Oltre la paura: cosa indica ora davvero l’S&P 500
Nelle ultime settimane, il dibattito su una potenziale recessione negli Stati Uniti è tornato al centro dell’attenzione. Eppure, se osserviamo i mercati, sembrano raccontare una storia molto diversa. L’S&P 500 ha registrato un rally del +18% dai minimi di aprile, mentre le aziende continuano a riportare utili migliori delle attese e il tasso di disoccupazione... Leggi tutto

Nelle ultime settimane, il dibattito su una potenziale recessione negli Stati Uniti è tornato al centro dell’attenzione.
Eppure, se osserviamo i mercati, sembrano raccontare una storia molto diversa. L’S&P 500 ha registrato un rally del +18% dai minimi di aprile, mentre le aziende continuano a riportare utili migliori delle attese e il tasso di disoccupazione rimane storicamente basso. Ma cosa ci dice davvero tutto questo?
Uno degli aspetti più controintuitivi – ma fondamentali da capire per ogni investitore – è che i mercati azionari tendono a muoversi prima dell’economia. Sono da questo punto di vista dei “leading indicators”, che anticipano gli eventi economici. Questo significa che spesso i mercati iniziano a risalire ben prima che una recessione venga ufficialmente dichiarata conclusa.
Secondo il Bureau of Economic Research (NBER) ovvero l’ente che certifica i cicli economici negli USA, in media l’S&P 500 era già salito di oltre il 60% al momento in cui la recessione veniva dichiarata “terminata”.
Molti credono che due trimestri consecutivi di crescita negativa del prodotto interno lordo (PIL) indichino che l’economia sia in recessione, ma non è necessariamente così. L’inizio e la fine di una recessione sono determinati dal National Bureau of Economic Research, che considera una varietà di indicatori, non solo il PIL. Ad esempio, è stata dichiarata la recessione del 2020 da febbraio ad aprile di quell’anno, un periodo che non coincide con due trimestri interi di PIL. Inoltre storicamente, il National Bureau non ha annunciato l’inizio o la fine delle recessioni fino a diversi mesi dopo. Ad esempio, non ha annunciato la recessione del 2020, iniziata a febbraio 2020, fino a giugno dello stesso anno e quando ha comunicato la fine della recessione post-COVID, il mercato era già salito del 94%!
A tal proposito è molto famosa la citazione di Warren Buffet “Se aspetti i pettirossi, la primavera sarà già finita” Il pettirosso è un simbolo classico della primavera, ovvero di un miglioramento delle condizioni. Buffett dice che, se aspetti i segnali evidenti che la crisi è finita (i “pettirossi”), quando li vedrai sarà troppo tardi per investire: i prezzi saranno già saliti e le opportunità più ghiotte saranno svanite. Quando Buffet scrisse questa frase in un editoriale del New York Times era l’ottobre del 2008, ovvero nel pieno cuore della grande crisi finanziaria globale e l’S&P500 era già sceso del 50%, il panico era diffuso e molti investitori stavano ancora uscendo dal mercato, ma la lezione di Buffet era chiara: Anche se la paura e l’incertezza è dominante io sto comprando. Aspettare la “chiarezza” è spesso una strategia perdente. Quando i dati sono positivi e il clima è ottimista, il mercato ha già reagito, e le statistiche lo dimostrano.
Anche nell’attuale contesto di mercato, c’è una buona parte di mercato, diversi settori e titoli che hanno di fatto già vissuto una recessione di utili, i cui prezzi già quindi oggi incorporano uno scenario di rallentamento, dove le aspettative sono oggi molto basse ed è facile sorprendere a rialzo nei trimestri successivi.
Durante periodi di recessione, la diversificazione torna a essere cruciale. Asset come le obbligazioni hanno storicamente offerto una copertura parziale contro il crollo dei mercati azionari. Il mercato obbligazionario statunitense è in calo da 57 mesi, il periodo di gran lunga più lungo della storia, un dato interessante da leggere in ottica contrarian e di protezione del portafoglio.
E oggi più che mai, dopo anni di sottoperformance delle asset class internazionali, valutare un’esposizione globale può ridurre il rischio complessivo del portafoglio, con l’area europea ed anche Cinese ancora molto a sconto rispetto all’America.
A cura del team di gestione di Pharus