale riguarda il cambio delle F1 rispetto ai regolamenti tecnici dell’anno di riferimento. In sostanza: se si utilizza una vettura 2023, essa dev’essere conforme ai regolamenti del campionato a cui ha preso parte. Adesso concedeteci una malizia. I test TPC effettuati dai team di Formula 1 sono esclusi dal budget cap, non rientrando nelle spese correlate alla performance delle monoposto dell’anno corrente.
Ma ne siamo proprio sicuri? Prendiamo in considerazione la nuova direttiva tecnica TD018 che impone una minore flessibilità delle ali anteriori.Dal prossimo Gran Premio di Spagna questi flap saranno sottoposti a un carico di 60 Newton (circa 3 kg), non potranno flettere di più di 3 millimetri, contro i 5 mm ammessi in precedenza. Per quanto riguarda il main plane, con un carico verticale di 1.000 Newton (pari a circa 100 kg), la flessione massima consentita sarà di 10 millimetri, rispetto ai precedenti 15.
Realizzando un’ala geometricamente identica a quella di una monoposto del 2023, ma capace di resistere ai più severi test che saranno effettivi dal Montmelò, sarebbero conseguentemente conformi ai meno restrittivi regolamenti di quella stagione in materia di flessibilità delle ali. Restando sempre nel campo delle ipotesi, alcuni team potrebbero aver prodotto ali anteriori del tutto identiche a quelle delle auto utilizzate nei TPC.
F1, il possibile lavoro dei team sulle ali flessibili
La differenza potrebbe stare nelle caratteristiche costruttive, in grado di superare i nuovi test prescritti dalla FIA sulla relativo alle ali flessibili. Detto questo quale potrebbe essere il vantaggio? In tal modo gli ingegneri dei team potrebbero apprezzare, seppur su una monoposto vecchia di due anni, l’impatto della nuova direttiva in termini di bilanciamento della monoposto.
Parliamo di resistenza all’avanzamento e fluidodinamica, partendo dall’assunto che l’ala anteriore è fondamentale nell’indirizzare l’aria secondo precisi criteri. Non potendo scoprirlo in pista con le auto attuali, poter fare un confronto su progetti tecnici di due anni fa, sarebbe comunque un esercizio in grado di fornire evidenze molto importanti da traslare sulle monoposto 2025. A pensar male si fa peccato ma a volte si indovina.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv