Storia di una predestinata: Jasmine, dai primi passi a campionessa mondiale
La Paolini ha imbracciato la prima racchetta a 6 anni spinta da babbo Ugo e zio Adriano. “Sin da bambina si distingueva per la sua intraprendenza e non si stancava mai di giocare”

Bagni di Lucca (Lucca), 18 maggio 2025 – Il sorriso è sempre lo stesso. Un po’ scanzonato, tipico dei maledetti toscani di malapartiana memoria. Ironici e taglienti. Come i “dritti“, lungolinea, rifilati ieri sulla terra rossa degli Internazionali alla statunitense Coco Gauff.
Quel sorriso che a Bagni di Lucca ricordano bene sin da quando Jasmine Paolini era una bimba più vivace dei suoi occhietti incastonati in quella cascata di riccioli neri che ieri pomeriggio ha contenuto con un gommino intrecciato dietro. Il sorriso che esplode come la festa quando la Gauff si arrende all’ultimo match point. La nuova regina di Roma è lei Jasmine da Bagni di Lucca. Punto. Tutto il resto è noia, direbbe il Califfo. Ma non qui, in quella Valle del Serchio dove Jas ha cominciato sollecitata da babbo Ugo a prendere in mano la racchetta da tennis quando aveva solo 6 anni. Ed è stata passione a prima vista.
Quanta fatica, ma anche quanti sogni infilati, giorno dopo giorno, dentro la sacca delle racchette. I primi passi li ha cominciati a muovere al tennis Mirafiume sotto la guida dei primi maestri Marco Picchi e Ivano Pieri. Sui campi in terra battuta è sembrata subito muoversi come un piccolo folletto. Ma per diverso tempo il tennis è rimasto solo una passione, ereditata dal padre e dallo zio Adriano. Sebbene il suo talento fosse evidente fin da subito, infatti, Paolini doveva dedicare tempo soprattutto alla scuola. Così fino ai 14 anni si poteva allenare solo qualche ora al giorno.
Rapida e veloce, pronta a disegnare delle diagonali capaci di sorprendere le avversarie. Ma anche i suoi maestri che ne hanno capito ben presto le potenzialità. E sempre con quel sorriso. Birbante e sornione allo stesso tempo. Come ricordano quanti l’hanno conosciuta da bambina. Come la signora Giuliana Pieri che per anni ha gestito l’edicola nella piazza a Ponte a Serraglio che così la ricorda: “Una bella bimba, buona e simpatica, sempre sorridente, alla quale non si poteva non voler bene. Anche da bambina si distingueva nel tennis per la sua intraprendenza e non si stancava mai di giocare”.
È così che il suo allenatore, vedendo le potenzialità di quell’adolescente vivace come un folletto, le propone di trasferirsi nel Centro Federale Tennis di Tirrenia, vicino a Pisa, e lì è inizia la sua strada da vera e propria atleta professionista. E come un fiore poco alla volta Jasmine è sbocciata.
La prima finale in carriera arriva nell’estate 2013 al torneo da 10.000 $ a Roma sia in singolare che in doppio, in coppia con Claudia Giovine senza riuscire a conquistare nessuno dei due titoli. Non conquista nessun titolo, ma il percorso è ormai tracciato. Sul primo gradino del podio sale invece qualche mese dopo al torneo di Santa Margherita di Pula, vince nel doppio in coppia con Giorgia Marchetti.
A giugno 2017 conquista il titolo più prestigioso in carriera, un 100.000 $ a Marsiglia. Nel 2019 si qualifica per la prima volta in uno dei tornei del Grande Slam, è il Roland Garros di Parigi. Viene eliminata al primo turno, ma pochi mesi dopo conquista l’accesso diretto agli Australian Open del 2020 risultando tra le prime 100 al mondo nel ranking WTA (il corrispettivo femminile dell’ATP, dove è primo Jannik Sinner). Nel 2023, poi, grazie a una serie di vittorie in singolare e in doppio migliora ulteriormente la sua posizione salendo al 29esimo posto del WTA ed entrando tra le prime 100 anche in doppio. Il 2024 sembra essere il suo anno: titolo a Dubai, Pechino, finali Slam (Open di Francia e Wimbledon), top 4 in singolare. Oro olimpico, titoli a Roma e Pechino, top 9 in doppio con Sara Errani. Vittoria in Billie Jean King Cup. In un crescendo rossiniano fatto di sudore e tanta determinazione. Fino alla vittoria di ieri pomeriggio agli Internazionali di Roma.
Felice e sorridente, come sempre. Senza perdere la calma anche quando sugli spalti del centrale tutti cominciano a intravedere il suo capolavoro. “È fatta”, sorride. E si gode gli applausi.
Red. Luc.