Leone XIV, il lavoro e le tecnologie digitali: come il Papa matematico sta affrontando la sfida dell’AI
Non è certo un Papa tecnologico ma Leone XIV ha un background scientifico che gli dovrebbe permettere di rafforzare la linea di Francesco. E ha subito mostrato grande attenzione per l'AI L'articolo Leone XIV, il lavoro e le tecnologie digitali: come il Papa matematico sta affrontando la sfida dell’AI proviene da Economyup.

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Leone XIV, il lavoro e le tecnologie digitali: come il Papa matematico sta affrontando la sfida dell’AI
Non è certo un Papa tecnologico ma Leone XIV ha un background scientifico che gli dovrebbe permettere di rafforzare la linea di Francesco. E ha subito mostrato grande attenzione per l’AI
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“Responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità”. È la posizione di Papa Leone XIV di fronte al “potenziale immenso” dell’intelligenza artificiale, che ha avuto modo di ribadire in occasione del primo incontro con i giornalisti e gli operatori dei media di tutto il mondo.
L’elezione dell’americano Robert Francis Prevost, segna un momento di potenziale svolta non solo per la Chiesa cattolica, ma anche per il dibattito etico globale attorno a tecnologia, economia e intelligenza artificiale.
La sua formazione in matematica e l’esperienza missionaria in contesti di marginalità sociale non sono dettagli accessori: rappresentano piuttosto i pilastri su cui potrebbe fondarsi una nuova visione del rapporto tra umanità e progresso tecnologico.
Nella sua prima omelia Leone XIV ha messo la tecnologia fra le “altre sicurezze” che si preferiscono alla fede: “Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda per persone deboli e poco intelligenti: contesi in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”.
E nel suo primo incontro con i cardinali, i suoi più stretti collaboratori, ha ricordato che nella scelta del nome Leone XIV c’è anche la volontà di rispondere alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale: “Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII, infatti, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
Con i giornalisti ha ribadito che la responsabilità di affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale con discernimento e responsabilità “riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali”. Quindi, un richiamo a un compito che è anche della Chiesa, delle istituzioni e di ogni leadership prima di tutto.
Le sfide di Papa Leone XIV: dalla Rerum Novarum alla “algoretica”
Il nome Leone XIV richiama esplicitamente Papa Leone XIII, il pontefice che nel 1891 firmò la Rerum Novarum, il primo grande documento della Chiesa sulla questione sociale, in piena era industriale. Oggi come allora, la Chiesa si trova a dover articolare un pensiero in grado di rispondere alle trasformazioni radicali della società: non più legate alla fabbrica o alla proprietà privata, ma all’economia dell’informazione, agli algoritmi e alle piattaforme digitali.
In questo contesto, Papa Francesco ha già posto le fondamenta di una riflessione attenta e critica. Lo ha fatto richiamando l’attenzione sull’intelligenza artificiale come «strumento affascinante e tremendo», capace di trasformare la società, ma anche di disumanizzarla se non guidato da criteri etici forti e condivisi. Da qui l’urgenza di comprendere, discernere, accompagnare.
È in questo solco che Leone XIV sembra destinato a collocarsi, con strumenti intellettuali ancora più adatti al confronto con scienziati, imprenditori e innovatori.
Papa Leone XIV, la formazione scientifica
Robert Prevost, oggi Papa Leone XIV, ha conseguito una laurea in matematica negli Stati Uniti prima di dedicarsi alla vita religiosa e al servizio pastorale in America Latina. È un profilo inedito nel panorama pontificio contemporaneo, che gli consente di dialogare senza complessi con il mondo della ricerca e della tecnologia. Ma ciò che più conta è la sua capacità – già dimostrata in ambito missionario – di declinare queste competenze nel servizio delle persone più vulnerabili.
Non si tratta dunque di un “Papa tecnologico” nel senso più superficiale del termine, ma di un pontefice potenzialmente in grado di orientare l’innovazione verso un’etica della responsabilità e della giustizia. Una prospettiva che non si limita a “contenere i danni” della digitalizzazione, ma mira piuttosto a riformularne i presupposti: non come fine, ma come mezzo per promuovere la dignità umana.
Intelligenza artificiale e giustizia sociale
Il dibattito sull’IA – come dimostrato dai documenti promossi dalla Pontificia Accademia per la Vita, e dal recente intervento di Papa Francesco previsto al G7 del 2024 – è sempre più centrale nel magistero contemporaneo. L’espressione “algoretica”, coniata in ambito ecclesiale, definisce la necessità di un’etica “by design” che accompagni gli sviluppatori e le imprese già nella fase di progettazione di sistemi algoritmici.
Leone XIV, forte del suo background scientifico, potrebbe rafforzare questa impostazione, contribuendo a delineare una proposta concreta per una governance globale dell’intelligenza artificiale. Una proposta che non parta da logiche di potere o da visioni tecnocentriche, ma da un’antropologia centrata sulla relazione, sull’empatia e sulla fraternità.
Tecnologia, lavoro e nuova imprenditoria: un’agenda di cambiamento
Anche sul fronte economico, le attese sono alte. Papa Francesco ha promosso in più occasioni l’idea di una “economia di Francesco”, orientata all’inclusione, alla sostenibilità e al superamento delle disuguaglianze. È lecito aspettarsi che Leone XIV non solo rilanci questi temi, ma li rilegga alla luce dei nuovi paradigmi digitali.
Ha raccontato alla radiotelevisione croata il cardinale Ladislav Nemet, arcivescovo di Belgrado che sedeva accanto a Prevost a canea la sera dopo l’elezione: “Ha detto che siamo dentro una nuova rivoluzione: al tempo di Leone XII era in corso una rivoluzione industriale, ora una rivoluzione digitale. Oggi come ai tempi di Leone XII c’è il problema dei posti di lavoro, perché la digitalizzazione porta a una diminuzione di mano d’opera”.
Le piattaforme, l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno ridefinendo il significato stesso del lavoro e della produzione. In questo contesto, il ruolo della Chiesa – e in particolare del Papa – può essere decisivo nel promuovere una cultura imprenditoriale che non abbia come unico obiettivo il profitto, ma che integri responsabilità sociale, trasparenza e orientamento al bene comune.
Ciò potrebbe tradursi in un’azione concreta anche verso le imprese tech: un invito al dialogo, ma anche alla corresponsabilità, per costruire un’economia digitale che non lasci indietro i più deboli, né sacrifichi il lavoro umano sull’altare dell’efficienza.
Oltre la retorica: una Chiesa protagonista dell’età digitale?
L’elezione di Leone XIV arriva in un momento storico in cui l’intelligenza artificiale generativa, il controllo dei dati personali e la disinformazione automatizzata pongono domande radicali sulla verità, sulla libertà e sulla democrazia. In questo contesto, la Chiesa – spesso percepita come istituzione ancorata al passato – potrebbe sorprendere nel porsi come custode di una saggezza umana profondamente necessaria al tempo dell’algoritmo.
Papa Leone XIV ha tutte le caratteristiche per raccogliere questa sfida. La sua missione sarà quella di fare della Chiesa non un osservatore marginale, ma un attore consapevole e influente del dibattito globale su come guidare la transizione digitale nel rispetto della dignità di ogni persona.
Papa Leone XIV potrebbe incarnare una nuova stagione del pensiero sociale della Chiesa, capace di parlare ai leader dell’innovazione, agli imprenditori, ai giovani sviluppatori e ai policymaker. Un pontificato che, come quello di Leone XIII ai tempi della rivoluzione industriale, offra bussola e visione per affrontare le sfide dell’era digitale. Perché la tecnologia, come ha detto Papa Francesco, non è neutra, e il futuro dipenderà anche da chi ne saprà orientare il cammino.
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