Regno Unito: nuove regole sui visti, addio ai “lavoretti” per imparare l’inglese: bisognerà saperlo prima
Chi sognava di trasferirsi a Londra per servire cappuccini o rifare letti d’hotel mentre imparava l’inglese, dovrà presto rivedere i propri piani. Il governo britannico guidato da Keir Starmer ha infatti annunciato una riforma destinata a cambiare profondamente il volto dell’immigrazione. Non sarà più possibile ottenere un visto lavorativo per mansioni non qualificate se non...

Chi sognava di trasferirsi a Londra per servire cappuccini o rifare letti d’hotel mentre imparava l’inglese, dovrà presto rivedere i propri piani. Il governo britannico guidato da Keir Starmer ha infatti annunciato una riforma destinata a cambiare profondamente il volto dell’immigrazione.
Non sarà più possibile ottenere un visto lavorativo per mansioni non qualificate se non si possiedono già determinati requisiti: tra questi, una laurea e una conoscenza avanzata dell’inglese. L’obiettivo del primo ministro è chiaro: ridurre drasticamente il numero di persone che arrivano nel Regno Unito senza competenze specifiche.
Il nuovo piano, presentato ufficialmente ieri, punta a rimettere al centro la manodopera interna, cercando di reinserire nel mondo del lavoro quasi 9 milioni di cittadini britannici attualmente inattivi. In questo modo, mestieri come camerieri, addetti alle pulizie o operatori socio-sanitari non saranno più accessibili ai giovani europei (italiani compresi) in cerca di una prima esperienza all’estero.
La misura permetterà di ridurre di circa 50.000 unità l’arrivo di lavoratori stranieri poco qualificati
La nuova linea è coerente con lo spirito post-Brexit, che già imponeva agli stranieri una sponsorizzazione aziendale e un salario minimo annuo pari a circa 38.000 sterline per ottenere un visto. Ora si alza ulteriormente l’asticella con il rafforzamento dei requisiti linguistici: sarà necessario parlare inglese fluentemente anche per ruoli di base e i familiari a carico dovranno dimostrare una conoscenza minima della lingua.
Tra i settori più colpiti ci sarà quello socio-sanitario. Il governo intende bloccare il rilascio di nuovi visti per operatori assunti dall’estero, pur garantendo eccezioni per chi è già presente nel Paese con un permesso in corso di validità. Secondo la ministra dell’Interno Yvette Cooper, la misura permetterà di ridurre di circa 50.000 unità l’arrivo di lavoratori stranieri poco qualificati in un solo anno.
Insomma, il Regno Unito chiude la porta ai giovani senza titoli, cercando di rispondere alle pressioni interne su una gestione più rigida dell’immigrazione. Un messaggio chiaro: non basta più imparare l’inglese sul posto. Ora serve dimostrare di conoscere la lingua prima di mettere piede sul suolo britannico, dicendo addio ai sogni di gloria di tanti (e con loro, anche alla libertà di fare nuove esperienze all’estero).
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