Aumento shock della temperatura negli Oceani

L’Oceano sta trattenendo sempre più calore: una minaccia silenziosa Dal 2019, la temperatura della superficie del mare globale ha registrato un’accelerazione preoccupante, aumentando 4,5 volte più velocemente rispetto ai decenni precedenti. Questa tendenza, documentata da diversi enti di ricerca scientifica e da fonti internazionali autorevoli, rappresenta uno dei segnali più allarmanti dell’aggravarsi della crisi climatica […] Aumento shock della temperatura negli Oceani

Mag 1, 2025 - 17:44
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Aumento shock della temperatura negli Oceani
L’Oceano sta trattenendo sempre più calore: una minaccia silenziosa Dal 2019, la temperatura della superficie del mare globale ha registrato un’accelerazione preoccupante, aumentando 4,5 volte più velocemente rispetto ai decenni precedenti. Questa tendenza, documentata da diversi enti di ricerca scientifica e da fonti internazionali autorevoli, rappresenta uno dei segnali più allarmanti dell’aggravarsi della crisi climatica in atto. I dati raccolti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e da altri osservatori climatici globali confermano un quadro inquietante: il riscaldamento degli oceani non è solo costante, ma in rapido peggioramento. Secondo quanto riportato dalla NOAA, l’anno 2023 ha registrato le temperature medie oceaniche più alte mai osservate da quando sono iniziate le misurazioni sistematiche. Il mese di agosto 2023, ad esempio, ha segnato una media record di 21,0 °C della temperatura superficiale marina globale, superando tutti i precedenti record storici. Il report completo è disponibile sul sito ufficiale della NOAA: https://www.ncei.noaa.gov/news/global-climate-202308 Un’accelerazione senza precedenti: i numeri del cambiamento L’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), attraverso il suo servizio Copernicus Climate Change Service (C3S), ha confermato che dal 2019 al 2023 la velocità dell’aumento delle temperature oceaniche è aumentata di circa il 350% rispetto alla media registrata tra il 1982 e il 2018. Il report del Copernicus Annual Climate Report 2023 sottolinea che le anomalie termiche più estreme sono state osservate negli oceani del Nord Atlantico e dell’Oceano Pacifico tropicale, con una crescita termica annuale che ha superato i 0,25 °C in alcune regioni chiave. Puoi consultare il report ufficiale qui: https://climate.copernicus.eu/copernicus-2023-global-climate-highlights Le cause dell’accelerazione: crisi climatica e forzanti multiple L’aumento accelerato delle temperature superficiali oceaniche è riconducibile principalmente a tre fattori concatenati:
  1. L’accumulo persistente di gas serra (soprattutto CO₂ e metano) nell’atmosfera.
  2. Il crollo della riflettività polare (albedo) causato dallo scioglimento dei ghiacci artici e antartici.
  3. Una maggiore frequenza di fenomeni climatici estremi, come El Niño, che nel 2023 ha registrato un’intensità sopra la media, contribuendo all’anomalo riscaldamento del Pacifico tropicale.
Uno studio pubblicato su Nature Climate Change ha evidenziato che oltre il 90% del calore in eccesso prodotto dall’effetto serra viene assorbito dagli oceani, rendendoli un vero e proprio magazzino termico planetario. Il riferimento completo all’articolo è disponibile qui: https://www.nature.com/articles/s41558-022-01429-4 Effetti devastanti sugli ecosistemi marini e sulla vita terrestre Le conseguenze del riscaldamento accelerato degli oceani sono profonde e multifattoriali. In primo luogo, l’acidificazione marina si sta intensificando, provocando danni irreparabili ai coralli tropicali, come la Grande Barriera Corallina australiana, che ha registrato eventi di sbiancamento massivo per cinque anni consecutivi. Inoltre, la redistribuzione termica delle acque sta alterando le correnti oceaniche e modificando gli habitat di numerose specie ittiche, con impatti drastici su pesca e biodiversità. Il report 2023 dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dedica un intero capitolo agli effetti del riscaldamento oceanico, spiegando come il fenomeno stia favorendo l’espansione delle zone morte (hypoxic zones) e aumentando la frequenza di eventi di stratificazione termica, che impediscono la miscelazione dei nutrienti e soffocano la vita marina. Il documento può essere consultato qui: https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr/downloads/report/IPCC_AR6_SYR_SPM.pdf Una minaccia anche per l’equilibrio atmosferico e climatico terrestre L’oceano è il più potente regolatore climatico della Terra, influenzando non solo le temperature ma anche i cicli idrologici e i modelli meteorologici. L’aumento della temperatura della superficie marina contribuisce in maniera diretta alla formazione di cicloni più intensi, con precipitazioni eccezionali e tempeste più distruttive. L’Atlantico del Nord ha già sperimentato una stagione degli uragani fuori scala nel 2023, con ben 20 tempeste nominate, molte delle quali hanno raggiunto la categoria 4 e 5 in tempi record. Secondo la NASA Earth Observatory, i cambiamenti nella temperatura oceanica stanno anche modificando le fasce climatiche globali, spingendo verso nord le zone subtropicali e provocando siccità croniche in alcune aree e piogge torrenziali in altre. L’articolo completo è disponibile su: https://earthobservatory.nasa.gov/features/OceanWarming Tecnologie di monitoraggio: satelliti e boe intelligenti Il monitoraggio costante delle temperature marine è oggi possibile grazie a una rete globale di satelliti climatici e a sistemi come ARGO, una serie di oltre 3.800 boe galleggianti in tutti gli oceani del mondo. Questi strumenti misurano temperatura, salinità e pressione fino a 2.000 metri di profondità, fornendo dati fondamentali per comprendere l’evoluzione termica dell’oceano. Nel 2024, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) ha dichiarato che la quantità di calore immagazzinata negli oceani ha raggiunto un nuovo massimo storico, anche nei livelli più profondi, indicando che il fenomeno non riguarda solo la superficie. La WMO ha sottolineato l’importanza di investimenti pubblici nella scienza del clima, per poter reagire in tempo utile. Il comunicato stampa è consultabile qui: https://public.wmo.int/en/media/press-release/state-of-global-climate-2023 Il ruolo delle attività umane e l’urgenza di una svolta L’aumento delle temperature oceaniche è una diretta conseguenza delle attività antropiche, in particolare l’uso massiccio di combustibili fossili, la deforestazione su larga scala e le pratiche agricole intensive. I modelli previsionali dell’International Energy Agency (IEA) indicano che senza un taglio immediato delle emissioni globali, entro il 2030 la temperatura media della superficie marina potrebbe aumentare di un ulteriore 0,4 °C, aggravando fenomeni come la migrazione climatica e l’insicurezza alimentare. Il rapporto della IEA è disponibile a questo indirizzo: https://www.iea.org/reports/global-energy-review-2023

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