Perché si chiamano pulizie di primavera? Origine e significato
Dalle tradizioni antiche alle esigenze moderne, le pulizie di primavera raccontano un rito di passaggio tra stagioni, simbolo di rinnovamento, luce e cambiamento

Roma, 24 marzo 2025 – Contemporaneamente all’arrivo della bella stagione si apre il tempo delle pulizie di primavera. Qual è l’origine di questa espressione entrata nel linguaggio comune? Il termine evoca immediatamente il cambio di stagione: finestre spalancate, aria fresca che entra in casa, tende lavate e cassetti svuotati.
Tuttavia, non si tratta solo di una necessità pratica. La necessità di pulizie profonde da affrontare insieme all’arrivo del tempo primaverile affonda le radici in tradizioni culturali antiche e riti collettivi, il cui significato è più profondo di quanto si creda. Dietro ritroviamo le tracce di un gesto simbolico che segna la fine dell’inverno, un modo per fare spazio al nuovo e liberarsi di ciò che non serve più, fuori e dentro casa.
Perché si chiamano pulizie di primavera?
La primavera è il momento in cui la luce torna a farsi più presente nelle giornate. Il cambiamento è nell’aria: le giornate si allungano e aumenta il tepore. Anche per questi motivi inizia uno dei periodi migliori, né freddo né troppo caldo, per riordinare, arieggiare e pulire in profondità.
In molte case, in passato, non era possibile fare pulizie accurate durante l’inverno: il freddo scoraggiava l’uso di acqua. Le finestre erano più piccole e restavano chiuse. La polvere e la fuliggine si accumulavano continuamente, anche a causa dell’utilizzo di stufe e camini. Con la bella stagione si poteva finalmente spalancare tutto e dedicarsi a un’igiene più profonda.
Il termine “pulizie di primavera” nasce così, come risposta naturale a un cambiamento climatico e biologico. Ma il suo significato si è arricchito nel tempo grazie a usanze religiose, culturali e simboliche.
Una tradizione presente in molte culture
Già nella Persia antica si praticava una forma di “pulizia primaverile” in occasione del Nowruz, il capodanno persiano che coincide con l’equinozio di primavera. Era usanza spolverare ogni angolo della casa, lavare i tappeti, decorare con fiori freschi e accendere fuochi come gesto di purificazione. Una tradizione che ancora oggi vive in Iran e in altri Paesi dell’Asia centrale.
Anche nella tradizione ebraica le pulizie di primavera hanno un significato importante. Prima della Pasqua ebraica (Pesach), le famiglie osservanti eliminano ogni traccia di lievito (chametz) dalle abitazioni. Si tratta di un rituale accurato di origine antica che andava oltre l’igiene e diventava occasione per ripulire l’intera casa: un gesto simbolico di rinnovamento e pulizia spirituale.
Nella religione cristiana le settimane prima della Pasqua sono spesso dedicate alla penitenza e alla purificazione, sia simbolica che pratica: da qui deriva anche l’abitudine, diffusa in molte famiglie italiane, di sistemare la casa in vista delle festività pasquali.
Il concetto di “grande pulizia” nell’Ottocento
Nel XIX secolo, con l’industrializzazione e l’aumento dell’inquinamento domestico dovuto all’uso di carbone e candele, le pulizie di primavera assunsero anche un valore igienico evidente.
In molte città europee e americane, la primavera era il momento in cui si lavavano tende, tappeti, pareti annerite dalla fuliggine e si cambiavano i tessuti invernali con quelli più leggeri.
Si trattava di un vero e proprio momento di cambiamento e profondo rinnovamento della casa, da fare con l’aiuto di tutta la famiglia. Anche nei manuali domestici dell’epoca, la “grande pulizia” era prevista tra marzo e aprile, quando finalmente le temperature consentivano di lavorare all’aria aperta.
Una pratica che resiste nel tempo
Oggi, anche se abbiamo riscaldamenti moderni e case ben isolate, le pulizie di primavera continuano ad avere un significato importante. Sono diventate una sorta di rituale collettivo, a volte temuto ma spesso liberatorio, di cui fa parte il cambio armadi, con una funzione pratica ma anche di decluttering mentale.
In un mondo sempre più frenetico dedicare del tempo alla cura della casa è anche un modo per rallentare, prendersi cura del proprio spazio e della propria interiorità.
Pulire in primavera significa rinascere insieme alla natura. Un modo per riportare armonia negli spazi abitati, rinnovare l’energia della casa, ma anche osservare i propri bisogni e desideri. In molte culture si dice che "come dentro, così fuori": una casa ordinata e luminosa riflette un animo sereno. Non è un caso se molte persone decidono proprio in primavera di cambiare qualcosa nella propria vita, partendo magari da una stanza, da un armadio, da una finestra aperta.