Sanremo 2025, Rose Villain duetta con Chiello: chi è l’artista “pentito” della trap

Quando la trap incontra il cantautorato italiano, l’insolito è dietro l’angolo. E quando la scena si sposta su un palco leggendario come quello dell’Ariston, il risultato può essere davvero sorprendente. Chiello, ex membro degli FSK Satellite, salirà sul palco del Festival di Sanremo 2025 per duettare con Rose Villain nella serata delle cover. I due...

Feb 14, 2025 - 22:44
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Sanremo 2025, Rose Villain duetta con Chiello: chi è l’artista “pentito” della trap

Quando la trap incontra il cantautorato italiano, l’insolito è dietro l’angolo. E quando la scena si sposta su un palco leggendario come quello dell’Ariston, il risultato può essere davvero sorprendente. Chiello, ex membro degli FSK Satellite, salirà sul palco del Festival di Sanremo 2025 per duettare con Rose Villain nella serata delle cover. I due porteranno “Fiori rosa, fiori di pesco” di Lucio Battisti, un omaggio a un’epoca musicale che ha segnato la storia della canzone italiana.
Un duetto che racconta la storia di un artista che ha lasciato la trap per abbracciare una nuova identità musicale, più intima e riflessiva. Una storia di cambiamento, di crisi superate e di ricerca di equilibrio.

Da FSK Satellite a Battisti: il percorso di Chiello

Chiello, al secolo Rocco Modello, nasce a Venosa nel 1999. La sua carriera inizia con gli FSK Satellite, collettivo trap di cui fanno parte anche Taxi B, Sapobully, ThugNizü, Powv e YoungGucci e che ha infiammato la scena trap italiana a suon di barre crude e sonorità aggressive. Il successo arriva presto: l’album d’esordio, datato 2019, “FSK Trapshit” diventa disco di platino, ma quel mondo, fatto di eccessi e ritmi frenetici, gli sta stretto.

“Ho affrontato la nausea per la vita che stavo facendo. Quella sensazione di star vivendo una vita che non mi apparteneva. Mi sono fermato ed ho deciso di volermi bene. E ora sto meglio in equilibrio”, racconta in un monologo per la trasmissione “Le Iene”.

@redazioneiene

“Se c’è qualcosa che conta davvero è sapere di aver detto qualcosa di vero”. Il monologo di Chiello a #LeIene #DaVedere

♬ suono originale – redazioneiene

Una presa di coscienza che lo porta a intraprendere un percorso da solista, più vicino alle sue vere inclinazioni artistiche.

Un rapporto controverso con la musica

Per Chiello, la musica è stata rifugio e tormento allo stesso tempo. “Con la musica in generale ho un bel rapporto, ma con la mia un po’ meno. Spesso è diventata un incubo”, confessa. Un’affermazione forte, che spiega bene il suo rapporto di amore-odio con l’arte che lo ha reso celebre.
Un conflitto interiore che non impedito di scalare il successo, visto il percorso solista che lo ha portato a pubblicare album apprezzati come “Oceano Paradiso” e “Mela Marcia”, dove emerge una scrittura più matura e consapevole. Chiello canta di paure, solitudine, dipendenze e ricerca di significato. Temi che toccano nel profondo la sua generazione.

Il richiamo del cantautorato

La musica italiana di oggi? “Mi fa cagare”, ha dichiarato senza mezzi termini in un’intervista a Rockol. “Mi rattristano i temi. Quando ascolto le canzoni di oggi, quelle che vanno in classifica, fatico a trovare dei significati. Sembra tutto molto superficiale e questo mi disturba”. Un punto di vista netto, che spiega il suo avvicinamento al cantautorato classico.
Le sue ispirazioni parlano chiaro: Luigi Tenco, Enzo Carella, Piero Ciampi. E ovviamente Lucio Battisti. “Quando Rose mi ha chiesto di accompagnarla nella serata dei duetti con ‘Fiori rosa, fiori di pesco’, non ho potuto rifiutare.

Sono un grande ammiratore di quel periodo musicale”, racconta. Un’ammirazione che si traduce in una scelta stilistica ben precisa: meno autotune, più sostanza.

Un Sanremo che segna una nuova fase

Salire sul palco dell’Ariston per lui non è un vero segnale di svolta. Dopo aver toccato il fondo, aver attraversato momenti difficili e aver trovato la forza di cambiare, oggi Chiello guarda avanti.
Non teme il giudizio di chi lo segue da quando faceva trap. “Non ho paura che le persone siano deluse dal mio cambiamento. Io sono una persona e, come tutti, faccio il mio percorso”.
Sanremo 2025 segna dunque una nuova fase della sua carriera, dove la contaminazione tra generi diventa simbolo di libertà artistica. E chissà, magari anche un punto di partenza per future esplorazioni musicali.

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