McLaren, stato della materia: il trucco per gestire le gomme

McLaren fa discutere in F1. D’altronde è sempre così quando un team domina e gli atri arrancano. La FIA viene sempre messa in mezzo, mi quanto le scuderie rivali provano a scoprire i trucchi del più bravo. La questione verte sulle gomme, ne abbiamo parlato quasi due mesi fa, analizzando il cestello dei freni della […]

Mag 14, 2025 - 16:34
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McLaren, stato della materia: il trucco per gestire le gomme

McLaren fa discutere in F1. D’altronde è sempre così quando un team domina e gli atri arrancano. La FIA viene sempre messa in mezzo, mi quanto le scuderie rivali provano a scoprire i trucchi del più bravo. La questione verte sulle gomme, ne abbiamo parlato quasi due mesi fa, analizzando il cestello dei freni della MCL39, tenendo presente che va considerata la parte termica ma pure il moto della ruota.

Il team inglese ha modificato le canalizzazioni per incrementare la superficie e di riflesso lo scambio termico al quale si può arrivare. Si è lavorato pertanto sull’attivazione delle coperture. Per di più fanno presenza due appendici aerodinamiche che spingono i flussi verso il basso. Un effetto downwash che contribuisce a spostare il vortice verso l’asfalto che poi si stacca dallo pneumatico.

McLaren F1 gomme
La gestione del calore nel mozzo della McLaren MCL39

Ovviamente le soluzioni di cui sopra sono allineate alla percentuale di anti dive dello gruppo sospensivo anteriore. Waché aveva criticato questa mossa, sottolineando il rischio di asincronia termica. Situazione che di fatto non esiste, in quanto McLaren ha capito come valutare al meglio tutte incidenze delle forze che agiscono sulle mescole creando un piccolo capolavoro di ingegneria. Chapeau.

Attivazione e temperatura target: la complessità legata alle gomme

Durante le ultime giornate si è sospettato che in McLaren potesse utilizzare metodi più sofisticati per la quasi gestione termica delle mescole. Abbiamo già parlato delle emblematiche parole di Toto Wolff, che spiegò dopo il Gran Premio di Miami come in Mercedes riescano a fare soltanto alcuni giri “perfetti”, durante la gara, quando la vettura è all’interno di quel cosiddetto “sweet spot”.

La scuderia di Woking, al contrario riesce invece a replicare tale contesto competitivo per ogni singolo giro della corsa. Indubbiamente, il vantaggio nella gestione delle mescole, specie su tracciati con caratteristiche ben diverse, è una delle principali ragioni per cui la MCL39 ad oggi si trova in testa al campionato. Sappiamo quanto sia importante riuscire a attivare gli pneumatici nel minor tempo possibile.

Oscar Piastri (McLaren) - F1
L’australiano Oscar Piastri (McLaren) in azione a bordo della MCL39

Idem quanto poi sia decisivo stabilizzare le temperature sulla lunga distanza. Il problema è sempre lo stesso, ovvero che la finestra di funzionamento delle gomme è molto ristretta e, in genere, la temperatura del pneumatico, sia quella del bulk che la superficiale, oscilla nel tempo a seconda di come la mescole viene sollecitata. Proprio per tale ragione risulta assai complicato mantenere il target attorno al valore ideale per accedere al vantaggio suddetto.

Il possibile trucco McLaren

Di recente, un ex ingegnere della massima categoria, al secolo Martin Buchan, ha offerto una particolare opinione a riguardo. Si parla dei materiali “PCM”, acronimo che si riferisce ai “Phase Change Materials”. Essenzialmente, per essere più chiari possibile, parliamo di sostanze che assorbono o rilasciano una certa quantità di calore nel momento in cui trasformano il loro stato, per esempio quando la materia passa da solida a liquida.

Nel passaggio di stato, a questi materiali serve un grande apporto di calore dove assorbono moltissima energia termica. Mentre lo fanno la temperatura rimane appunto costante e se impostata sul valore target necessario ecco che lo scopo richiesto fa presenza. In base al materiale utilizzato cambia il valore e per questo serve una una materia che possa contribuire allo scopo per amministrare le gomme al meglio.

Lando Norris - McLaren F1
Il britannico Lando Norris in azione con la sua McLaren MCL39

In questo modo la temperatura in eccesso della gomma viene rimossa evitando l’overheating. Un assorbimento che perdura per tutto il tempo necessario. I materiali in questione sarebbero posti all’interno di “capsule” che vengono poi collocate nella zona del cerchione. Restano alcuni dubbi sull’effettiva realizzazione di un sistema del genere, considerando l’importanza di tarare al meglio il sistema per evitare ogni sbavatura.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Scuderia Ferrari – F1