Eurovision 2025, il racconto della prima prova di Lucio Corsi
È il momento dell’Italia sul palco dell’Eurovision 2025 e a rappresentarci c’è Lucio Corsi, che ha affrontato la sua prima prova con “Volevo essere un duro” L'articolo Eurovision 2025, il racconto della prima prova di Lucio Corsi proviene da imusicfun.

È il momento dell’Italia sul palco dell’Eurovision Song Contest 2025 e a rappresentarci c’è Lucio Corsi, che ha affrontato la sua prima prova con “Volevo essere un duro”, glam ballata rock dall’anima anni ’70 e dal messaggio potentissimo.
Il cantautore toscano ha portato sul palco svizzero lo stesso impianto scenico visto al Festival di Sanremo, ma con alcune novità che ne arricchiscono l’impatto visivo e narrativo.
Il brano è una sorta di inno per chi si sente diverso, per chi fatica a trovare un posto nel mondo. Se non si conosce l’italiano, l’organizzazione ha previsto sottotitoli in inglese durante l’esibizione televisiva (così come confermato stamane in una conferenza stampa organizzata dalla Rai), permettendo così a tutti di comprendere il significato profondo del testo.
Lucio ha iniziato la performance seduto al suo pianoforte lunghissimo, indossando un bolero a spalle larghe simile a quello visto nel videoclip ufficiale – un richiamo visivo alla teatralità del glam rock di David Bowie. Al suo fianco, il chitarrista Tommaso Ottomano, co-autore del brano. Dopo la prima parte, Corsi prende la chitarra e si sposta al centro del palco.
A rendere unica la messa in scena ci sono due enormi speaker in stile vintage posizionati sullo sfondo, uno quadrato di circa quattro metri e un altro leggermente più piccolo. L’effetto visivo è completato da un filtro seppia applicato alla regia televisiva, che dona all’esibizione una patina anni ’70, calda e nostalgica.
Il momento più sorprendente arriva verso il finale: Lucio suona un’armonichetta dal vivo, dettaglio raro sul palco dell’Eurovision, mentre lui e Tommaso si muovono sulla passerella. Il tocco finale di un set che combina con sapienza estetica, sincerità e sperimentazione.
“È completamente diverso da qualsiasi altra performance vista quest’anno”, si legge nei primi commenti internazionali. E in effetti, Lucio Corsi riesce a distinguersi per originalità e coerenza, portando una proposta musicale e visiva che non rincorre le mode ma racconta una storia, la sua, in maniera autentica.
Con Volevo essere un duro, l’Italia lancia un messaggio forte e dolce insieme: non c’è nulla di più rivoluzionario che essere se stessi, con grazia, poesia e senza filtri. E Lucio Corsi lo fa con la consueta, magnetica naturalezza.
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