Perché anche il Canada minaccia di mollare gli F-35
In Canada il nuovo governo canadese ha annunciato che rivedrà l'acquisto di caccia F-35 di fabbricazione americana. Tutti i dettagli

In Canada il nuovo governo canadese ha annunciato che rivedrà l’acquisto di caccia F-35 di fabbricazione americana. Tutti i dettagli
Anche il Canada sta riconsiderando l’acquisizione dei caccia americani di quinta generazione alla luce delle tensioni con Washington.
Poche ore dopo il suo insediamento, il neo primo ministro canadese Mark Carney ha chiesto al ministro della Difesa Bill Blair di esaminare l’acquisto del caccia F-35 americano per vedere se ci sono altre opzioni “dato il contesto in evoluzione”. È quanto ha dichiarato un portavoce del dicastero della difesa canadese il 15 marzo, come riporta Ap.
Allo stesso tempo, Ottawa sta attivamente prendendo in considerazioni possibili alternative al caccia stealth F-35 costruito negli Stati Uniti e terrà colloqui con i produttori di aeromobili rivali, ha affermato il ministro della Difesa Bill Blair venerdì sera.
L’annuncia arriva all’indomani di quello del Portagallo che ha abbandonato i piani di sostituire i suoi jet F-16 con gli F-35.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato una guerra commerciale al Canada. Senza dimenticare che le dichiarazioni di Trump sull’annessione della Groenlandia (ora parte della Danimarca) e la trasformazione del Canada nel 51° stato americano rappresentano una “vera sfida” per il programma, ha affermato la scorsa settimana un ex funzionario della Difesa a Defense One.
Non solo, si teme che il governo degli Stati Uniti possa decidere di bloccare l’accesso agli aggiornamenti software e ai pezzi di ricambio necessari per rendere l’F-35 completamente operativo.
“L’F-35 rappresenta il prodotto di un’era di estrema fiducia, e [i paesi] potrebbero non fidarsi mai più degli Stati Uniti”, ha osservato Richard Aboulafia, ceo di AeroDynamic Advisory, una società di consulenza aerospaziale, sempre a Defense One.
E ora quella fiducia sembra proprio venire meno. Tanto che anche altri paesi europei stanno aprendo il dibattito, primo fra tutti la Germania.
Tutti i dettagli.
IL CONTRATTO DI OTTAWA CON LOCKHEED MARTIN
Il portavoce del ministero della Difesa Laurent de Casanove ha precisato che il contratto per l’acquisto dell’F-35 di Lockheed Martin è attualmente in vigore e che il Canada ha assunto un impegno legale di fondi per i primi 16 velivoli.
LA POSIZIONE DEL MINISTERO DELLA DIFESA DEL CANADA SUL CONTRATTO PER GLI F-35
Tuttavia il premier Carney ha chiesto al ministro della Difesa Blair di lavorare con l’esercito “per determinare se il contratto per l’F-35, così com’è, sia il miglior investimento per il Canada e se ci siano altre opzioni che potrebbero soddisfare meglio le esigenze del Canada”, ha detto il portavoce de Casanove.
“Per essere chiari, il contratto per l’F-35 non è stato annullato, ma dobbiamo fare i compiti a casa dato il contesto in continua evoluzione e assicurarci che il contratto nella sua forma attuale sia nel migliore interesse dei canadesi e delle Forze armate canadesi”, ha affermato de Casanove.
LA MOSSA CANADESE
Se per il Portogallo si tratta di un passo indietro riguardo le future intenzioni di acquisizioni del velivolo da combattimento americano, per il Canada invece c’è in ballo una revisione di un contratto ufficiale.
Era marzo 2022 quando il governo canadese aveva preventivato circa 19 miliardi di dollari canadesi (15 miliardi di dollari Usa) per l’acquisto dei caccia americani. All’epoca Il governo canadese aveva selezionato l’F-35 come miglior offerente nella gara per l’acquisto di un nuovo jet da combattimento per sostituire i CF-18 Hornet della Royal Canadian Air Force (Rcaf). In lizza c’era anche il Gripen di Saab. Il Canada aveva invece già escluso il Super Hornet del Boeing.
L’accordo per l’acquisto di 88 jet è arrivato nel 2023, quando l’ex Primo Ministro Justin Trudeau avrebbe dovuto incontrare l’ex Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
MA QUANTO COSTEREBBE L’USCITA DEL CONTRATTO A OTTAWA?
Si prevede che l’intero ciclo di vita del programma costerà 70 miliardi di dollari canadesi, sottolinea Ap.
Allo stesso tempo, ci sarebbe una qualche forma di penale contrattuale se il Canada non procedesse con l’intero acquisto, rileva Cbc. Tuttavia, i dettagli finanziari non sono chiari al momento. Un’altra considerazione in un potenziale ritiro totale o parziale dal contratto F-35 è che le aziende aerospaziali canadesi fanno parte della catena di fornitura del jet da combattimento, qualcosa che ha contribuito con 1,3 miliardi di dollari all’economia di questo paese tra il 1997 e il 2021, ricorda ancora Cbc.
LA POSIZIONE DI LOCKHEED MARTIN
Un portavoce della Lockheed Martin ha affermato che l’azienda attribuisce grande importanza alla sua solida storia con la Royal Canadian Air Force e ha affermato che “le questioni relative all’approvvigionamento dell’F-35 da parte del Canada sono affrontate al meglio dai governi canadese e statunitense”.
COME RIMPIAZZERÀ GLI F-35 IL CANADA?
E cosa ne sarà della flotta canadese senza tutti e 88 gli F-35 pianificati?
Il ministro Blair ha suggerito che il resto della flotta sarebbe composto da aerei di fornitori europei, come il Saab Gripen di fabbricazione svedese, che si è classificato secondo nella competizione.
Secondo Cbc, l’idea che il Canada voli con una flotta mista di jet da combattimento è qualcosa che l’aeronautica ha a lungo resistito, anche se lo ha fatto fino agli anni ’80, quando sono stati acquistati gli attuali CF-18. Significherebbe due diversi regimi di addestramento, hangar e infrastrutture separati e una diversa catena di fornitura, tutte cose che i pianificatori della difesa hanno insistito per decenni come troppo costose.
LA DIPENDENZA DALL'”ALLEATO” AMERICANO
Infine, come si interroga oggi Les Echos, sui diciassette Paesi, di cui undici europei, che hanno scelto l’F-35 americano rischiano di vedere i loro aerei da combattimento a terra in caso di disaccordo con Washington sul loro impiego?
È quanto emerge dalle recenti dichiarazioni del ceo di Airbus Defence and Space, Michael Schoellhorn. In un’intervista al quotidiano tedesco Augsburger Allgemeine. Il manager di Airbus ha dichiarato che “se la Danimarca avesse mai avuto l’idea di difendere la Groenlandia” (vale a dire contro i tentativi di annessione americani), i suoi F-35 “non sarebbero nemmeno arrivati così lontano”.
Schoellhorn ripropone così la tesi già sollevata Christophe Gomart, ex capo dell’intelligence militare francese e oggi eurodeputato del Ppe secondo cui la capacità operativa dei caccia europei F-35 dipende in larga parte dall’approvazione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Il principale appaltatore dell’F-35 Lockheed Martin, che ha sempre negato una cosa del genere, la scorsa settimana ha ripubblicato un comunicato stampa del governo svizzero in cui dichiarava che il suo esercito può far funzionare il jet in modo indipendente.
D’altronde, non si è mai materializzata alcuna prova effettiva di un kill switch puntualizza Defense One.
Eppure secondo gli esperti militari, è vero e risaputo che l’F-35 può essere bloccato da remoto se usato per finalità non condivise dagli Stati Uniti, come notato di recente dal professor Germano Dottori.