Oltre 23mila imprese sono ‘vulnerabili’ sul fronte dell’export | L’analisi dell’Istat

Più di 23mila aziende italiane vulnerabili all’export e 4.600 all’import Più di 23mila aziende italiane sono “vulnerabili” all’export e 4.600 all’import. Lo si legge nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi, presentato stamattina dall’Istat alla Camera di Commercio di Genova. Secondo Istat, un’impresa è vulnerabile alla domanda estera (all’export) se le sue esportazioni sono concentrate […] L'articolo Oltre 23mila imprese sono ‘vulnerabili’ sul fronte dell’export | L’analisi dell’Istat proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Mar 24, 2025 - 09:40
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Oltre 23mila imprese sono ‘vulnerabili’ sul fronte dell’export | L’analisi dell’Istat
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Più di 23mila aziende italiane vulnerabili all’export e 4.600 all’import

Più di 23mila aziende italiane sono “vulnerabili” all’export e 4.600 all’import.

Lo si legge nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi, presentato stamattina dall’Istat alla Camera di Commercio di Genova.

Secondo Istat, un’impresa è vulnerabile alla domanda estera (all’export) se le sue esportazioni sono concentrate geograficamente (in pochi mercati di sbocco), merceologicamente (in pochi prodotti) e spiegano una quota rilevante del suo fatturato.

Mentre lo è all’offerta estera (all’import) se le sue importazioni sono concentrate geograficamente (da pochi mercati di origine), merceologicamente (su pochi prodotti), spiegano una quota rilevante dei suoi costi intermedi e comprendono prodotti “Foreign dependent”, cioè scarsi e poco sostituibili.

Nel 2022 le aziende italiane vulnerabili all’export erano lo 0,5% del totale, ma impiegavano oltre 415 mila addetti (il 2,3%) e generavano il 3,5% del valore aggiunto e il 16,5% dell’export totali.

Erano vulnerabili soprattutto alla domanda statunitense (quasi 3.300 unità) e tedesca (oltre 2.800).

Le imprese vulnerabili verso gli Stati Uniti esportavano in tale mercato prevalentemente prodotti farmaceutici, prodotti meccanici (turboreattori e turbopropulsori), gioielleria, generi alimentari (vini e oli) e mobili.

Quelle alla domanda tedesca parti di autoveicoli, beni energetici (gas), materiale elettrico (fili e cavi), prodotti in metallo (quali viti e bulloni) e lavori in alluminio (barre e profilati).

Quanto alle aziende vulnerabili all’import, nel 2022 erano circa 4.600 (0,1% del totale), ma avevano dimensioni medie maggiori (oltre quadruple) e una produttività del lavoro doppia rispetto alla media del sistema, con circa 400mila addetti, il 5,7% del valore aggiunto generato e, soprattutto, il 23,8% delle importazioni complessive.

In particolare, erano vulnerabili all’importazione dalla Germania (quasi 900 unità) e in generale verso i mercati Ue, mentre per i paesi extra Ue lo erano nei confronti della Cina (circa 800 unità).

Quanto ai prodotti fortemente dipendenti dall’estero (perché scarsi e difficilmente sostituibili per il sistema produttivo italiano), i nostri principali mercati di approvvigionamento nel 2022 erano Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Cina.

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