Perché le banche si mangiano tra loro?
Predatori e prede: più che un Risiko, il gioco delle acquisizioni bancarie si trasforma in una vera savana. Con l’annuncio dell’offerta di Mediobanca su Banca Generali, il conto di OPA e OPS si alza ulteriormente, in un intreccio che continua a farsi sempre più fitto. E se la parte del Leone è metaforicamente già presa, una domanda resta: chi c’è […] L'articolo Perché le banche si mangiano tra loro? proviene da ilBollettino.

Predatori e prede: più che un Risiko, il gioco delle acquisizioni bancarie si trasforma in una vera savana. Con l’annuncio dell’offerta di Mediobanca su Banca Generali, il conto di OPA e OPS si alza ulteriormente, in un intreccio che continua a farsi sempre più fitto. E se la parte del Leone è metaforicamente già presa, una domanda resta: chi c’è davvero in cima alla catena alimentare?
MPS e l’assalto a Mediobanca
Il primo anello è l’Offerta Pubblica di Scambio lanciata il 24 gennaio da Monte dei Paschi di Siena sulla totalità delle azioni di Mediobanca. L’acquisizione, che arriva da un istituto di dimensioni più piccole, solleva non poche difficoltà tecniche e qualche perplessità rispetto alle opportunità. Diversi fondi internazionali presenti nell’azionariato hanno bocciato l’operazione, mentre l’ex Presidente dell’istituto senese Alessandro Profumo aveva detto di «non vedere la logica strategica». Anche i Mercati non sembrano convinti, con un’offerta a sconto di oltre il 4% sulla quotazione attuale di Mediobanca.
Ciononostante, il 13 febbraio l’offerta ha incassato il via libera BCE all’aumento di capitale, mentre è stata approvata dall’assemblea dei soci del 17 aprile con l’86% dei voti. Ora, però, la presenza di un’ulteriore operazione da parte di Mediobanca potrebbe complicare ulteriormente le cose.
L’offerta di Piazzetta Cuccia
La novità che scompagina la situazione è l’Offerta Pubblica di Scambio lanciata dall’istituto di Piazzetta Cuccia su Banca Generali, componente bancaria del gruppo Assicurazioni Generali, che ne detiene poco più del 50%. Ed è proprio grazie alla cessione della sua quota di maggioranza relativa del 13,2% nella capogruppo che Mediobanca intende finanziare la sua operazione, con uno scambio che sarebbe dunque tutto interno a casa Generali. Sulla carta, le premesse ci sono tutte: la banca del Leone quota al momento poco più di 6 miliardi di euro, a fronte di una quota di Mediobanca nella holding di valore superiore ai 6,5 miliardi. Positiva è anche la reazione dei Mercati, che per ora premiano Mediobanca con un +4,3% sulla chiusura di venerdì scorso e regalano un +7,8% a Banca Generali.
La chiave, però, sarà nella definizione del piano strategico all’indomani dell’acquisizione. Fondamentale, in particolare, è trovare un compromesso che consenta di mantenere la continuità operativa nel rapporto con il gruppo di origine anche dopo lo scorporo e l’eventuale cessione dell’istituto di credito.
Gioielli di famiglia
Ad aumentare l’appetibilità dell’istituto guidato da Gian Maria Mossa è anche la prospettiva di mettere le mani su un vero e proprio gioiello. Si tratta di Intermonte, la banca di investimento indipendente che Generali controlla da poco più di tre mesi, grazie a un’Offerta Pubblica di Acquisto lanciata lo scorso anno e chiusa il 27 gennaio 2025, con un corrispettivo complessivo dell’OPA da 98,2 milioni di euro, finanziato con risorse proprie in capo alla banca.
Intermonte, che in seguito al takeover è stata delineata da Euronext Growth Milan il 5 febbraio di quest’anno, ha registrato nel 2024 un fatturato di 42 milioni di euro in crescita del 24,45% rispetto all’anno precedente. L’OPA fa parte di una strategia avviata da Generali volta all’espansione nel campo dell’investment banking e dell’advisory alle piccole e medie imprese.
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