Scuola ingovernabile: bullismo, violenza e ricorsi al TAR

lentepubblica.it Episodi di violenza a scuola che si susseguono, riempiono le cronache locali e sempre di più, vista la gravita di alcuni atti, anche le cronache nazionali: dati sul bullismo e sul cyberbullismo in crescita esponenziale, da diversi anni e ormai senza freno e un’ondata di ricorsi al TAR per vari motivi. Un’analisi condotta dal Ministero […] The post Scuola ingovernabile: bullismo, violenza e ricorsi al TAR appeared first on lentepubblica.it.

Mag 12, 2025 - 11:29
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Scuola ingovernabile: bullismo, violenza e ricorsi al TAR

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Episodi di violenza a scuola che si susseguono, riempiono le cronache locali e sempre di più, vista la gravita di alcuni atti, anche le cronache nazionali: dati sul bullismo e sul cyberbullismo in crescita esponenziale, da diversi anni e ormai senza freno e un’ondata di ricorsi al TAR per vari motivi.


Un’analisi condotta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli episodi di violenza verificatisi durante l’anno scolastico 2023/2024, ha registrato 68 casi, che hanno coinvolto docenti, Dirigenti scolastici e personale ATA.

I dati sulla scuola italiana: bullismo, violenza e ricorsi al TAR

È questo il quadro all’interno del quale sempre più spesso si muovono docenti e dirigenti scolastici, nel tentativo di arginare i fenomeni più gravi e di continuare ad essere un punto di riferimento per giovani e famiglie.

Secondo i dati raccolti dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con dati aggiornati al novembre 2024, si tratta di fenomeni che colpiscono in modo significativo anche le fasce più giovani della popolazione studentesca.

Vittime di bullismo

I dati delle percentuali di vittime di bullismo variano in base all’età e al genere. I più giovani, fino agli 11 anni: il 18,9% dei ragazzi ed il 19,8% delle ragazze dichiarano di aver subito atti di bullismo; nei giovani fino a 13 anni che ne sono stati vittime, il dato scende un po’ al 14,6% dei maschi ed al 17,3% delle femmine; Tra i 15enni la percentuale scende al 9,9% per i ragazzi e al 9,2% per le ragazze.

Lo scorso 25 ottobre, al termine delle lezioni, due ragazzi si sono affrontati a pugni, con una passante che ha allertato i Carabinieri. La situazione si è placata, ma la vittima, un compagno con disabilità, ha riportato lesioni tali da richiedere il pronto soccorso. Le testimonianze dei compagni hanno descritto l’accaduto come un atto di estrema gravità, confermato anche dall’indagine avviata dallo sportello anti-bullismo della scuola.

Episodi di violenza tra studenti

L’ultimo episodio di violenza tra studenti, in ordine di tempo, una brutta rissa che ha bersagliato un ragazzo disabile, ha portato a una sospensione di 15 giorni per un alunno di terza media di un istituto scolastico Veneto e l’esclusione dalla gita di terza media, insieme alla revoca temporanea dell’uscita autonoma per lo studente coinvolto, in poche parole obbligo per i genitori o per persone delegate di accompagnarlo, inoltre il ragazzo è stato escluso dalla gita scolastica.

I genitori hanno presentato ricorso al TAR che ha accolto parzialmente il ricorso rispetto all’uscita autonoma, mentre rispetto alla possibilità di prendere parte alla gita scolastica ne ha respinto la richiesta, riconoscendone la finalità educativa e ritenendola una sanzione prevista dal regolamento d’istituto. Secondo la sentenza “Mira a rafforzare il senso di responsabilità dello studente e a ripristinare la correttezza dei rapporti nella comunità scolastica“.

La vicenda ha portato alla luce due dinamiche importanti da tenere presenti, innanzitutto a livello normativo molto è cambiato a seguito della riforma del 2024, la legge n. 150 del 1° ottobre 2024, che ha introdotto una importante revisione della normativa riguardo al comportamento degli studenti.

La revisione delle sanzioni contro i violenti

La norma ha infatti previsto l’adozione di due decreti attuativi che sono intervenuti a modificare lo Statuto delle studentesse e degli studenti – il DPR 249/1998 – e il regolamento sulla valutazione degli studenti  – il DPR 122/2009 –  con l’obiettivo di garantire alla scuola un ambiente favorevole alla convivenza serena, focalizzando l’attenzione sulla funzione educativa e non meramente punitiva delle sanzioni nel rispetto dell’autodeterminazione individuale.

Proprio qui sta la principale novità della legge, con l’introduzione di misure finalizzate alla riflessione sulla propria condotta violenta o distonica, al fine di generare azioni che incentivino, di contro, la partecipazione attiva alla comunità scolastica.

Un approccio nuovo per i provvedimenti di allontanamento dalle lezioni che vada a differenziare le modalità di applicazione, modulandole per gravità degli atti all’origine delle sanzioni stesse e che sia in grado di fornire degli strumenti di riflessione e riparazione agli studenti coinvolti, favorendone i processi di crescita.

Le azioni più gravi

Nello specifico, per una azione di gravità tale da generare un provvedimento di sospensione fino a 2 giorni, il consiglio di classe dovrà deliberare attività di approfondimento aventi l’obiettivo di stimolare la riflessione dello studente sul proprio comportamento e sulle sue conseguenze. Il Consiglio di classe dovrà produrre una delibera adeguatamente motivata, nel solco di un generale obiettivo di crescita personale degli studenti coinvolti.

Nei casi più gravi, che diano vita ad un allontanamento compreso tra i 3 e i 15 giorni il Consiglio di classe dovrà deliberare l’adozione di attività di cittadinanza attiva e solidale, commisurate all’orario scolastico. Si tratterà di attività da avviare in collaborazione con Enti e associazioni del Terzo Settore, che dovranno muoversi in maniera connessa al PTOF, il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, documento programmatico e informativo e strategico dei progetti di ogni istituto scolastico.

Le attività dovranno avere l’obiettivo di trasformare la sanzione in un’occasione di crescita personale e in aree dove dovessero essere mancanti le strutture territoriali, le attività di cittadinanza attiva potranno essere svolte all’interno della scuola, a beneficio della comunità scolastica. Le ore dedicate a tali attività saranno conteggiate nel computo dei 3/4 dell’orario annuale personalizzato richiesto ai fini della validità dell’anno scolastico. Il mancato o parziale svolgimento delle attività potrà incidere in maniera negativa in sede di valutazione del comportamento.

Aumentano  i ricorsi al TAR

L’atro dato importante e da non sottovalutare è rappresentato dall’ampio numero di genitori che contestano le sanzioni e decisioni scolastiche utilizzando lo strumento dei Ricorsi al TAR. Questa dinamica sta dando vita ad un congestionamento dei tribunali amministrativi in moltissime grandi città e piccoli centri, secondo quanto registrato nell’ultimo Rapporto sul processo amministrativo, rif. a dati al 2023, il tempo medio per una sentenza di primo grado al TAR supera i 18 mesi, con picchi di oltre due anni in alcune regioni.

Ed i dati sono in crescita ogni anno, basti pensare, prendendo ad esempio al Tar del Lazio, nel 2023 sono stati depositati 17.068 ricorsi, con un leggero calo rispetto ai 17.384 del 2022. I ricorsi in materia scolastica e universitaria rappresentano il 30% del totale, con 5.098 istanze. Di queste, 615 riguardano il settore universitario e 4.483 l’ambito scolastico, di cui 3.311 relativi al sostegno. Tenendo conto del fatto che nelle controversie scolastiche, solo il 15-20% dei ricorsi ottiene una sospensiva immediata, mentre la maggioranza attende l’udienza ordinaria, spesso fissata a distanza di un anno o più, ci si rende conto di quanto questo strumento sia non adatto a dirimere né tanto meno a risolvere questioni di bocciatura, esami e ammissioni.

In termini normativi e di sentenze ‘storiche’ i tribunali tendono comunque a  pronunciarsi in difesa dell’autonomia scolastica, soprattutto quando le sanzioni come sospensioni oppure esclusioni da attività didattiche rivestano una comprovata finalità educativa. Tornando al caso di cui abbiamo accennato, già una sentenza del Tar della Lombardia, nel 2022, aveva stabilito che l’esclusione da una gita è legittima se serve a ripristinare la serenità nel gruppo classe, specie dopo episodi gravi come violenze o bullismo.

Valutazione alunni

Le modifiche normative, di cui abbiamo parlato, trascineranno anche cambiamenti rispetto al regolamento sulla valutazione degli alunni (DPR n. 122/2009) che introduce una serie di novità sui processi di scrutinio periodico e finale.  Il consiglio di classe potrà, infatti, assegnare un voto di comportamento inferiore a 6/10 in sede di scrutinio periodico e finale nei confronti di studenti che abbiano ricevuto, durante tutto l’anno scolastico, sanzioni disciplinari per violazione dei doveri scolastici (art. 4 del DPR n. 249/1998), reati che ledono la dignità e il rispetto della persona umana e azioni che rappresentano un pericolo per l’incolumità altrui.

Questo voto di comportamento inferiore a 6 potrà arrivare a comportare la bocciatura in caso di mancanze disciplinari gravi e ripetute e atti di violenza o aggressione contro docenti, studenti o personale scolastico, ovviamente a seguito di deliberazione motivata del consiglio di classe.

Per chi sarà ‘segnato’ da un voto di comportamento inferiore a 6/10 in sede di valutazione periodica, si imporranno attività di approfondimento su cittadinanza attiva e solidale, col fine di comprendere le cause e le conseguenze dei propri comportamenti e accrescere la consapevolezza delle proprie azioni all’interno della comunità scolastica, ovviamente per sospendere il voto in condotta e salvarsi dalla bocciatura.

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