Parenti invalidi, se ne hai uno sei ‘fortunato’ | Vai in pensione con largo anticipo: tutto merito di questa Legge

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Mag 18, 2025 - 10:36
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Parenti invalidi, se ne hai uno sei ‘fortunato’ | Vai in pensione con largo anticipo: tutto merito di questa Legge

Hai un parente con disabilità? Potresti smettere di lavorare molto prima del previsto, ecco i casi e le situazioni. 

Passare tutta la vita tra turni, riunioni e corse contro il tempo può essere già di per sé sfiancante. Ma quando, oltre al lavoro, c’è anche qualcuno in famiglia da accudire ogni giorno… beh, le cose si complicano parecchio. Assistere un parente disabile grave non è solo un atto d’amore: è una responsabilità che cambia tutto. Anche il futuro, compreso quello lavorativo.

Ora, non è che ci sia una soluzione magica, sia chiaro. Però in Italia esistono delle scorciatoie legali che possono aiutare – e non poco – chi si trova in questa situazione. Scorciatoie che non tutti conoscono, ma che fanno una grande differenza. E no, non sono favori o regali: sono diritti previsti dalla legge.

A volte, però, capire come funziona tutto questo è più complicato di quanto dovrebbe. Le regole per accedere alla pensione anticipata sono piene di condizioni, eccezioni, numeri… un vero labirinto burocratico. Eppure, per chi assiste un familiare in difficoltà, può valere davvero la pena fare un po’ di ordine.

Ah, piccola nota: per alcune opzioni conta pure se sei donna e quanti figli hai avuto. Già, non è proprio un sistema semplice. Ma se vuoi vedere se rientri in una di queste misure, un salto al patronato o una verifica dell’estratto contributivo INPS può darti le prime risposte.

Cosa prevede il sistema per chi si prende cura di un familiare

Come riporta Brocardi, tutto gira intorno alla famosa Legge 104 del ’92, quella che tutela chi ha una disabilità grave. Se ti prendi cura – da almeno sei mesi e convivendo – di un parente in questa situazione, potresti avere diritto all’APE Sociale. Che cos’è? Una forma di pensionamento anticipato confermata anche per il 2025 dalla Legge n. 207 del 30 dicembre 2024.

In parole povere, si può andare in pensione a 63 anni e 5 mesi invece dei soliti 67. Ma serve essere iscritti all’INPS (anche gestione separata) e appartenere a certe categorie, come i caregiver. E no, non basta dirlo: bisogna fare una domanda all’INPS per vedere se si ha effettivamente diritto a questa agevolazione. La richiesta va presentata entro tre scadenze precise (31 marzo, 15 luglio o 30 novembre 2025), quindi meglio segnarsele da qualche parte. Ma ci sono anche altre strade.

Caregiver (Depositphotos foto) - www.financecue.it
Caregiver (Depositphotos foto) – www.financecue.it

Altre opzioni

Per le donne, poi, c’è un’altra strada chiamata “Opzione donna”. Vale per chi assiste un parente convivente disabile da almeno sei mesi. Età minima? 61 anni, ma si scende a 60 con un figlio e a 59 con due o più figli. Serve anche avere almeno 35 anni di contributi, e attenzione: dopo aver raggiunto i requisiti si deve comunque aspettare 12 mesi (dipendenti) o 18 (autonome) prima del primo assegno. Sì, un po’ macchinoso.

E poi c’è la Quota 41 precoci. Nome un po’ tecnico, ma il senso è questo: se hai lavorato almeno 41 anni e uno di quei 41 lo hai versato prima di compiere 19 anni, potresti lasciare il lavoro prima. Anche qui, però, devi essere caregiver e convivere da almeno sei mesi con la persona disabile grave. Ah, e deve essere tutto continuativo, senza interruzioni.

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