Oceani caldi e meteo estremo: vediamo le conseguenze

  Le osservazioni satellitari più recenti, elaborate attraverso il programma NOAA Coral Reef Watch e datate 23 Aprile 2025, tracciano un quadro decisamente allarmante sullo stato termico dei mari terrestri. Due mappe risultano particolarmente indicative: la prima mette in evidenza la temperatura superficiale delle acque (SST), mentre la seconda analizza le anomalie rispetto alla media […] Oceani caldi e meteo estremo: vediamo le conseguenze

Apr 27, 2025 - 08:16
 0
Oceani caldi e meteo estremo: vediamo le conseguenze
Le osservazioni satellitari più recenti, elaborate attraverso il programma NOAA Coral Reef Watch e datate 23 Aprile 2025, tracciano un quadro decisamente allarmante sullo stato termico dei mari terrestri. Due mappe risultano particolarmente indicative: la prima mette in evidenza la temperatura superficiale delle acque (SST), mentre la seconda analizza le anomalie rispetto alla media climatica del periodo 1991–2020 (SSTA). Soffermandosi sulla rappresentazione delle temperature superficiali, risalta in modo netto il riscaldamento anomalo che interessa in particolare la fascia equatoriale dell’Oceano Pacifico. In queste zone, le temperature raggiungono facilmente valori compresi tra i 28°C e i 30°C, confermando che l’evento di El Niño è ancora pienamente operativo, con conseguenze rilevanti sulla circolazione atmosferica planetaria. Anche l’Oceano Indiano, soprattutto nella porzione centrale e orientale delle sue regioni tropicali, registra temperature insolitamente elevate. Questa condizione favorisce una convezione intensa e determina alterazioni significative nei regimi pluviometrici e di siccità, influenzando persino aree molto lontane geograficamente. Non è da meno l’Oceano Atlantico, che conserva temperature superiori ai 26°C sino a latitudini medie, un chiaro segnale della robusta attività della Corrente del Golfo. Anomalie termiche fuori controllo: l’impronta climatica di El Niño Ben più esplicativa risulta però la mappa delle anomalie rispetto alla media storica. In essa, tutta la regione equatoriale del Pacifico orientale e centrale è caratterizzata da anomalie positive che superano i +2°C, confermando la forza e la persistenza di un episodio di El Niño particolarmente vigoroso. Il Nord Atlantico mostra ampie porzioni d’acqua con anomalie termiche positive, specialmente lungo il percorso della Corrente del Golfo e in prossimità delle coste occidentali europee, coinvolgendo Portogallo, Francia e Regno Unito. Al contrario, in alcune aree dell’Oceano Atlantico meridionale e lungo le coste dell’Africa sud-occidentale e dell’America Meridionale occidentale, si rilevano modeste anomalie fredde, associate al fenomeno opposto di La Niña. El Niño 2025: protagonista indiscusso dello scenario globale La configurazione oceanica che osserviamo in questo momento è dominata da El Niño, che sta alterando profondamente la circolazione di Walker e determinando cambiamenti climatici a scala globale. Gli alisei risultano indeboliti, favorendo correnti ascendenti più intense nell’Oceano Pacifico centrale, oltre a imprimere un potenziamento del getto subtropicale. Tali dinamiche, pur manifestandosi con maggiore intensità in aree come l’America Latina e l’Asia, estendono i loro effetti anche sul continente europeo e in particolare sulla regione del Mediterraneo. Gli esperti prevedono che l’influenza di El Niño si protrarrà ancora per alcune settimane, fino a interessare l’inizio dell’Estate 2025, lasciando poi probabilmente spazio a condizioni più neutrali o a un possibile sviluppo di La Niña nella seconda parte dell’anno. Atlantico e AMOC: un preoccupante segnale dal Nord Spostando l’attenzione verso le alte latitudini, è impossibile non notare la “macchia fredda” situata a sud della Groenlandia, comunemente conosciuta in ambito scientifico come “cold blob”. Questo fenomeno rappresenta un possibile segnale di rallentamento della AMOC, la Circolazione Meridionale Atlantica, che svolge un ruolo cruciale nel regolare il clima europeo. Il rallentamento della AMOC potrebbe tradursi in estati italiane più calde e secche e in inverni più rigidi e nevosi. Un’eventuale ulteriore debolezza della corrente comporterebbe un rafforzamento degli Anticicloni sull’Europa meridionale, aumentando così la frequenza delle ondate di calore e dei periodi siccitosi. Italia: evoluzione meteo tra Primavera ed Estate 2025 Le anomalie termiche positive osservate nel bacino del Mediterraneo e nell’Atlantico subtropicale indicano la probabile instaurazione di un assetto atmosferico dominato da condizioni di Alta Pressione. In questo contesto, i mesi di Maggio e Giugno potrebbero presentarsi più caldi del normale, accompagnati da una drastica riduzione delle precipitazioni, in particolare nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Le masse d’aria calda di origine africana, favorite dal surriscaldamento del Sahara e del Nord Africa, potrebbero già iniziare a spingersi verso nord entro la fine di Maggio, generando le prime ondate di caldo estivo in aree come la Pianura Padana, l’interno della Toscana e la Valle del Tevere. Estate 2025: il ritorno del caldo estremo Qualora il trend attuale dovesse consolidarsi, l’Estate 2025 rischierebbe di somigliare, se non addirittura di superare in intensità, le Estati eccezionalmente calde del 2022 e 2023. Il Mediterraneo, già riscaldato sopra la norma ad Aprile, tende a surriscaldarsi più rapidamente rispetto agli oceani durante la stagione estiva, dando luogo a un effetto di feedback positivo che accentua ulteriormente il caldo. Con la presenza di un possibile blocco anticiclonico di origine africana, le perturbazioni atlantiche verrebbero deviate più a nord, lasciando l’Italia sotto la costante influenza dell’Alta Pressione e di temperature particolarmente elevate. Le proiezioni non escludono la possibilità di temperature record durante i mesi di Giugno e Luglio, soprattutto se il getto subtropicale si posizionerà più a nord rispetto alla sua sede abituale. Dinamiche climatiche globali: un equilibrio sempre più fragile Analizzando attentamente le attuali configurazioni climatiche, emerge chiaramente una tendenza verso un’accelerazione dei cambiamenti climatici. Eventi meteorologici che in passato venivano considerati eccezionali, come un El Niño con anomalie superiori a +3°C o un Mediterraneo già rovente durante la Primavera, sembrano oggi avviarsi a diventare una nuova e inquietante normalità. Questa trasformazione ha implicazioni concrete e immediate. Il comparto agricolo italiano, ad esempio, rischia di dover affrontare gravi difficoltà dovute alla scarsità di piogge e alle temperature elevate, aumentando il rischio di crisi idriche. Anche il turismo, che ha finora beneficiato di Estati prolungate, potrebbe subire ripercussioni negative, con il rischio che il caldo eccessivo scoraggi l’afflusso turistico e limiti le attività all’aperto. Dal punto di vista energetico, la crescente domanda di sistemi di raffrescamento e condizionamento potrebbe mettere a dura prova le reti elettriche, soprattutto nei grandi centri urbani, incrementando al contempo il fabbisogno energetico e i relativi costi. Il quadro complessivo che si delinea è dunque quello di un sistema climatico sempre più instabile e sensibile, in cui anche piccole variazioni possono avere ripercussioni notevoli su scala regionale e globale.

Oceani caldi e meteo estremo: vediamo le conseguenze