Intervista a ClaT: “Il-logico? Un gioco di parole che può assumere diversi significati”
ClaT torna sulla scena musicale con Il-logico, un singolo che mescola sonorità ipnotiche e un testo introspettivo. L'articolo Intervista a ClaT: “Il-logico? Un gioco di parole che può assumere diversi significati” proviene da imusicfun.

ClaT torna sulla scena musicale con Il-logico, un singolo che mescola sonorità ipnotiche e un testo introspettivo. Nato durante una sessione con i synth, il brano gioca sul contrasto tra suoni profondi e melodie leggere, anticipando il doppio album Logic, in uscita quest’estate. Il progetto esplora tematiche contemporanee e visioni futuristiche con incursioni fantascientifiche.
Dalle prime influenze rock, metal e grunge fino alla ricerca di nuove sonorità, ClaT continua a evolversi, portando avanti nuove collaborazioni, tra cui quella con i Fire Bet. Un percorso in costante sperimentazione, guidato dalla voglia di spingersi oltre i confini della musica.
Intervista a ClaT
- “Il-logico“*“ segna il tuo ritorno sulla scena musicale. Qual è stata la scintilla che ha dato vita a questo brano?
Per “Il-logico” l’ispirazione principale è nata quasi per caso. Mentre sperimentavo con alcuni synth, mi sono soffermato su dei suoni di basso che ho trovato subito ipnotici e affascinanti. Per creare contrasto, ho deciso di aggiungere altri suoni che mi sembravano più giocosi e li ho poi utilizzati come lead nelle sezioni strumentali.
2. Il titolo gioca con il concetto di logica e illogicità. Come si lega questa idea al messaggio del brano?
Il titolo di questo singolo è un gioco di parole che può assumere diversi significati, ma per svelarne un po’ la chiave di lettura, bisogna considerare che farà parte di un doppio album intitolato “Logic”. Questa scelta è nata anche per tributare la daw utilizzata per registrarlo.
3. Il pezzo nasce sperimentando con i synth e creando un contrasto tra suoni bassi e melodie leggere. Quanto è importante per te la sperimentazione sonora?
Negli anni è diventata per me una cosa fondamentale quando cerco di scrivere nuove canzoni, avendo ormai sperimentato tutti i giri di accordi del mio repertorio con le band in cui ho militato, mi piace ora trarre ispirazione direttamente dai suoni in fase di composizione.
Per le mie produzioni “soliste” precedenti, ho avuto la fortuna di collaborare con produttori come Giordano Colombo e Fabrizio Saullo, che mi hanno mostrato come semplici idee nate con la chitarra acustica possano prendere diverse direzioni sonore, così mi sono appassionato a nuove tecniche di scrittura direttamente tramite ricerca sonora.
Inzialmente, “Logic” è stato suonato tutto da me, però, avendo affrontato territori musicali in cui la mia abilità al basso non era sufficiente, ho coinvolto Luca Mazzoni, con cui avevo già collaborato in precedenza anche all’album “Directions”, il quale ha risuonato tutte le parti arricchendo le linee di basso e Julio Speziali dei Push Button Gently, che oltre ad avermi aiutato a registrare le voci si è divertito ad inserire ulteriori esperimenti sonori ai pezzi e poi procedere a mixaggio e mastering.
4. “Il-logico“ anticipa il doppio album “Logic“. Possiamo aspettarci un concept che si sviluppa tra i brani?
Assolutamente. La parte in inglese di “Logic” è proprio un cosidetto concept album e c’è una linea temporale che lega tutte le canzoni, come se fosse la sceneggiatura di un film. La metà in italiano riprende alcune tematiche ed atmosfere di quella inglese, ma è stato per me più una sfida a cercare di restituire nella nostra lingue le stesse melodie vocali nate in inglese.
5. Il tuo percorso musicale parte dal rock, dal metal e dal grunge, per poi esplorare nuove sonorità. Come hai vissuto questa evoluzione?
Tutt’ora mi piace suonare e comporre canzoni di questi generi perchè le trovo una valvola di sfogo e suonare con le band è sempre uno degli hobby più belli che si possano avere, da appassionato di musica. Già da subito oltre che con la chitarra elettrica, con cui all’inizio ogni riff che trovavo mi sembrava bello, ho iniziato a comporre anche con l’acustica. E’ però solo dopo aver visto affrontare dei lavori di arrangiamento totale dei miei pezzi tramite programmi musicali moderni che mi sono convinto ad iscrivermi ad un corso di registrazione, tenuto proprio dal succitato Fabrizio, che mi ha aperto nuovi orizzonti direttamente già in fase di composizione.
6. Nel tempo hai sperimentato sia con l’inglese che con l’italiano nei tuoi testi. Come cambia il tuo modo di scrivere in base alla lingua?
La cosa strana è che fino a qualche anno fa i miei pezzi nascevano direttamente in una della due lingue in modo molto istintivo ed a seconda della prima frase che mi veniva in mente ne veniva scelta una..
Poi è diventato più facile adattare anche in seguito nell’altra lingua alcune idee della prim’ora, a seconda di come il pezzo si evolveva. Sicuramente per canzoni più veloci l’inglese suona meglio, ma la sfida è proprio riuscire a scrivere testi non troppo semplicistici anche alle canzoni che palesemente suonerebbero meglio in inglese, quando si trova la quadra, la soddisfazione è sempre ai massimi livelli.
7. Il videoclip di “Il-logico” ha un’estetica sospesa tra sogno e realtà. Qual è il significato dietro le immagini del video?
Il regista, Alessandro Di Federico, è un amico di lunga data con cui avevo già collaborato per i video di alcuni brani precedenti, “Strada” e “Fail”, caratterizzati da una messa in scena più strutturata e dettagliata. Dopo avergli raccontato il significato di “Il-logico”, abbiamo subito concordato che il video doveva avere un impatto immediato, puntando più sulla forza visiva che su una narrazione tradizionale, nonostante le difficoltà delle riprese notturne a Milano. Grazie anche all’intensa interpretazione dell’attrice Alessia, siamo convinti che le sensazioni di déjà-vu, indifferenza e la percezione di vivere in un loop, trasmesse dal testo, emergano chiaramente nel video.
8. “Logic” esplora scenari contemporanei e futuri, con incursioni fantascientifiche. Qual è il filo conduttore di questo progetto?
Forse proprio perchè questo album è nato prima dalle basi strumentali, alcuni veri e proprio esperimenti della prim’ora al corso di registrazione, ammaliato e guidato dal suono dei synth, quando mi sono ritrovato a scegliere quali basi trasformare in canzoni vere e proprie, mi è venuto spontaneo immaginare come sarà la vita se veramente finissimo tutte le risorse del pianeta e nel futuro dovessimo decidere se scappare su di un altro pianeta.
9. Nel disco compare la figura dell’“Il-logico”. Chi è questo personaggio e in che modo ti rappresenta?
L’album, soprattutto nella sua versione inglese, narra una storia di cui “Il logico” è uno dei protagonisti, personaggio molto riflessivo che si chiede in effetti così sia rimasto di logico in questo mondo.
10. Nei tuoi brani emerge spesso un senso di disorientamento e di déjà-vu. Quanto c’è di autobiografico in questa sensazione?
Il testo affronta il tema dell’introspezione e della ricerca interiore, quei momenti in cui la realtà appare sfuggente e si ha la percezione di trovarsi di fronte a situazioni già vissute. Credo di ritrovarmi quotidianamente di fronte a questa situazione, credo accomuni molte persone.
11. Hai collaborato con la band Fire Bet e hai registrato parti vocali per alcuni loro brani. Come è nata questa collaborazione?
I “Fire Bet” sono una formazione hard rock di Como nata nel 2023, conoscevo già il bassista Edo da anni e dopo aver conosciuto anche Giulio, loro chitarrista e compositore ho ascoltato i loro primi pezzi con il poliedrico Ivan Mc Simon alla voce, trovandoli veramente belli e reminiscenti di band anni ’80 che ho sempre apprezzato. Giulio avendo scritto delle canzoni che credeva si adattassero di più alla mia voce mi ha chiesto se potevo dar loro una mano con la band e ci siamo ritrovati a completarle in Auditoria Records, uno degli studi registrazioni più rinomati di Como.
Per me il ruolo da interprete era stato già affrontato come bassista e chitarrista con le band punk rock “Ritchie Watson” e “Like Looking for Gold”, ma mi mancava di farlo come “vocalist”, così mi sono messo in gioco. Molto riuscita secondo me è “The solitude of the prime numbers” nel cui video si può ammirare il lago di Como. Nei prossimi mesi usciranno alcune composizioni al momento rimaste inedite.
12. Oltre al tuo percorso solista, sei attivo con i Dusk. C’è un confine netto tra i due progetti o c’è contaminazione tra di essi?
Coi “Dusk” abbiamo appena pubblicato il terzo album “Frames” a cui tengo moltissimo. Suonare e registrare con la band è sempre divertente e quando si riesce finalmente a completare un album è una soddisfazione enorme perchè significa che i gusti di 4 diverse persone si sono intrecciati e completati dapprima in fase di scelta e rifinimento dei pezzi e poi sono riusciti a prendere vita nelle canzoni che compongono il disco.
Credo, che nei pezzi composti da me per i “Dusk” si senta comunque poi la stessa matrice delle mie melodie soliste, ma, avendo una tipica formazione con 2 chitarre, basso e batteria, i pezzi registrati vengono portati direttamente sul palco nella maniera più diretta possibile, bellissima e coinvolgente sensazione che ci spinge ormai a suonare da tanti anni.
13. Dopo l’uscita di “Logic”, quali saranno i tuoi prossimi passi? Hai già nuovi brani in lavorazione?
Durante la composizione di “Logic” mi sono ritrovato con tantissime altre idee musicali che, se completate, potrebbero facilmente finire in una specie di “Logic 2”. Credo che però vista la velocità in cui si muove il mondo musicale, cercherò di pubblicare più spesso magari degli Ep con canzoni eterogenee, come è già capitato con “L’ipnotica fine di settembre con tornado in via Giovio” e “Sauna Chronicles”, che ho di fatto composto dopo “Logic”, ma ho avuto l’urgenza di pubblicare appena pronti.
L'articolo Intervista a ClaT: “Il-logico? Un gioco di parole che può assumere diversi significati” proviene da imusicfun.