L’ennesima tragedia degli allevamenti intensivi: 3000 agnelli morti asfissiati per un blackout al sistema di ventilazione a causa di un fulmine  

Un drammatico incidente si è verificato nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio nel comune di Saint-Jean-de-Marcel, nel dipartimento francese del Tarn. Durante un violento temporale, un fulmine ha colpito un moderno capannone agricolo destinato all’allevamento ovino, provocando un blackout che ha interrotto il sistema di ventilazione all’interno della struttura. Nel capannone erano...

Mag 13, 2025 - 14:10
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L’ennesima tragedia degli allevamenti intensivi: 3000 agnelli morti asfissiati per un blackout al sistema di ventilazione a causa di un fulmine  

Un drammatico incidente si è verificato nella notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio nel comune di Saint-Jean-de-Marcel, nel dipartimento francese del Tarn. Durante un violento temporale, un fulmine ha colpito un moderno capannone agricolo destinato all’allevamento ovino, provocando un blackout che ha interrotto il sistema di ventilazione all’interno della struttura.

Nel capannone erano ospitati circa 4000 agnelli. Quando gli allevatori sono arrivati la mattina seguente, hanno scoperto una scena devastante: ben 3000 animali erano morti per asfissia, mentre solo 1000 sono sopravvissuti. L’allevamento in questione appartiene alla Ovi Plateau Central, una delle principali aziende del settore ovino nel sud-ovest della Francia.

Il capannone era di recente costruzione

Il direttore generale della società, Grégory Allié, ha dichiarato che l’intero staff è rimasto profondamente colpito dall’accaduto. Il capannone era di recente costruzione ed entrato in funzione da pochi mesi. Gli animali, di razza Lacaune, erano destinati al mercato francese.

Le autorità locali, tra cui la gendarmeria, sono intervenute per regolare il traffico nella zona e agevolare le operazioni di rimozione delle carcasse, che hanno richiesto un imponente sforzo logistico. L’evento ha generato numerose reazioni sui social media, dove in molti si sono interrogati su quanto accaduto e sulla vulnerabilità delle infrastrutture agricole moderne in caso di eventi meteorologici estremi.

Il Servizio dipartimentale d’incendio e di soccorso del Tarn ha riferito che durante la notte sono stati effettuati numerosi interventi per danni da maltempo, ma nessuno così tragico. Nonostante il capannone non abbia preso fuoco – circostanza comune in caso di fulmini su edifici agricoli – l’interruzione dell’energia elettrica è stata fatale per gli animali.

La dura realtà degli allevamenti intensivi

Questo episodio è molto più di un evento tragico e isolato: è il simbolo inquietante delle contraddizioni insite nell’allevamento intensivo. Da un lato, questo modello produttivo è stato concepito per massimizzare l’efficienza e rispondere a una domanda crescente di carne e derivati animali. Dall’altro, espone gli animali a una fragilità strutturale che può trasformare un semplice guasto elettrico in una catastrofe.

Gli animali, in questo sistema, sono spesso ridotti a numeri inseriti in meccanismi industriali altamente automatizzati, dove la sopravvivenza dipende da impianti tecnologici come ventilatori, mangiatoie automatiche e sistemi di illuminazione. Quando questi dispositivi falliscono – per cause tecniche, naturali o umane – l’impatto è immediato e devastante. Non si tratta solo di perdite economiche, ma di vite animali spezzate in modo crudele, come nel caso di questi 3000 agnelli soffocati in poche ore.

L’allevamento intensivo, inoltre, solleva questioni etiche non trascurabili. L’idea di concentrare migliaia di animali in spazi ristretti, privandoli della possibilità di comportamenti naturali, è qualcosa di veramente agghiacciante e lo è ancora di più se pensiamo alla fine orrenda che hanno fatto questi poveri agnelli.

A tutto questo si aggiungono problemi ambientali: le emissioni, il consumo di acqua, l’impatto sul suolo e sulla biodiversità rendono questo modello sostenibile solo nel breve periodo, ma estremamente costoso nel lungo termine per l’intero pianeta. Come consumatori siamo chiamati a una responsabilità collettiva: informarci, scegliere consapevolmente e sostenere pratiche agricole più etiche. La carne a basso costo ha un prezzo nascosto, spesso pagato dagli animali e dall’ambiente.

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