Perché Nissan sbanda più del previsto sugli utili
Non sembra riuscire a rimettersi in moto Nissan, una delle prime 10 case automobilistiche per numero di vendite, oggi fortemente indebitata, con serie difficoltà sul mercato cinese e tra i marchi nipponici più colpiti dai dazi sui veicoli del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Fatti, numeri e analisi

Non sembra riuscire a rimettersi in moto Nissan, una delle prime 10 case automobilistiche per numero di vendite, oggi fortemente indebitata, con serie difficoltà sul mercato cinese e tra i marchi nipponici più colpiti dai dazi sui veicoli del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Fatti, numeri e analisi
Qualche mese fa e subito prima di rassegnare le proprie dimissioni, tra i consueti inchini di rito in segno di scuse, l’amministratore Makoto Uchida ha ammesso che Nissan versa in una “situazione estremamente difficile”, che ha imposto l’abbandono del piano industriale a breve e medio termine e il passaggio alla “modalità d’emergenza” nella gestione della società giapponese con sede a Nishi-ku, Yokohama.
Ben più di una semplice ‘spia sul cruscotto’ che ha reso particolarmente inquieti gli investitori, già allarmati del fatto che la connazionale Mitsubishi, anch’essa in crisi (la perdita netta è stata di 4,8 miliardi di yen, pari a 30 milioni di euro, nel periodo ottobre-dicembre), stia allentando l’alleanza col marchio dei tre diamanti e soprattutto inquietati dalla fuga di notizie sulla offerta di partnership lanciata in via ufficiosa (e prontamente arrivata ai giornali) all’americana Tesla, prontamente respinta dalla Casa guidata da Elon Musk.
I PASTICCI DI NISSAN FANNO MALE AI CONTI
Il cambio al vertice, con Uchida che rimarrà comunque nel board di Nissan fino all’assemblea degli azionisti di giugno, ha portato sulla poltrona del guidatore un nuovo Ceo, Ivan Espinosa. Un avvicendamento nell’aria da tempo, resosi necessario in seguito al crollo degli utili di oltre il 90% tra aprile e dicembre. Il colpo di grazia al manager giapponese è arrivato dalla chiusura definitiva alle trattative per la fusione con Honda, che – se fosse andato in porto – avrebbe creato il terzo gruppo automobilistico al mondo.
Invece l’addio di Honda ha di fatto sottolineato come Nissan sia ora più che mai alla ricerca di partnership salvifiche. E la situazione sta nuovamente peggiorando se si considera che Nissan ha diffuso un profit warning con riferimento alla pubblicazione dei conti del terzo trimestre. La Casa di Yokohama ha deciso di procedere con una “revisione significativa delle sue prospettive finanziarie” per l’esercizio fiscale al 31 marzo 2025 a causa degli oneri legati al piano di ristrutturazione e di altri fattori negativi prevedendo di chiudere il conto economico con una perdita netta tra 700 e 750 miliardi di yen (4,32-4,62 miliardi di euro) rispetto al rosso di 490 milioni di euro indicato a febbraio.
Solo il fatturato è previsto in crescita, a 12.600 miliardi di yen, a fronte dei 12.500 miliardi precedentemente annunciati. Per quanto riguarda le altre voci, Nissan ha abbassato da 3,65 milioni a 3,35 milioni le previsioni sui volumi. Quanto all’utile operativo è stato ora abbassato a 85 miliardi di yen, ovvero 35 miliardi in meno rispetto ai 120 miliardi indicati nella precedente previsione.
NISSAN SI E’ MAI RIPRESA DOPO GHOSN?
“Nonostante queste sfide, disponiamo di ingenti risorse finanziarie, di una solida pipeline di prodotti e della determinazione di risollevare Nissan nel prossimo periodo”, prova a rassicurare l’azienda. Ma l’impressione generale è quella di un gruppo ripiombato negli anni più bui della sua storia recente, quelli della rocambolesca fuga dal Giappone dell’ex amministratore delegato Carlos Ghosn, l’imprenditore che se da un lato ha permesso al marchio di ritrovare il prestigio di un tempo dall’altro ha provocato alla Casa di Yokohama incalcolabili danni a livello di immagine dato che, accusato di aver commesso reati finanziari per quasi 90 milioni di euro, scappò dagli arresti domiciliari lasciando il Paese del Sol Levante nascosto a bordo di una voluminosa cassa per strumenti musicali (all’aeroporto di Osaka non c’era in funzione uno scanner sufficientemente grande) caricato su di un jet privato.
I TAGLI DEI POSTI DI LAVORO E NEL RATING DI MOODY’S
L’anno scorso Nissan ha annunciato il taglio di 9.000 posti di lavoro in tutto il mondo e una riduzione del 20% della propria capacità produttiva. Non aiutano a tornare a galla le pagelle stilate da Moody’s nelle quali il rating creditizio di Nissan è arrivato ormai al valore “junk”, spazzatura, a causa della “scarsa redditività causata dal rallentamento della domanda per il suo portafoglio di modelli obsoleti”.
LA FRENATA NEGLI USA PER COLPA DEI DAZI
E poi ci sono i dazi di Donald Trump che hanno spaventato e non poco le case automobilistiche nipponiche, da sempre avvantaggiate dal loro presidio del mercato statunitense. Secondo Tatsuo Yoshida, analista di Bloomberg Intelligence, Nissan sarà la casa automobilistica più colpita tra i principali player giapponesi.
I numeri più recenti del resto dicono che il marchio dei tre diamanti ha generato il 30 per cento del suo fatturato negli Stati Uniti, vendendo 924.000 veicoli: il 45 percento dei quali importati tra Giappone e Messico. Per rispondere al mutato quadro macroeconomico, Nissan con ogni probabilità ora dovrà, contrariamente a quanto stabilito in precedenza, tornare a investire sul proprio impianto americano nel Tennessee e parallelamente procedere con l’interruzione delle vendite negli Stati Uniti di due modelli realizzati in Messico.
LE DIFFICOLTA’ CINESI
Come tante case automobilistiche, anche Nissan sconta la perdita di terreno in Cina, dove le vendite sono crollate del 24,1% nell’anno fiscale 2023. In tutta risposta alle difficoltà riscontrate nel principale mercato automobilistico al mondo, la Casa di Yokohama la scorsa settimana ha annunciato investimenti per 10 miliardi di yuan (1,4 miliardi di dollari) nello Stato vicino di casa. “I marchi cinesi sono eccezionali in termini di velocità”, si è limitato ad ammettere feralmente Stephen Ma, responsabile delle operazioni di Nissan in Cina, alla fiera di settore Auto Shanghai.