Ops di Mediobanca su Banca Generali: ramoscello d’ulivo di Nagel a Caltagirone?
Che cosa si cela dietro la mossa di Mediobanca con l'Ops su Banca Generali. Il corsivo di Michele Arnese

Che cosa si cela dietro la mossa di Mediobanca con l’Ops su Banca Generali. Il corsivo di Michele Arnese
Si aggroviglia o si semplifica il risiko finanziario con l’Ops di Mediobanca su Banca Generali?
O meglio: l’Ops su Banca Generali è un guanto di sfida lanciato da Mediobanca a Mef, Caltagirone e Delfin in risposta all’Ops di Mps oppure è un ramoscello d’ulivo per iniziare a discutere di una pax bancaria?
Le interpretazioni sono entrambe plausibili, ma alcuni aspetti fanno propendere per la seconda lettura.
La mossa dell’istituto di Piazzetta Cuccia guidato da Alberto Nagel su Banca Generali (controllata dal gruppo Assicurazioni Generali) implica la vendita di tutta la quota di controllo di Generali da parte di Mediobanca (attuale primo azionista del colosso assicurativo di Trieste).
Ovvero proprio lo scenario prefigurato da tempo anche dai vertici di Mediobanca ma mai realizzato (perché fare a meno dei lauti dividendi del Leone?), ed auspicato esplicitamente dalla cordata orchestrata da Caltagirone.
Foglie del ramoscello s’intravvedono anche in una frase pronunciata oggi da Nagel, parlando con gli analisti dopo la comunicazione del lancio di Ops su Banca Generali: “Noi facciamo delle cose che pensiamo siano negli interessi degli azionisti. Caltagirone è un importante azionista e noi pensiamo di fare i loro interessi quando facciamo operazioni valide. Non facciamo operazioni contro i nostri azionisti o alcuni di essi”.
Parole magari utili in vista delle necessità di avere l’ok anche di Caltagirone nell’assemblea di Mediobanca (nel caso sia indispensabile un’assemblea straordinaria per l’Ops, data la passivity rule cui deve sottostare Mediobanca vista l’Ops lanciata da Mps su Piazzetta Cuccia).
Ma al di là di tecnicismi e aspetti legali, resta la sostanza. Con la mossa annunciata oggi, Mediobanca (che lo voglia o no) dice anche al mercato e agli azionisti (compresi Caltagirone, Delfin e Mediolanum), oltre che al governo: carissimi, volete mettere le mani su Assicurazioni Generali?; ok, siamo pronti a vendere la nostra quota e per uscire compriamo Banca Generali.
Sintesi brutale estrema: cari oppositori, se il vostro obiettivo è Generali, prendetela pure; ma mollate l’assedio a Mediobanca con l’Ops che avete lanciato tramite Mps.
La strategia ha una logica, anche se cozza con tempi e tattiche: il ramoscello d’ulivo arriva dopo che, solo pochi giorni fa, tutti si sono combattuti aspramente nell’assemblea dei soci di Assicurazioni Generali. Ha vinto Mediobanca (che ha riconfermato i vertici del gruppo Generali), mentre la lista di Caltagirone (critica verso Mediobanca e i vertici del Leone) ha perso.
Resta da vedere se il ramoscello d’ulivo sarà accolto o rifiutato. Perché, specie nel poco evangelico mondo della finanza, il ramoscello d’ulivo può essere visto come una forma di debolezza.
Alla prossima puntata del risiko.