Nel 18,6% delle imprese intelligenza artificiale già realtà strategica
La studio Luiss-Intesa. Con l’IA il 43% delle attività produttive migliora l’operatività. Stimato un taglio dei costi fino al 17% nei prossimi tre anni Il 18,6% delle imprese italiane ha già strutturato soluzioni di intelligenza artificiale (AI) «con un interesse in forte crescita guidato dal riconoscimento del suo valore strategico»: quasi una su due (43%) […] L'articolo Nel 18,6% delle imprese intelligenza artificiale già realtà strategica proviene da Iusletter.

La studio Luiss-Intesa. Con l’IA il 43% delle attività produttive migliora l’operatività. Stimato un taglio dei costi fino al 17% nei prossimi tre anni
Il 18,6% delle imprese italiane ha già strutturato soluzioni di intelligenza artificiale (AI) «con un interesse in forte crescita guidato dal riconoscimento del suo valore strategico»: quasi una su due (43%) segnala già un miglioramento dell’efficienza operativa. È una delle indicazioni più significative che emergono dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Look4ward sulle competenze del futuro, lavoro che ha coinvolto oltre 800 imprese, CEO e manager HR. L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e le strategie concrete per affrontare il cambiamento sono state al centro della nuova ricerca “The Augmented AI-Human Job. Nuovi scenari delle professioni nell’era dell’AI”, presentata ieri a Roma da Intesa Sanpaolo e Università Luiss Guido Carli nel campus dell’ateneo.
Il secondo rapporto di Look4ward, l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro – nato da un’idea di Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officier di Intesa San Paolo, Elisa Zambito, responsabile education Intesa e Paolo Boccardelli, Rettore della Luiss – che l’istituto conduce in collaborazione con l’Università Luiss e in partnership con Accenture e Digit’Ed, ha l’obiettivo di fornire strumenti interpretativi per supportare imprese e istituzioni nell’integrazione consapevole dell’intelligenza artificiale nel sistema produttivo italiano.
Dallo studio emerge poi che l’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi aziendali è destinato a crescere nel prossimo futuro con effetti rilevanti sul fatturato che potrà aumentare fino al 29% e sui costi che potranno ridursi del 17% nei prossimi 3 anni. Accanto allo sviluppo tecnologico, fondamentale per le imprese il rafforzamento delle competenze: 8 su 10 investiranno in percorsi formativi specifici nei prossimi tre anni e il 42% lo farà in collaborazione con le università; tra le competenze trasversali necessarie, quelle digitali giocano un ruolo centrale per il 62% delle imprese
«Investire sulle persone è condizione necessaria per valorizzare appieno il potenziale della tecnologia. L’AI è un’opportunità significativa per la crescita delle imprese italiane, ma deve accompagnarsi a investimenti mirati in formazione e a una visione strategica e organizzativa integrata, capace di trasformarla in una leva di creazione di valore sostenibile», sostiene lo studio, che è stato condotto dal Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” dell’Ateneo, il cui direttore scientifico è Enzo Peruffo: è stato chiesto a più di 800 imprese, CEO e HR manager di diversi settori quale impatto trasformativo sta avendo l’AI sulle loro aziende facendo emergere le sfide organizzative, formative e occupazionali, ma anche i ritorni concreti in termini di crescita e competitività. Per le imprese italiane l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità strategica, ma la sua efficacia dipende dalla capacità di ripensare processi, ruoli e competenze secondo il modello del lavoro “aumentato”, in cui l’AI affianca e potenzia il contributo umano.
Per questo, secondo la ricerca, le competenze trasversali, come un uso consapevole di digitale e AI o la capacità di comunicare concetti complessi in modo chiaro, sono da considerarsi centrali nell’affrontare la trasformazione tecnologica. Emerge, inoltre, l’importanza di sviluppare modelli collaborativi tra imprese e università, per costruire una formazione flessibile, accessibile e integrata basata sulla multidisciplinarietà.
Il rapporto di Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’Università Luiss propone il modello GenIAle (Generative Intelligence for Augmented Labor and Empowerment), che suggerisce «una visione in cui intelligenze umane e artificiali non si contrappongono, ma collaborano per potenziare la creatività, la capacità decisionale, l’apprendimento e la produttività. Con circa 2.350 specialisti IT già assunti per la trasformazione digitale, il Gruppo guidato da Carlo Messina è oggi all’avanguardia, sia nel servizio al cliente sia nel modello organizzativo – oltre 150 applicazioni di intelligenza artificiale e GenAI previste entro il 2025 -, un modello “human in the loop” che prevede un forte ruolo di guida delle persone e di integrazione dei processi».
Il progetto si inserisce nel più ampio portafoglio di iniziative della Luiss nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Tra le più recenti: l’istituzione di un nuovo Dipartimento, in AI, Data and Decision Sciences; il programma di “AI Literacy”: un percorso volto a promuovere la cultura dell’Intelligenza Artificiale, l’introduzione di un badge digitale destinato a tutti gli studenti della Graduate School per attestare le competenze acquisite in ambito di alfabetizzazione digitale, e infine il lancio di un innovativo strumento di orientamento, basato su tecnologie AI, pensato per offrire un’esperienza digitale, interattiva e personalizzata.
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