Le prime parole dei neo Papi Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio
AGI - Fino all'elezione di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978, poco tempo dopo l'annuncio "Habemus Papam", l'eletto si affacciava in silenzio e si limitava a impartire la Benedizione Urbi et Orbi non aggiungendo nulla. Il discorso di Giovanni Paolo II Ma quel giorno di metà ottobre, anche se gli era stato raccomandato dal maestro delle cerimonie, monsignor Virgilio Noè di non aggiungere nulla alla formula latina, il neo eletto Karol Wojtyla fece di testa sua, grazie al Cielo. E pronunciò poche bellissime parole che gli attirarono la simpatia di tutta l'opinione pubblica mondiale, manifestando un grande senso dell'umiltà e la consapevolezza dei suoi limiti umani davanti al compito immane a cui era stato chiamato a 58 anni di età, da arcivescovo di Cracovia in Polonia. "Sia lodato Gesù Cristo. Carissimi fratelli e sorelle - disse il neoeletto Papa polacco - siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima". "Non so - aggiunse Wojtyla professandosi davvero molto umile - se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete. E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, e anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli uomini". Il discorso di Benedetto XVI Alla consapevolezza dei propri limiti fece cenno anche Benedetto XVI, che il 19 aprile 2005 fu eletto non certo come un outsider, ma nonostante tutte le previsioni lo segnalassero di gran lunga come il più probabile, evidentemente pensava di non essere eletto tanto da aver indossato un maglione nero sopra la camicia bianca che portava sotto l'abito cardinalizio e che lasciò poi sotto la veste bianca appena indossata nella "Stanza delle lacrime". Così il mondo conobbe il nuovo Papa con un abito più informale, nonostante avesse indossato la mozzetta rossa, che il successore Francesco ha poi mandato in soffitta. "Cari fratelli e sorelle - esordì Joseph Ratzinger appena eletto testimoniando anche lui grande umiltà - dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Signori Cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie". Il discorso di Papa Francesco Ma è con Francesco che il primo incontro del Papa con i fedeli diventa davvero innovativo al di là delle parole, per il gesto di chinare il capo davanti al popolo di Dio che come Pastore, dirà più avanti, non intende "solo guidare e precedere ma anche affiancare e seguire". "Fratelli e sorelle - salutò con grande semplicità Jorge Mario Bergoglio con la semplice veste bianca e una croce pettorale d'argento o di altro metallo ma non d'oro - buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui... Vi ringrazio dell'accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca". Papa Francesco recitò il Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria, poi aggiunse: "E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo - mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente - sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città... Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me". E qui Francesco compì quel gesto significativo di chinare il capo. "Adesso - disse infine - darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Grazie tante dell’accogli

AGI - Fino all'elezione di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978, poco tempo dopo l'annuncio "Habemus Papam", l'eletto si affacciava in silenzio e si limitava a impartire la Benedizione Urbi et Orbi non aggiungendo nulla.
Il discorso di Giovanni Paolo II
Ma quel giorno di metà ottobre, anche se gli era stato raccomandato dal maestro delle cerimonie, monsignor Virgilio Noè di non aggiungere nulla alla formula latina, il neo eletto Karol Wojtyla fece di testa sua, grazie al Cielo. E pronunciò poche bellissime parole che gli attirarono la simpatia di tutta l'opinione pubblica mondiale, manifestando un grande senso dell'umiltà e la consapevolezza dei suoi limiti umani davanti al compito immane a cui era stato chiamato a 58 anni di età, da arcivescovo di Cracovia in Polonia.
"Sia lodato Gesù Cristo. Carissimi fratelli e sorelle - disse il neoeletto Papa polacco - siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana. Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l’ho fatto nello spirito dell’ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima".
"Non so - aggiunse Wojtyla professandosi davvero molto umile - se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete. E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, e anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli uomini".
Il discorso di Benedetto XVI
Alla consapevolezza dei propri limiti fece cenno anche Benedetto XVI, che il 19 aprile 2005 fu eletto non certo come un outsider, ma nonostante tutte le previsioni lo segnalassero di gran lunga come il più probabile, evidentemente pensava di non essere eletto tanto da aver indossato un maglione nero sopra la camicia bianca che portava sotto l'abito cardinalizio e che lasciò poi sotto la veste bianca appena indossata nella "Stanza delle lacrime". Così il mondo conobbe il nuovo Papa con un abito più informale, nonostante avesse indossato la mozzetta rossa, che il successore Francesco ha poi mandato in soffitta.
"Cari fratelli e sorelle - esordì Joseph Ratzinger appena eletto testimoniando anche lui grande umiltà - dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Signori Cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie".
Il discorso di Papa Francesco
Ma è con Francesco che il primo incontro del Papa con i fedeli diventa davvero innovativo al di là delle parole, per il gesto di chinare il capo davanti al popolo di Dio che come Pastore, dirà più avanti, non intende "solo guidare e precedere ma anche affiancare e seguire".
"Fratelli e sorelle - salutò con grande semplicità Jorge Mario Bergoglio con la semplice veste bianca e una croce pettorale d'argento o di altro metallo ma non d'oro - buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui... Vi ringrazio dell'accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca".
Papa Francesco recitò il Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria, poi aggiunse: "E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo - mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente - sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città... Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me".
E qui Francesco compì quel gesto significativo di chinare il capo. "Adesso - disse infine - darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo".