Puddu (Banca Investis): “L’M&A è un un terreno ricco di opportunità”
Il 28 aprile scorso Banca Investis ha annunciato l’ingresso di un manager di lunga esperienza come Massimiliano Puddu Sant’Andrea (nella foto), in qualità di senior executive advisor nella direzione di CM&CA (leggi qui la notizia) . In questa intervista Puddu racconta il perché della sua scelta e i suoi progetti futuri. Possiamo riassumere i motivi... Leggi tutto

Il 28 aprile scorso Banca Investis ha annunciato l’ingresso di un manager di lunga esperienza come Massimiliano Puddu Sant’Andrea (nella foto), in qualità di senior executive advisor nella direzione di CM&CA (leggi qui la notizia) . In questa intervista Puddu racconta il perché della sua scelta e i suoi progetti futuri.
Possiamo riassumere i motivi che l’hanno spinta a unirsi a Banca Investis dopo una carriera già consolidata alle spalle?
La scelta di entrare in Banca Investis nasce dalla fiducia in un management team giovane, dinamico e stimolante. Ho trovato un ambiente in cui il confronto è continuo. La banca sta vivendo un percorso di crescita rapido e ambizioso e per me rappresenta l’opportunità ideale per mettere a frutto la mia esperienza, contribuendo a consolidarne il posizionamento come player di riferimento nel mercato del M&A e della consulenza strategica. Milano, ormai cuore finanziario d’Europa, è il contesto perfetto per sviluppare soluzioni ad alto valore aggiunto per clienti sempre più sofisticati.
Su quali aree sarà impegnato maggiormente nella sua esperienza in Banca Investis?
Dopo anni di esperienza nella gestione industriale, continuerò a dedicare particolare attenzione a questo ambito, con un focus sulle operazioni straordinarie che oggi sono sempre più frequenti nel mercato. Il segmento mid-corporate rappresenta un terreno ricco di opportunità, soprattutto in ottica M&A. In parallelo, intendo rafforzare la nostra presenza nel mondo large corporate, replicando operazioni di alto profilo come quella che ho realizzato sul gruppo Rocco Forte insieme a Banca Rothschild: un deal di grande valore, che ha dimostrato le nostre capacità operative e consulenziali.
Dopo vent’anni di carriera, come sono cambiate le operazioni straordinarie a livello corporate? Ci sono dei trend, delle trasformazioni strutturali che si sono verificati rispetto ai suoi esordi di carriera?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione significativa. Le imprese oggi ricorrono sempre più spesso a strumenti finanziari un tempo poco diffusi. Le banche retail stanno progressivamente perdendo centralità nel dialogo con le aziende, mentre le investment bank e le advisory firm hanno assunto un ruolo cruciale. L’uso di fondi di private equity, venture capital e debito strutturato è diventato parte della quotidianità per molte imprese. È auspicabile inoltre un aumento di operazioni di aggregazione industriale: il roll-up e il build-up sono ormai pratiche comuni nelle conversazioni con gli imprenditori. Stiamo vivendo un momento molto interessante dal punto di vista finanziario, e dobbiamo saperlo cogliere e incentivare.
Spesso le imprese italiane, soprattutto quelle piccole e medie e di origine familiare, sono restie a mettere in atto operazioni straordinarie sul capitale. Concorda con questa analisi? Ci sono ritardi “culturali” su questo fronte che a suo avviso sono in via di superamento?
È vero: un certo ritardo culturale c’è, ma sta progressivamente riducendosi. Le imprese familiari, che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo, stanno cambiando approccio, anche se lentamente. Sarebbe auspicabile vedere più aggregazioni e la nascita di grandi gruppi in grado di competere a livello internazionale. Le nuove generazioni, in questo senso, stanno portando una mentalità più aperta e orientata alla crescita, con una maggiore propensione a utilizzare strumenti finanziari evoluti. Come sistema bancario, abbiamo la responsabilità di supportare questo cambiamento. Il momento politico ed economico che stiamo vivendo è favorevole: può diventare un volano straordinario per creare sinergie tra banche e industria, favorendo lo sviluppo e – auspicabilmente – l’aggregazione.