Marco Predolin e l’arroganza del successo: «Mi sentivo invincibile, poi la Rai mi ha dato un bidone»

«Si pensa che non possano fare a meno di te e che ti verranno a cercare: non è così» L'articolo Marco Predolin e l’arroganza del successo: «Mi sentivo invincibile, poi la Rai mi ha dato un bidone» proviene da Open.

Apr 17, 2025 - 08:19
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Marco Predolin e l’arroganza del successo: «Mi sentivo invincibile, poi la Rai mi ha dato un bidone»

marco predolin

Marco Predolin è stato «uno dei migliori presentatori della storia della tv italiana». Poi ha mollato tutto. Con una decisione che, spiega oggi al Corriere della Sera, definisce «folle. Ci sono treni su cui si sale una volta nella vita e anche solo per il risvolto economico avrei dovuto continuare per almeno altri 10 anni». All’epoca si sentiva invincibile: «Non avevo un agente che mi gestiva, mi sentivo onnipotente, immortale: l’arroganza del successo ti porta a credere che non possono fare a meno di te e se te ne vai ci sarà subito qualcuno a cercarti», dice a Renato Franco.

La carriera di Predolin

La sua carriera è cominciata dalla radio. Poi «M’ama non m’ama»: «Ero in un programma di Memo Remigi, tra gli autori c’era Paolo Limiti che apprezzava la mia verve simpatica e spiritosa. Così siccome sapeva che a Rete4 (allora ancora di Mondadori) cercavano un conduttore, mi presentò ai dirigenti: feci un’estate di provini, conditi da tanti “le faremo sapere”. Il format del programma era di Steve Carlin che mi voleva a tutti i costi, mentre a Rete4 non mi calcolavano perché preferivano un volto conosciuto. Ma lui si impuntò e allora decisero di affiancarmi Sabina Ciuffini, la valletta di Mike, per dare un’immagine più riconoscibile al programma».

Il gioco delle coppie

Due anni dopo Il gioco delle coppie: «Carlin voleva un sacco di soldi per i diritti di M’ama non m’ama e così i dirigenti — decisamente miopi — presero Il gioco delle coppie che costava molto meno». Ma lui mollò: «Registravamo tre o quattro puntate al giorno e via via diventava come una catena di montaggio, ripetitivo: ero un vigile urbano che regolava il traffico, dietro le quinte poi avvertivo tensioni che non capivo». Poi il passaggio alla tv di Stato: «E in Rai presi un bel bidone. Al palinsesto mi presentarono come il conduttore di Serata a sorpresa con Gabriella Carlucci, da un’idea di Japino. Solo che poi decidono di cancellarmi, io lo prendo in quel posto e il programma lo fa la Carrà: era Carràmba! Che sorpresa. Da lì in poi ho fatto cosette, ma roba da Serie B, Serie C».

Le televendite

E 12 anni di televendite: «Non hanno niente a che fare con lo spettacolo, devi solo essere simpatico e preciso. Per me le televendite erano il modo di avere una rendita, non certo un lavoro che ti fa sentire gratificato a vendere poltrone, divani, pentole o materassi. Poi anche lì a un certo punto, dall’oggi al domani, sono spariti. E allora ecco il piano B».

Ovvero: «Avevo già avuto un ristorante a Santo Domingo: sulla spiaggia, tavoli nella sabbia, facevo un po’ io, cucina italiana: con la cotoletta alla milanese e le trenette al pesto ai Caraibi conquisti gli italiani. Andavo e venivo, mentre registravo Il gioco delle coppie . Mi ha dato tanto a livello personale, ma a livello professionale mi ha penalizzato, registravo e partivo, non usufruendo dei benefit della popolarità: inviti, conoscenze, frequentazioni. Ma dopo 5 anni ho lasciato perdere, l’isola era diventata un casino: peccato, mi vedevo già come un Marlon Brando dei poveri».

I reality

Nel 2010 un altro ristorante: «A Porto Rotondo ho il Caffè della Marina, quando non avevo il cuoco facevo io — hamburger, club sandwich, cose così — ma oggi c’è uno chef bravissimo, io metto bocca per dare suggerimenti e aggiungere fantasia, creare l’effetto wow quando escono i piatti. Mia moglie si occupa della parte amministrativa — cioè, sta alla cassa —, e io mi occupo della sala: tutte le sere canto, gioco con i clienti, vado ai tavoli, faccio la mignotta del ristorante».

La spesa più folle che si è concesso: «C’è chi si mangia tutto con le donne o con le droghe, ma non è il caso mio. Io ci ho rimesso un bel po’ di soldi con le barche, con due in particolare, una a vela da 19 metri e un’altra da 18». L’ultima battuta è sui reality show: «Oggi ho chiuso. Avevo fatto La talpa come possibilità di rilancio, Grande Fratello e Isola per denaro: mi offri dei soldi per farmi vedere mentre mi calo le braghe e mentre muoio di fame? Ok, ci vado. Per me i reality — inutile negarlo — sono stati un bancomat».

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