L’Europa rinvia le tariffe anti Usa due settimane in più per trattare

La Commissione europea rimanda di due settimane la ritorsione contro i dazi di Donald Trump. E prova così a ricavarsi «più tempo» per intavolare una trattativa con il presidente americano, che finora non è nemmeno iniziata. «A quanto ci risulta il 2 aprile gli Stati Uniti intendono imporre tariffe reciproche ai loro partner», ha detto […] L'articolo L’Europa rinvia le tariffe anti Usa due settimane in più per trattare proviene da Iusletter.

Mar 21, 2025 - 12:38
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L’Europa rinvia le tariffe anti Usa due settimane in più per trattare

La Commissione europea rimanda di due settimane la ritorsione contro i dazi di Donald Trump. E prova così a ricavarsi «più tempo» per intavolare una trattativa con il presidente americano, che finora non è nemmeno iniziata. «A quanto ci risulta il 2 aprile gli Stati Uniti intendono imporre tariffe reciproche ai loro partner», ha detto ieri il commissario al Commercio Maroš Šef?ovi? in audizione all’Europarlamento. «Solo allora i partner potranno impegnarsi in eventuali negoziati». Il primo pacchetto di controtariffe europee su whisky, barche e motociclette, che sarebbe dovuto scattare a inizio aprile, slitta quindi a metà mese, quando era già fissata una serie di dazi supplementari su altri prodotti made in Usa.

Finora l’Europa e il Canada sono le due potenze ad aver annunciato le risposte più decise al primo affondo commerciale trumpiano, i dazi al 25% su acciaio e alluminio partiti una settimana fa.

Altri Paesi come Regno Unito, Messico o Giappone hanno preferito invece aspettare. La scelta della Commissione di ammorbidire la reazione va incontro al messaggio di molte imprese e governi, tra cui quelli di Francia, Spagna e Italia, sulla necessità di evitare una escalation. «No a dazi contro dazi », ha detto tre giorni fa in Parlamento Giorgia Meloni. Mentre loscorso weekend il premier francese Bayrou aveva definito «un errore » i dazi contro il whisky, a cui Trump minaccia di replicare con un muro del 200% contro champagne e altri vini europei. Tutto rimandato allora, anche per non rompere il fronte Ue, in attesa che il 2 aprile l’amministrazione Usa riveli al mondo forma e dimensione dei famosi “dazi reciproci” con cui dovrebbe pareggiare tutte le restrizioni (compresa l’Iva) che le merci americane subiscono all’estero. E sperando che a quel punto Trump sia davvero disposto ad aprire un negoziato.

La posta in gioco è enorme. Ieri è stata la presidente della Bce Christine Lagarde a stimare l’impatto per l’Europa di una guerra commerciale. In caso di tariffe americane del 25% sulle merci Ue la crescita dell’eurozona, già molto debole, potrebbe scendere di tre decimi nel primo anno, che salirebbero a cinque in caso di ritorsione occhio per occhio. L’inflazione invece potrebbe salire di mezzo punto, complicando non pocola strada di normalizzazione dei tassi di interesse della Bce. Un livello di incertezza «eccezionalmente alto», a fronte del quale Lagarde ha ribadito che i guardiani dell’euro agiranno riunione per riunione valutando i dati, senza prendere impegni sulle mosse future. Nell’ultimo meeting di inizio marzo i tassi sono stati tagliati di 25 punti base, al 2,5%, il prossimo è previsto a metà aprile.

Ancora più complessa e incerta però è la posizione della Federal Reserve. Le tariffe potrebbero avere conseguenze negative anche maggiori per gli Stati Uniti, sia sulla crescita che su un’inflazione già in ripresa, ha spiegato due giorni fa il presidente Jerome Powell al termine di una riunione monetaria che ha lasciato i tassi invariati. Ma il pressing di Trump per politiche più espansive continua a salire: «La Fed farebbe molto meglio a tagliare i tassi ora che i dazi iniziano a farsi strada nell’economia ha scritto il presidente sul social Truth – . Fate la cosa giusta».

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