Primario arrestato a Piacenza, l’inchiesta partita dopo (per ora) unica denuncia di una dottoressa

Nel mese di febbraio 2025 – le cimici e le telecamerine piazzate dagli agenti della Squadra mobile di Piacenza nello studio di Emanuele Michieletti, 60 anni, primario di Radiologia dell’ospedale Civile di Piacenza hanno immortalato 32 abusi sessuali e altri rapporti consensuali. Il nome del medico – arrestato mercoledì e tenuto ufficialmente segreto in virtù […] L'articolo Primario arrestato a Piacenza, l’inchiesta partita dopo (per ora) unica denuncia di una dottoressa proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 8, 2025 - 08:53
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Primario arrestato a Piacenza, l’inchiesta partita dopo (per ora) unica denuncia di una dottoressa

Nel mese di febbraio 2025 – le cimici e le telecamerine piazzate dagli agenti della Squadra mobile di Piacenza nello studio di Emanuele Michieletti, 60 anni, primario di Radiologia dell’ospedale Civile di Piacenza hanno immortalato 32 abusi sessuali e altri rapporti consensuali. Il nome del medico – arrestato mercoledì e tenuto ufficialmente segreto in virtù del bavaglio Cartabia – è stato compito dei giornalisti trovarlo e diffonderlo per diritto di cronaca ed evidente interesse pubblico.

Ma il primo atto di ribellione è stato quello della dottoressa che a gennaio ha firmato la prima e per ora unica denuncia. La professionista era entra nello studio del primario per discutere del piano ferie. È il responsabile del reparto che decide in base ai turni e alle esigenze. Michieletti, medico molto stimato professionalmente, secondo il racconto messo a verbale chiude subito a chiave l’ufficio (che ieri è stato sequestrato dagli agenti, ndr), sbatte la collega contro un mobile, la violenta. Un’aggressione sessuale repentina e violenta che viene interrotta dall’arrivo di un terzo medico che bussa alla porta.

La donna, secondo quanto riferito nel lungo comunicato della Polizia di Stato, dopo l’assalto si è rivolta alla direzione della Ausl emiliana. Viene quindi presentata una querela che fa scattare immediatamente le indagini. Una seconda dottoressa si presenta in Questura per denunciare, ma poi ritira l’esposto per paura delle conseguenze di aver segnalato all’autorità giudiziaria quelli che in molti definiscono un uomo “potente” e che vanta “conoscenze”. Il meccanismo degli accertamenti è innescato e nel giro di 45 giorni la procura ha in mano tantissimi elementi che possono sottoporre al giudice per le indagini preliminari che ordina l’arresto e dispone i domiciliari.

Ora sarà da capire se questo provvedimento preliminare innescherà le denunce di quelle che sono state individuate come vittime del primario. Donne impaurite dal ruolo, prostrate dalla serialità degli attacchi. Di fatto – si legge la nota della Polizia – il primario “compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio, all’occorrenza chiudendole nella stanza e bloccandole. Sebbene siano stati anche registrati all’interno dell’ufficio dei rapporti sessuali consenzienti con alcune operatrici, peraltro nell’orario di servizio, nella maggior parte dei casi le condotte erano espressione di atteggiamenti prevaricatori, evidenziati dalle riprese audio-video. È stato registrato come l’uomo abbia appositamente convocato una collega consenziente per sfogare la sua libidine, insoddisfatto dai soli palpeggiamenti ai danni di una vittima avvenuti pochi minuti prima. Le flebili resistenze delle vittime, ormai in stato di prostrazione, erano vinte di volta in volta, ed ogni giorno ricominciavano nuovi abusi”.

Infine gli investigatori sottolineano che a rendere complesse le indagini, è stato il clima di forte omertà all’interno del reparto, che ha portato diverse vittime a essere reticenti in prima battuta con gli investigatori circa quello che stavano patendo. Nel corso delle indagini, una seconda dottoressa, appositamente invitata in Questura, decideva di sporgere denuncia e raccontare degli abusi subiti, per poi ritirarla il giorno successivo per timore delle conseguenze lavorative e familiari. “Sono al momento diverse le vittime individuate che hanno confermato gli abusi sessuali, ma come i video e le immagini estrapolati dimostrano chiaramente, si tratta solo di parte delle donne costrette a subire atti di violenza”.

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