Scanzi sul Nove: “Giuli su Germano? Rosicone, ma la destra reagisce così perché nel cinema ha prodotto ben poco (e lo sa)”

Il ministro Giuli sulle parole di Elio Germano dopo i David? Reazione “da rosicone” perché bisogna “rispondere nel merito alle critiche, non gridare sempre alla congiura. Purtroppo a destra sono sensibili sull’argomento perché “negli ultimi cinquant’anni in campo cinematografico non hanno partorito quasi nulla“. Così Andrea Scanzi, ospite di Accordi&Disaccordi (Nove) sulla polemica nata dopo […] L'articolo Scanzi sul Nove: “Giuli su Germano? Rosicone, ma la destra reagisce così perché nel cinema ha prodotto ben poco (e lo sa)” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 18, 2025 - 10:10
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Scanzi sul Nove: “Giuli su Germano? Rosicone, ma la destra reagisce così perché nel cinema ha prodotto ben poco (e lo sa)”

Il ministro Giuli sulle parole di Elio Germano dopo i David? Reazione “da rosicone” perché bisogna “rispondere nel merito alle critiche, non gridare sempre alla congiura. Purtroppo a destra sono sensibili sull’argomento perché “negli ultimi cinquant’anni in campo cinematografico non hanno partorito quasi nulla“. Così Andrea Scanzi, ospite di Accordi&Disaccordi (Nove) sulla polemica nata dopo le parole di Elio Germano alla fine della cerimonia dei David al Quirinale con il ministro della Cultura Alessandro Giuli. “Germano ha espresso un’opinione legittima. Capisce di cinema, è molto bravo. Era lì perché aveva vinto il David di Donatello (per il film “Enrico Berlinguer, la grande ambizione”, ndr). È un uomo impegnato, come spesso capita nella storia del cinema. – ha detto il giornalista – Non è che l’attore deve fare soltanto i film, altrimenti dovremmo cancellare, per esempio, la filmografia di Gian Maria Volonté. Di attori impegnati la storia ne è piena, aggiungo io, per fortuna. Se un artista si espone, secondo me va smontato sui contenuti, non come ha fatto il governo accusare Germano di fare dei film che sono finanziati, ma che non fanno sufficientemente cassetta perché, se vale questo giudizio, allora smontiamo veramente buona storia del cinema. Elio Petri non sempre ha fatto cassetta, ma che vuol dire? Che Elio Petri non era bravo? Bertolucci faceva meno incassi dei film di Alvaro Vitali, con tutto rispetto, vuol dire che Alvaro Vitali culturalmente vale più di Bertolucci? È molto scivoloso questo discorso. Non sono le elezioni politiche dove vince quello che prende più voti. Esiste la quantità, esiste anche la qualità. Poi che i soldi vengano sprecati anche nel cinema siamo d’accordo, ma dire che soltanto vale la cassetta al botteghino non direi. A quel punto rimane solo il cinema di Massimo Boldi e tutti gli altri li buttiamo via”.

“Quello che a me dà fastidio è che Giuli ha reagito in maniera molto rosicona e frignona a una critica nel merito di Germano e anche di altri. – ha proseguito Scanzi – Tu sei il ministro della Cultura, non puoi reagire a una critica più o meno condivisibile dicendo ‘state zitti’, tirare fuori l’egemonia culturale e dire ‘avevate gli intellettuali, adesso avete gli influencer e avete soltanto i comici’. Perché tu sei il ministro di un governo che ha degli obblighi istituzionali e devi rispondere nel merito delle critiche più o meno condivisibili, devi rispondere in altro modo e invece a me sembra che abbiano questa reazione da cane di Pavlov, da cane pavloviano che di fronte alla cultura dice sempre ‘oddio, la sinistra, l’egemonia culturale!’ Ma non è una congiura, benedetta la miseria, se la destra negli ultimi cinquant’anni nel cinema non ha partorito quasi nulla. Non è una congiura. Se voi fate un giochino, chi sono i grandi registi di destra? Non arrivate a tre. Se fate un giochino ‘chi sono i grandi cantanti di destra?’. Non arrivate a tre. E non è la congiura, è che purtroppo negli ultimi decenni ha partorito poco la destra e quel poco che ha partorito, purtroppo spesso è stato isolato”.

Scanzi ha fatto l’esempio di Giordano Bruno Guerri che “secondo me sarebbe stato un grande ministro della Cultura, ma poi non fu scelto perché era troppo poco controllabile, perché era intelligente, preparato e colto. E allora fu deciso, sbagliando, di mettere in quel dicastero lì, che è fondamentale, una figura più o meno simpatica, più o meno apprezzabile, che era più gestibile, cioè Sangiuliano. E dopo Sangiuliano, Meloni ci ha messo Giuli, che è partito come ‘adesso faccio quello che voglio io’ e adesso sembra essersi irreggimentato. A me sembra quello il problema: si parla di cultura di destra, ma c’è n’è poca e questo fa soffrire Giuli che è un uomo intelligente e che sa che c’è questa lacuna “, ha concluso Scanzi.

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