L’Europa del nord boicotta i prodotti americani. Report Le Monde

Mentre decine di migliaia di persone in Svezia e Danimarca hanno aderito a gruppi Facebook che invitano a non acquistare più prodotti americani, la società norvegese Haltbakk Bunkers ha annunciato che non fornirà più carburante per le navi militari americane. L'articolo di Le Monde.

Mar 8, 2025 - 10:54
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L’Europa del nord boicotta i prodotti americani. Report Le Monde

Mentre decine di migliaia di persone in Svezia e Danimarca hanno aderito a gruppi Facebook che invitano a non acquistare più prodotti americani, la società norvegese Haltbakk Bunkers ha annunciato che non fornirà più carburante per le navi militari americane. L’articolo di Le Monde

Le navi americane schierate al largo delle coste norvegesi dovranno trovarsi un nuovo fornitore di carburante. In un messaggio pubblicato su Facebook sabato 1°marzo, la compagnia Haltbakk Bunkers, operatore numero uno nei porti norvegesi, ha dichiarato che cesserà “immediatamente” di rifornire le navi della Marina americana. Una decisione presa in seguito al “più grande casino mai presentato in diretta televisiva dall’attuale presidente americano e dal suo vicepresidente”, dichiara la società in un comunicato pubblicato poche ore dopo lo scontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Donald Trump al White House.

Per quanto radicale possa sembrare, questo annuncio è solo uno dei tanti nei paesi nordici, dove sta prendendo piede il movimento che chiede il boicottaggio dei marchi americani. Nelle ultime settimane sono nati diversi gruppi su Facebook che elencano i prodotti e i servizi da mettere al bando. Se l’impatto di questa azione è ancora difficile da valutare, i partecipanti sperano di ispirare una mobilitazione più ampia, a livello europeo, in grado di far tremare le aziende americane.

Nel suo comunicato, concluso dallo slogan “Slava Ukraini!” (“Gloria all’Ucraina!”), Haltbakk Bunkers, il cui account Facebook non era più accessibile domenica 2 marzo, rende omaggio alla moderazione del presidente ucraino di fronte allo “spettacolo televisivo del pugnale alle spalle” organizzato dall’amministrazione americana. “Ci ha fatto star male”, afferma l’azienda, che “incoraggia tutti i norvegesi e gli europei a seguire il [suo] esempio”.

Decisione “morale”

Questa iniziativa ha messo Oslo in imbarazzo. Specializzata nei servizi di rifornimento alle navi che operano nelle acque norvegesi, Haltbakk Bunkers svolge un ruolo importante nell’industria marittima del paese, fornendo carburante alle navi che vi fanno scalo, comprese quelle delle forze NATO. In un comunicato, il ministro della Difesa norvegese Tore Sandvik ha assicurato, domenica 2 marzo, che la decisione della compagnia “non corrisponde alla politica del governo” e che “le forze americane continueranno a ricevere da Norvegia le forniture e il supporto di cui hanno bisogno”.

Da parte sua, il presidente di Haltbakk Bunkers, Gunnar Gran, difende una decisione “morale” e ricorda che la sua compagnia ha smesso di fornire navi russe fin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina. […]

Sui gruppi Facebook che invitano a boicottare i prodotti e i servizi americani in Europa settentrionale, le parole di Gran sono state applaudite. Con oltre 48.000 membri, il gruppo danese “Boycott varer fra USA” è stato creato il 3 febbraio. Il giorno prima, il vicepresidente americano, J. D. Vance, aveva definito la Danimarca un “cattivo alleato”, provocando l’indignazione dei danesi, dopo che il primo ministro, Mette Frederiksen, si era rifiutato di cedere la Groenlandia agli Stati Uniti.

Il 19 febbraio è stato creato un gruppo simile in Svezia. Lunedì 3 marzo, alle 7, più di 32.500 persone avevano aderito. Secondo i suoi amministratori, è “nato dalla frustrazione” nei confronti di un mondo “diventato molto più incerto e imprevedibile dal 20 gennaio”, data dell’insediamento di Donald Trump. I suoi membri pubblicano continuamente i nomi dei marchi e dei prodotti da boicottare.

Pratica ben radicata

«Ho smesso di acquistare prodotti alimentari di aziende americane come Heinz, Kelloggs, Snickers, Tuc. Ho cambiato motore di ricerca, passando da Google a Ecosia. Ho annullato [il mio abbonamento] a Netflix per utilizzare [il svedese] Viaplay. Rivedrò anche i miei investimenti finanziari», ha dichiarato Therese Sjöström al quotidiano Le Monde. […]

Il boicottaggio è una pratica ben radicata in Svezia, ricorda Hube Andersen, un membro del gruppo, che ricorda l’azione contro i prodotti francesi, all’inizio degli anni ’90, per protestare contro i test nucleari nel Pacifico. […]

“Boicottando i prodotti americani, possiamo mettere alcune carte in mano a Zelensky”, aggiunge Jakub Zulinski, che spera di far precipitare “la borsa americana in rosso per qualche giorno”. Forse allora “Trump si renderà conto che non vale la pena fare affari con Putin”, dice.

Se l’effetto di tali iniziative è difficile da misurare, il gruppo Sailing, leader nella distribuzione alimentare in Danimarca, ha già reagito modificando le etichette nei suoi supermercati: un asterisco nero, posto accanto al prezzo, indica che il prodotto proviene da un’azienda europea. Su LinkedIn, il suo CEO, Anders Hagh, si difende dall’essere accusato di fare politica: “Continueremo a offrire nei nostri reparti marchi provenienti da tutto il mondo, e saranno sempre i clienti a scegliere”, ha assicurato.

Nei paesi del nord Europa, come altrove nel continente, le vendite di Tesla sono crollate dall’inizio dell’anno. In Svezia, dove il modello Y è stato l’auto più acquistata nel 2024, le vendite della casa automobilistica americana guidata da Elon Musk sono diminuite del 44% a gennaio rispetto al 2024. In Norvegia, mercato storico per il marchio, sono diminuite del 38% e del 70% a febbraio.

(Estratto dalla rassegna stampa di eprcomunicazione)