Nuvole all’orizzonte per chi vola: diritti dei passeggeri a rischio
Per chi prende l’aereo, si profilano tempi difficili. E il motivo, questa volta, non è il meteo ma le decisioni che si stanno prendendo a Bruxelles. L’Unione Europea sta infatti rivedendo il regolamento 261/2004, la normativa che tutela i diritti dei passeggeri in caso di disservizi aerei. Un testo che nel corso degli anni ha […] L'articolo Nuvole all’orizzonte per chi vola: diritti dei passeggeri a rischio proviene da Economy Magazine.

Per chi prende l’aereo, si profilano tempi difficili. E il motivo, questa volta, non è il meteo ma le decisioni che si stanno prendendo a Bruxelles. L’Unione Europea sta infatti rivedendo il regolamento 261/2004, la normativa che tutela i diritti dei passeggeri in caso di disservizi aerei. Un testo che nel corso degli anni ha garantito rimborsi, compensazioni economiche, sistemazioni in hotel e riprotezioni rapide su altri voli. Il timore è che, se le modifiche in discussione verranno approvate, tutto questo venga drasticamente ridimensionato.
La riforma
Al momento, la riforma è ancora in fase di discussione: la presidenza polacca del Consiglio europeo sta spingendo per far avanzare il dossier, mentre si confrontano le posizioni del Parlamento e degli Stati membri. Secondo la rete ECC (European Consumer Centres Network), però, le modifiche previste sono profonde e, soprattutto, peggiorative per i viaggiatori.
Risarcimenti? Sempre più lontani
Attualmente, i passeggeri possono ottenere un indennizzo compreso tra 250 e 600 euro se il volo subisce un ritardo di almeno tre ore. Ma la nuova proposta alzerebbe questa soglia a 5, 9 o perfino 12 ore. Secondo l’ECC, l’85% di coloro che oggi riceve un risarcimento perderebbe questo diritto.
Riprotezione? Con tempi biblici
Anche in caso di cancellazione, i cambiamenti previsti non giocano a favore dei viaggiatori. Le compagnie aeree potrebbero attendere fino a 12 ore prima di offrire un volo alternativo. Un ritardo simile può compromettere del tutto i motivi del viaggio, specie per chi viaggia per lavoro o per eventi programmati.
Eccezioni allargate
Il regolamento 261 esclude i risarcimenti solo in caso di circostanze eccezionali, come eventi esterni imprevedibili. Ma la riforma in discussione allargherebbe significativamente questo concetto, ignorando gran parte della giurisprudenza sviluppata dalla Corte di giustizia europea negli ultimi vent’anni. Oggi, ad esempio, un guasto tecnico evitabile o uno sciopero interno non escludono automaticamente l’indennizzo. Con la nuova norma, lo potrebbero fare.
Le voci contrarie
Il Centro europeo dei consumatori italiano ha espresso forte preoccupazione, chiedendo all’Ue di fare marcia indietro. “Così si rischia di intasare i tribunali, perché i passeggeri potrebbero ricorrere comunque al Codice civile per far valere i propri diritti”, avverte la direttrice Maria Pisanò. “Molti dei diritti oggi acquisiti, come l’indennizzo per ritardo, sono frutto della giurisprudenza europea. Metterli in discussione apre la strada a un pericoloso precedente.” Anche l’avvocato Edno Gargano, esperto di diritto dei trasporti, critica duramente la riforma: “È un passo indietro inaccettabile, soprattutto considerando che i disservizi non sono affatto diminuiti. Solo nel 2024, in Italia, circa 500mila viaggiatori avrebbero avuto diritto a un risarcimento”.
I dati
I dati parlano chiaro: secondo ItaliaRimborso, nel 2024 si sono registrati 1.736 voli in ritardo di oltre tre ore, 924 cancellazioni e 141 casi tra overbooking e bagagli smarriti. Se tutti i passeggeri coinvolti avessero richiesto l’indennizzo, il totale dei rimborsi avrebbe potuto superare i 200 milioni di euro.
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