“Netanyahu rinuncia al viaggio a Roma per l’insediamento di Papa Leone XVI: teme di essere arrestato”

Dopo aver disertato i funerali di Papa Francesco, il premier di Israele Benjamin Netanyahu avrebbe voluto partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo pontefice Leone XIV, in programma domenica a san Pietro. Ma ha rinunciato per timore di essere arrestato, in esecuzione del mandato emesso nei suoi confronti emesso a novembre dalla Corte penale internazionale […] L'articolo “Netanyahu rinuncia al viaggio a Roma per l’insediamento di Papa Leone XVI: teme di essere arrestato” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 17, 2025 - 16:18
 0
“Netanyahu rinuncia al viaggio a Roma per l’insediamento di Papa Leone XVI: teme di essere arrestato”

Dopo aver disertato i funerali di Papa Francesco, il premier di Israele Benjamin Netanyahu avrebbe voluto partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo pontefice Leone XIV, in programma domenica a san Pietro. Ma ha rinunciato per timore di essere arrestato, in esecuzione del mandato emesso nei suoi confronti emesso a novembre dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Lo afferma il sito di informazione israeliano Ynet, secondo cui Tel Aviv ha condotto una serie di verifiche preliminari con le autorità italiane e vaticane per accertarsi del fatto che il provvedimento dell’Aja non sarebbe stato eseguito: le risposte ottenute, però, non sono state soddisfacenti e per questo si è deciso di annullare la trasferta.

A orientare la scelta potrebbe essere stato anche un cambio di registro nelle recenti dichiarazioni dei vertici del governo italiano. Alla notizia del mandato d’arresto, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini si era affrettato a dire che il leader israeliano sarebbe stato “il benvenuto” nel nostro Paese (video), perché “i criminali di guerra sono altri”. A gennaio, poi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva confermato che il mandato d’arresto non sarebbe stato eseguito in caso di visita in Italia, sostenendo che Netanyahu godesse dell’immunità garantita ai capi di Stato e di governo dalla convenzione di Vienna. Questa posizione ufficialmente non è stata modificata. Nelle ultime però il leader di Forza Italia ha usato parole nette di condanna nei confronti del massacro in corso a Gaza: “Non vorremmo più vedere soffrire la popolazione palestinese. Basta attacchi, arriviamo a un cessate il fuoco, liberiamo gli ostaggi, ma lasciamo in pace un popolo che è stato vittima di Hamas. Dobbiamo anche dire al governo israeliano: “Basta, la reazione c’è stata, garantite la vostra sicurezza ma arriviamo alla pace”” (video). Anche la premier Giorgia Meloni, pur nella prudenza imposta dal ruolo, nei giorni scorsi ha definito la situazione nella Striscia “sempre più drammatica e ingiustificabile“, rinnovando la richiesta a Netanyahu di “rispettare il diritto internazionale” (video).

I mandati di arresto nei confronti di Netanyahu e del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, erano stati emessi per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 – il giorno dopo la strage compiuta da Hamas, che ha dato inizio alla rappresaglia – fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura della Corte penale internazionale ha depositato le domande di mandato di arresto. In base allo statuto della Corte, i 124 Paesi che riconoscono la sua autorità, tra cui l’Italia, sono obbligati a dare attuazione alle sue decisioni nei rispettivi territori. “Faccio appello a tutti gli Stati Parte affinché rispettino il loro impegno nei confronti dello Statuto di Roma ottemperando ai mandati di arresto.Contiamo sulla loro cooperazione in questa situazione”, aveva detto il procuratore Karim Khan (ora in congedo dopo aver ricevuto accuse di molestie sessuali). Ad aprile però Netanyahu ha già visitato uno di questi Paesi, l’Ungheria, senza conseguenze: anzi, ricevendolo il premier di Budapest Viktor Orbán ha annunciato il ritiro dal trattato della Cpi, definita “un tribunle politico”.

L'articolo “Netanyahu rinuncia al viaggio a Roma per l’insediamento di Papa Leone XVI: teme di essere arrestato” proviene da Il Fatto Quotidiano.