Monreale, le due sparatorie e le braccia alzate “in segno di vittoria”: negli atti le immagini e i racconti della strage

Sono due le sparatorie della notte di fuoco a Monreale. Dopo una prima raffica, uno dei due motorini torna indietro e parte una seconda raffica di colpi, poi ci sarà perfino un gesto di esultanza: il terzo fermato, il 19enne Mattias Conti, ha alzato le braccia “in segno di vittoria”. I dettagli della sparatoria nel […] L'articolo Monreale, le due sparatorie e le braccia alzate “in segno di vittoria”: negli atti le immagini e i racconti della strage proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 13, 2025 - 08:37
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Monreale, le due sparatorie e le braccia alzate “in segno di vittoria”: negli atti le immagini e i racconti della strage

Sono due le sparatorie della notte di fuoco a Monreale. Dopo una prima raffica, uno dei due motorini torna indietro e parte una seconda raffica di colpi, poi ci sarà perfino un gesto di esultanza: il terzo fermato, il 19enne Mattias Conti, ha alzato le braccia “in segno di vittoria”. I dettagli della sparatoria nel paesino alle porte di Palermo, dove il 27 aprile sono stati uccisi Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli, emergono dal provvedimento di fermo di Conti, il 19enne accusato dalla Procura di Palermo di essere il secondo ad avere aperto il fuoco contro la folla. Testimonianze, analisi delle posizioni dei cellulari e le immagini delle telecamere in zona: è il corposo materiale raccolto dagli inquirenti per risalire ai ragazzi dello Zen che quella notte hanno commesso una strage, sparando ad altezza d’uomo. “Ho sentito quattro-cinque colpi d’arma da fuoco e questa volta notavo che chi sparava aveva un giubbino tipo Blauer di colore bianco. Preciso che dei dieci soggetti, lui era l’unico che indossava un giubbotto bianco. In occasione della seconda sparatoria, preciso che chi sparava era ritornato in via d’Acquisto come passeggero a bordo di un motociclo Bmw F800 Gs di colore nero e chi guidava era robusto ed aveva un casco Momo Design”, si legge nel provvedimento di fermo di Conti.

Nelle trenta pagine della misura a carico del ragazzo, i pm Luisa Vittoria Campanile e Felice De Benedittis riportano le tante testimonianze raccolte dopo quella drammatica notte: “Li vedevo transitare a velocità e si fermavano pochi metri più avanti del ristorante Bricco e Bracco. In questo momento il passeggero, con grande destrezza, scendeva dalla moto e puntando la pistola in direzione di un ragazzo che saliva da via Arcivescovado tentava di colpirlo con almeno quattro-cinque colpi. Ricordo che il ragazzo tentava di saltare per evitare i colpi, inoltre si lanciava dietro la fioriera di Bricco e Bracco per proteggersi dai colpi. Subito dopo il passeggero del Bmw risaliva a bordo della moto e si davano alla fuga. Nello specifico si metteva in piedi sulla moto come passeggero e sparava in aria diversi colpi d’arma da fuoco”. Scene drammatiche raccontate da più voci: “Dopo la prima raffica di colpi io mi ero allontanato verso il ristorante “La Ciambra”, quindi tornavo indietro verso la piazza e in quel momento vedevo arrivare verso di me, sulla strada, il GS: a bordo c’era il soggetto in foto e io lo vedevo che, mentre stringeva in una mano il casco descritto prima, alzava entrambe le braccia in aria, come per fare un segno di vittoria”. Conti è stato identificato anche grazie alla collanina che porta al collo con un ciondolo raffigurante Lino Celesia, un giovane ucciso nel dicembre del 2024 davanti ad una discoteca a Palermo.

A mostrare le scene da guerriglia di quella notte ci sono anche i fotogrammi dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza: nel primo fermo immagine si vede arrivare “un motociclo con a bordo due persone con casco, il passeggero indossa giubbotto di colore bianco (il particolare che fa riconoscere Mattia Conti, ndr). Il motociclo giunge contemporaneamente ad altri tre scooters”. Nella seconda e terza immagine si vede il ragazzo col giubbotto bianco impugnare un “oggetto non meglio definibile” e correre. È l’1:28: pochi minuti dopo, all’1:31:41, lo scooter con a bordo il ragazzo col giubbotto bianco, presumibilmente Conti, viene scaraventato a terra da un “soggetto non identificato” che si scaglia contro la moto. “Mentre la motocicletta è inclinata sul fianco destro il passeggero che indossa un giubbotto di colore bianco tende il braccio come a voler mirare, in direzione di un ragazzo non meglio identificato, che scappa”. Pochi istanti dopo, all’1:31:49, spara in “direzione di un ragazzo non meglio identificato”. C’è chi prova a difendersi: all’1:31:51 “un soggetto sconosciuto lancia una sedia all’indirizzo del ragazzo che viaggiava quale passeggero sulla motocicletta tipo GS e che indossa un giubbotto di colore bianco. Quest’ultimo sembra che venga colpito dalla sedia”. Poco dopo un ragazzo si allontana tenendosi il fianco. Sono gli istanti che hanno portato alla morte dei tre ragazzi di Monreale, ricostruiti in tutta la loro drammaticità dalle indagini dei carabinieri di Palermo: “È stato solo un caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo cinque, di cui tre mortalmente, e non si siano invece prodotte più vittime”, scrivono i pm.

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