L’estate 2025? Preparate gli ombrelli: secondo il Böögg sarà piovosa
L’estate 2025 sarà bagnata, parola del Böögg. A decretarlo non è un centro meteo ufficiale, bensì un pupazzo di neve riempito di petardi, protagonista assoluto della tradizionale festa zurighese del Sechseläuten. Il verdetto è semplice: più tardi esplode la testa del Böögg, più fredda e piovosa sarà l’estate. E quest’anno ci sono voluti 26 minuti...

L’estate 2025 sarà bagnata, parola del Böögg. A decretarlo non è un centro meteo ufficiale, bensì un pupazzo di neve riempito di petardi, protagonista assoluto della tradizionale festa zurighese del Sechseläuten. Il verdetto è semplice: più tardi esplode la testa del Böögg, più fredda e piovosa sarà l’estate. E quest’anno ci sono voluti 26 minuti e 30 secondi prima del botto finale: una previsione tutt’altro che soleggiata.
La cerimonia, che si tiene ogni aprile a Zurigo, è un evento popolare profondamente radicato nella cultura svizzera. Prima del rogo si svolge una sfilata storica, che coinvolge circa 3.500 membri delle corporazioni zurighesi, accompagnati da carrozze, cavalli e bande musicali. Tra gli ospiti d’onore di quest’anno figuravano diversi consiglieri federali e i rappresentanti del Cantone Zugo, ospite ufficiale dell’edizione 2025.
La tradizione del Böögg affonda le radici nel XVI secolo, anche se la sua forma attuale risale all’Ottocento. Il fantoccio di cotone viene posizionato su una pira alta dieci metri, accesa al sesto rintocco delle campane del Grossmünster, simbolo del passaggio dall’orario invernale a quello estivo. Il Böögg rappresenta l’inverno e vederlo bruciare è un rito propiziatorio per la bella stagione.
Una tradizione da ripensare?
Se dal punto di vista scientifico la correlazione tra tempo di combustione e temperatura estiva è nulla, ciò non ha mai scalfito il fascino della cerimonia. Le condizioni atmosferiche, la qualità della legna e la quantità di accelerante usata sono fattori decisivi per il tempo d’esplosione, rendendo le “previsioni” del Böögg più folkloristiche che meteorologiche.
La festa del Sechseläuten è indubbiamente affascinante e ricca di significato per la città di Zurigo, ma viene da chiedersi se alcune delle sue pratiche siano ancora compatibili con il mondo di oggi che può e deve guardare all’attenzione verso l’ambiente.
Il Böögg, con la sua carica di petardi e fuochi d’artificio, rappresenta una parte scenografica e simbolica della cerimonia. Tuttavia la combustione di materiali sintetici e l’esplosione di petardi rilasciano fumi tossici e sostanze inquinanti nell’atmosfera, contribuendo all’inquinamento locale in un contesto storico in cui l’urgenza climatica non può più essere ignorata. Forse è giunto il momento di chiedersi se questa spettacolarizzazione debba necessariamente passare per la distruzione ambientale.
Un’altra questione etica riguarda la presenza dei cavalli nella sfilata. Farli sfilare tra la folla, il rumore assordante dei petardi e le superfici cittadine potenzialmente scivolose non è privo di rischi per il loro benessere fisico e psicologico. L’uso di cavalli in manifestazioni pubbliche come attrazione folkloristica appare sempre più anacronistico, soprattutto quando esistono alternative moderne e rispettose che mantengono il valore simbolico della tradizione senza ricorrere agli animali come ornamento.
Mantenere viva una tradizione non significa replicarla all’infinito nella sua forma originaria. Al contrario, può voler dire adattarla al presente, integrando una coscienza ecologica e una sensibilità etica più consapevole. L’identità culturale non si perde, ma evolve. Forse anche il Böögg, da simbolo dell’inverno, potrebbe diventare simbolo di un futuro più sostenibile.
Nonostante ciò, l’evento resta amato e atteso: anche durante la pandemia, il rito è stato mantenuto in forma ridotta, e negli anni passati il Böögg è sopravvissuto a venti troppo forti, piogge torrenziali e persino a un rapimento politico. E con i suoi 26 minuti e mezzo quest’anno ci consiglia: ombrello sempre a portata e niente sandali affrettati.
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