L’Ungheria ha inserito il binarismo di genere e il divieto al Pride in Costituzione

Il parlamento dell'Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.

Apr 26, 2025 - 16:38
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L’Ungheria ha inserito il binarismo di genere e il divieto al Pride in Costituzione
  • L’Ungheria di Viktor Orbán ha lanciato una nuova crociata contro la comunità Lgbtiqa+ ungherese.
  • Il divieto a manifestazioni come il Pride sono stati inseriti in Costituzione con l’obiettivo di “tutelare i bambini”.
  • La nuova normativa prevede il ricorso al riconoscimento facciale per individuare i trasgressori.

L’Ungheria introduce il divieto al Pride, il binarismo di genere e la repressione dei dissidenti nella Costituzione. L’emendamento è stato votato dal parlamento il 14 aprile e comporta una nuova stretta ai diritti e alle libertà nel paese guidato da Viktor Orbán, dopo i proclami delle scorse settimane. 

Il 17 marzo il governo aveva presentato un disegno di legge volto a vietare il Pride, che quest’anno sarebbe giunto alla sua 30esima edizione ungherese. Ora il divieto è stato introdotto in Costituzione e prevede il ricorso anche al riconoscimento facciale per intercettare gli eventuali trasgressori. Oltre a questo, l’emendamento approvato dal parlamento prevede che nel testo costituzionale si parli espressamente di genere maschile e femminile. Infine è previsto il ritiro della cittadinanza per chi ha doppio passaporto ed è considerato una minaccia alla sicurezza del paese, una norma che verrà utilizzata per aumentare la repressione contro i dissidenti.

La stretta anti Lgbtiqa+ dell’Ungheria

L’Ungheria di Viktor Orbán ha lanciato una nuova crociata contro la comunità Lgbtiqa+ ungherese. Nella giornata del 17 marzo il governo aveva presentato un disegno di legge volto a vietare il Pride, la manifestazione che ogni anno si tiene nella capitale del paese Budapest e che quest’anno giunge alla sua 30esima edizione. Il disegno di legge inseriva il Pride tra gli eventi considerati dannosi per i minori e dunque esterni al diritto costituzionale di associazione. Questo per effetto di un’altra legge del 2021, che aveva vietato la diffusione di materiale che affronta i temi dell’omosessualità e del cambio di genere in contesti pubblici a cui hanno accesso persone minori di 18 anni. 

Il governo di Viktor Orbán ha presentato un emendamento per codificare nella Costituzione la normativa anti-Pride. La votazione è avvenuta lunedì 14 aprile e il parlamento, dove il governo gode di ampia maggioranza, l’ha approvato. Il governo ha sottolineato che si tratta di una forma di protezione dei bambini e l’emendamento, tra le altre cose, consente l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale per perseguire chi dovesse riunirsi per eventi come il Pride e più in generale per la rivendicazione dei diritti Lgbtiq+.

Non è finita qui perché l’emendamento approvato dal governo ha anche fissato nella Costituzione ungherese che “il sesso di nascita di un essere umano può essere maschile o femminile” e che “è dovere dello Stato garantire la protezione legale di questo ordine naturale e impedire che si cerchi di suggerire che sia possibile cambiare il sesso di nascita”. Di fatto una codificazione del binarismo di genere.

Caccia ai dissidenti

Oltre che una forma di repressione dei diritti e delle libertà Lgbtiq+, l’emendamento approvato dal parlamento ungherese restringe notevolmente lo spazio per il dissenso.

In primo luogo in occasione della sua votazione è stato anche votato un provvedimento che sospende l’immunità per alcuni parlamentari dell’opposizione che a marzo avevano protestato in aula contro il decreto anti-Pride. Inoltre l’emendamento approvato stabilisce la sospensione della cittadinanza ungherese per le persone con doppio passaporto “che rappresentano una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale in Ungheria”. Una forma di ricatto contro gli oppositori e i dissidenti, perché non prendano posizione contro il governo. 

L’Helsinki Hungarian Committee, tra le principali organizzazioni non governative che a Budapest si occupano di diritti umani, ha sottolineato che il nuovo emendamento approvato dal parlamento è un mezzo per “regolamentare la paura” e per “reprimere il dissenso, indebolire la tutela dei diritti umani e consolidare la presa del governo sul potere”. Nelle scorse settimane in Ungheria ci sono state diverse manifestazioni contro la nuova stretta repressiva del governo Orbán. E 22 ambasciate europee a Budapest hanno firmato una lettera di diffida contro il governo per la sua crociata anti-Pride e l’impatto sul diritto di riunione e associazione. In occasione della votazione dell’emendamento in parlamento, il partito di opposizione Momentum ha intimato la cittadinanza a bloccare i lavori e impedirne l’approvazione. Il testo però ha ottenuto la maggioranza e la Costituzione ungherse si appresta, ancora una volta, a essere modificata in una chiave repressiva