Avanza la candidatura di Forno per il Museo della Resistenza. Luogo ’simbolo’ della memoria

Occupato dai partigiani, fu teatro della strage nazifascista del 13 giugno ’44

Apr 6, 2025 - 07:39
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Avanza la candidatura di Forno per il Museo della Resistenza. Luogo ’simbolo’ della memoria

Il tema è delicato. Mantenere la Mostra della Resistenza all’ex Cat, all’interno della nuova ’casa delle arti’, o trovarle una collocazione diversa? Detto così, d’istinto, verrebbe da sostenere la prima ipotesi, di conservare quello spazio all’ex Cat. Ma entrando nello specifico non si può non rilevare che molti fattori consiglierebbero invece un’altra soluzione. Innanzitutto quello all’ex Cat non è un vero e proprio museo ma una mostra permanente sulla Resistenza che dovrebbe essere migliorata e ampliata. Ospita più che altro una documentazione fotografica e alcuni reperti. Ma il punto è un altro: il luogo, così come uscirà fuori dal progetto finale di riqualificazione approvato, forse non si addice a un contesto dove salvaguardare la memoria e la nostra storia. Come detto, l’ex Cat sarà la sede di una ’casa delle arti’, pensata per i giovani, con auditorium musicale, sala di registrazione e prove per band, spazi polifunzionali per lo studio, per il teatro e le arti visive, con tanto di caffetteria. Siamo sicuri dell’accostamento con un Museo della Resistenza, che dovrebbe comunque avere un ingresso per conto suo? E poi la zona dice poco o nulla in tema di memoria storica riferita a quel periodo così drammatico che va dall’8 settembre 1943 al 25 aprile del 1945.

Crediamo allora che si debba trovare un’alternativa più idonea. Le soluzioni non mancano. Quella forse più logica e suggestiva rimanda al paese di Forno, un luogo caro al tema della memoria, teatro della prima vera strage nazifascista (13 giugno 1944), dove morirono 68 persone, quasi tutti giovani, l’unica di una certa rilevanza a Massa insieme alle fosse del Frigido. Inoltre va ricordato che la strage arrivò come conseguenza della ‘liberazione’ del paese da parte dei partigiani (9 giugno). Senza entrare nel merito di quell’azione (col senno di poi possiamo dire che fu avventata e poco opportuna), si tratta comunque di un momento importante e storico della Resistenza apuana. Forno, tra l’altro, conserva anche altre memorie preziose, come l’ex filanda e la Casa socialista. Un paese che oggi avrebbe bisogno di servizi, di interventi e di attrattive sia per metterlo in sicurezza dal punto di vista ambientale che per evitare l’abbandono e lo spopolamento. Portarci, o meglio crearci un vero Museo della Resistenza potrebbe essere il primo mattone di rilancio e sviluppo.

Le sedi in paese non mancano: pensiamo soprattutto, anche perchè più facile da realizzare, alla scuola comunale, che è tra l’altro intitolata a Marcello Garosi, il capo partigiano che occupò il paese in quel giugno del ‘44 e che perse la vita in seguito alla massiccia e violenta risposta dei nazifascisti. La scuola, che si trova nel centro del paese, vicino alla Casa socialista, è un grande immobile di tre piani che ospita ormai poche decine di alunni. Una scuola preziosa, da preservare e salvaguardare per il bene di tutta la montagna, ma che potrebbe tranquillamente dividere lo spazio con il Museo della Resistenza, ognuno con il suo ingresso. Un museo che potrebbe ospitare anche conferenze, incontri e presentazioni di libri, a colmare un altro vuoto del paese, uno spazio dove promuovere eventi. Insomma, un museo più bello, ricco e vivo.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella dell’ex Cotonificio Ligure, da tempo lasciato al suo destino: un’ipotesi piena di fascino, fose ancora più suggestiva, ma che richiederebbe interventi ben maggiori e tempi molto più lunghi.

Luca Cecconi