Oro alle stelle: nel I trimestre 2026 possibile sorpasso dei 4.200 dollari e non solo
Dopo aver toccato nuovi record assoluti il mese scorso, l'oro potrebbe vivere una corsa senza precedenti: secondo le previsioni di WisdomTree, nel primo trimestre del 2026 il prezzo potrebbe volare fino a 4.210 dollari l'oncia, sospinto da rischi di stagflazione e svalutazione del dollaro. Ma nello scenario più estremo, ribattezzato "Accordo di Mar-A-Lago", l'oro potrebbe addirittura sfiorare quota 5.080 dollari.

L'oro ha raggiunto un nuovo massimo storico il 22 aprile a 3.500 dollari l'oncia, continuando la forte traiettoria al rialzo degli ultimi sei mesi. Il rally (+27% circa YTD) è stato sostenuto dal deprezzamento del dollaro statunitense e, per un certo periodo, dal calo dei rendimenti obbligazionari, segnando un'inversione di tendenza rispetto alle difficoltà che questi fattori avevano causato negli anni precedenti.
Lo si legge nel report di Nitesh Shah, Head of Commodities and Macroeconomic Research di WisdomTree, che spiega: "gli indicatori basati sul mercato suggeriscono rischi crescenti sia di recessione che di inflazione, ovvero un contesto di stagflazione che potrebbe generare un aumento significativo dei prezzi dell’oro, come evidenziato nel nostro scenario rialzista".
Sebbene la stima dei parametri sia complessa, WisdomTree prevede "potenziali turbolenze sul mercato dei titoli di Stato e un crollo del dollaro statunitense. I dazi introdotti per raggiungere tale obiettivo sarebbero altamente inflazionistici. Questo mix di politiche avrebbe un effetto estremamente rialzista sull'oro".
Le previsioni di consenso utilizzate nel modello di WisdomTree sono state formulate con i dati storici di Bloomberg (dati disponibili ad aprile 2025) prima della recente ondata di turbolenze che ha colpito i mercati.
Lo scenario del consenso
Secondo il consenso, l'inflazione sarebbe rimasta persistentemente al di sopra dell'obiettivo della Federal Reserve (Fed) anche prima dello shock prodotto dai dazi. All'epoca, il consenso prevedeva movimenti molto limitati dei rendimenti obbligazionari e un leggero deprezzamento del dollaro.
"Presentando una visione conservativa, riduciamo il posizionamento speculativo a 200.000. Questo porterebbe il prezzo dell'oro a 3.610 dollari" scrive Nitesh Shah di WisdomTree.
Lo scenario rialzista
Considerati gli eventi di inizio aprile, secondo Shah "potremmo essere più vicini a uno scenario rialzista, con un forte rischio di aumento dell'inflazione, deprezzamento del dollaro e potenziale compressione dei rendimenti obbligazionari (a seconda della reazione della Fed). Riteniamo che la domanda speculativa di oro dovrebbe rimanere elevata, alla luce dei crescenti rischi di recessione e inflazione".
In questo scenario, secondo WisdomTree, "i prezzi del metallo giallo potrebbero raggiungere i 4.210 dollari. Ci sono voluti 14 anni perché l'oro passasse da 1.000 a 2.000 dollari, e poco più di un anno per passare da 2.000 a 3.000 dollari. Ipotizzare un ulteriore aumento di 1.000 dollari, che porterebbe il prezzo a superare i 4.000 dollari, non sembra affatto inverosimile".
Lo scenario ribassista
Nel caso di uno scenario ribassista, in cui l'inflazione crolla raggiungendo il livello ambito (2%), i rendimenti obbligazionari salgono al 6% e il dollaro si apprezza, i prezzi dell'oro potrebbero scendere a 2.700 dollari. Tuttavia, scrive Shah, "tale livello rimarrebbe comunque superiore a quello visto all'inizio del 2025".
Dopo serie di previsioni, scrive Shah, "esploriamo anche uno scenario molto diverso basato su un'ipotetica politica di svalutazione del dollaro statunitense, il cosiddetto Accordo di Mar-A-Lago che rappresenta una politica ipotetica volta a svalutare il dollaro statunitense. Per essere chiari, nessun politico ha ufficialmente sostenuto quest’obiettivo strategico e rimaniamo scettici sulla fattibilità del sistema. Tuttavia, la discussione su una tale mossa politica ha guadagnato terreno tra gli analisti".
Come spiega Shah, "il suo nome prende spunto dall'Accordo del Plaza del 22 settembre 1985, in cui gli Stati Uniti ottennero un deprezzamento del dollaro con l'aiuto coordinato di Giappone, Germania, Francia e Regno Unito. In seguito all'accordo del Plaza, tra il 1985 e il 1987 il dollaro statunitense si è svalutato del 48%".
Nell'accordo di Mar-A-Lago, Shah ipotizza un deprezzamento del 20%: "L'inflazione aumenterebbe più di quanto previsto dal nostro scenario rialzista. Per questo esercizio, eliminiamo un'ipotesi esplicita sul rendimento delle obbligazioni, poiché riteniamo che potrebbe oscillare notevolmente in entrambe le direzioni. Sebbene la presunta intenzione alla base della manovra politica sia quella di ridurre i costi di finanziamento del debito statunitense (e quindi i responsabili politici vorrebbero vedere un calo dei rendimenti), il rifinanziamento del debito potrebbe suscitare preoccupazioni circa l'affidabilità degli Usa e spingere potenzialmente al rialzo i rendimenti obbligazionari. Come abbiamo visto nella seconda settimana di aprile 2025, un forte aumento dei rendimenti obbligazionari potrebbe essere accompagnato da una notevole impennata del prezzo dell'oro".
Tenendo conto di queste complicazioni, scrive Shah "abbiamo eliminato ipotesi esplicite sui mercati obbligazionari, presumendo però che l'oro trarrà vantaggio dalle turbolenze sui mercati del debito (in quanto bene rifugio). Riteniamo che il sentiment nei confronti del metallo giallo si rafforzerà notevolmente. Poiché si tratta di uno scenario decisamente fuori campione, crediamo che la nostra previsione di 5.080 dollari sia piuttosto conservativa".