Recupero crediti, crescita a doppia cifra nel 2024 con incassi a 21 miliardi
Il recupero crediti accelera il passo. Con una crescita a doppia cifra nel 2024 su più fronti. Le imprese del settore hanno gestito in conto terzi 46 milioni di pratiche, in aumento del 25% rispetto al 2023. Bollette di luce e gas non pagate, rate del credito al consumo o scadenze del mutuo saltate hanno […] L'articolo Recupero crediti, crescita a doppia cifra nel 2024 con incassi a 21 miliardi proviene da Iusletter.

Il recupero crediti accelera il passo. Con una crescita a doppia cifra nel 2024 su più fronti. Le imprese del settore hanno gestito in conto terzi 46 milioni di pratiche, in aumento del 25% rispetto al 2023. Bollette di luce e gas non pagate, rate del credito al consumo o scadenze del mutuo saltate hanno raggiunto quota 191 miliardi di euro, il 10% in più del 2023 e il valore più alto mai registrato. Al tempo stesso è migliorata la capacità di portare alla luce quelle somme e incassarle: gli importi recuperati sono ammontati a 21 miliardi, il 23% in più del 2023, pari a circa un punto di Pil, liquidità “liberata” a vantaggio dell’economia reale. Lo rivela il quindicesimo Rapporto Unirec, l’Unione nazionale delle imprese a tutela del credito guidata da Marcello Grimaldi, che riunisce oltre il 70% delle imprese del comparto. Realizzato insieme a Nomisma, verrà presentato oggi a Roma nel corso del convegno annuale “ Nuovi equilibri finanziari, Ia e etica”.
«Nel 2024 – sottolinea il vicepresidente di Unirec Cristian Bertilaccio – il settore si è dimostrato competitivo e resiliente, con performance in crescita nonostante la forte pressione dovuta all’aumento delle masse e ha confermato il proprio ruolo economico e sociale alla ricerca di soluzioni condivise per un accordo stragiudiziale riducendo il ricorso all’attività legale e quindi la pressione verso il sistema giudiziario». A trainare la crescita è stato il cosiddetto conto terzi originator – quando il mandato viene affidato alle società di recupero da un soggetto terzo proprietario del credito (come banche, operatori di utilities e tlc): in questo segmento le pratiche finite sul tavolo degli addetti sono state oltre 34 milioni (+32% rispetto al 2023) con un forte aumento di bollette non pagate (7 milioni in più) e di pagamenti a rate non effettuati (+1,5 milioni). Gli importi da recuperare hanno invece registrato uno scatto in avanti del 25% (a oltre 72 miliardi) sulla spinta di scadenze di mutui (+8,2 miliardi) e rate del credito al consumo (oltre 7 miliardi in più).
Se si considera anche il conto terzi cessionario (quando il servizio è svolto per conto di un soggetto che ha acquisito il credito da banche o tlc, ad esempio un fondo) il 64% delle pratiche ha riguardato debiti delle famiglie, ma anno dopo anno è aumentata la quota di quelli delle imprese che ha raggiunto il 36% del totale (dal 25% del 2023). Il ticket medio affidato ha registrato un lieve calo rispetto al 2023 ma è rimasto tra i più elevati di sempre nel quinquennio a 4.135 euro.
A livello geografico Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia ed Emilia-Romagna si sono confermate in testa per pratiche e importi da recuperare e in tutte sono state registrati miglioramenti nelle performance.
«L’aumento dei volumi di gestione – spiega Bertilaccio – si è tradotto in un numero medio di pratiche per azienda che ha superato per la prima volta quota 300mila: un’ulteriore sfida per un settore dove il numero di addetti (circa 16mila) è cresciuto di appena il 3% rispetto al 2023». A facilitare il loro compito può contribuire l’intelligenza artificiale, soprattutto nell’analisi dei dati e nel miglioramento dell’efficienza. Il 41% delle aziende intervistate dichiara di usare l’Ia e oltre un terzo la considera un fattore determinante per l’attività, ma solo il 23% ha un livello di conoscenza adeguato. «L’Ia – afferma Manuel Zanella, consigliere di Unirec – rappresenta un’opportunità per l’innovazione a supporto della componente umana che nel nostro settore resta essenziale». Oltre all’innovazione per agevolare il lavoro degli addetti, aggiunge Bertilaccio, «servirebbe l’accesso alle banche dati pubbliche, come avviene in altri Paesi Ue, che è al momento in Italia non è consentito».
Guardando al futuro le tensioni macroeconomiche e geopolitiche suggeriscono cautela nelle previsioni. «Le imprese che gestiscono i crediti – fa notare – dovranno confrontarsi con una domanda di servizi sempre più complessa, in un contesto dove si prevede un aumento delle insolvenze tra le fasce più fragili della popolazione e tra le imprese più esposte che potrebbe portare a un ulteriore aumento delle masse». Intanto il settore si candida a mettere a disposizione le proprie competenze anche per la gestione dei crediti erariali. «L’ingresso dei servicer privati guidati da una regia pubblica – conclude Bertilaccio – permetterebbe un recupero efficace, contribuirebbe a ridurre le perdite per lo Stato e a migliorare l’equilibrio dei conti pubblici».
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