Le note della speranza. Musica in Oncologia per regalare emozioni
Medici e artisti organizzano concerti negli ospedali. E’ la rete dei Donatori. Eventi anche al Santa Maria della Misericordia. Ecco la loro storia.

Medici, primari, musicisti per passione e di professione vanno in giro per i reparti delle Oncologie d’Italia a diffondere la bellezza delle note: sono i “Donatori di Musica“. Tolto il camice bianco, azzerate le barriere tra “malato“ e “sano“ gli artisti prendono in mano i loro strumenti e mettono in piedi dei veri e propri concerti per far centro sulle emozioni. Quelle positive. I Donatori di Musica, in diverse formazioni e a più riprese, sono sbarcati da tempo anche all’ospedale di Perugia. Li supporta la Radioterapia oncologica con la collaborazione dell’associazione di volontariato Nora, presieduta dalla professoressa Cynthia Aristei. Poi c’è l’esperienza del maestro Guido Arbonelli e del Conservatorio Morlacchi, che coordina i vari eventi.
La storia di questa Rete di artisti speciali e tutti volontari la racconta il dottor Maurizio Cantore, già primario dell’Oncologia di Carrara e presidente dei Donatori. "Il progetto è nato quando conobbi nell’estate del 2007 Gianandrea Lodovici, giovane produttore e divulgatore di musica classica. Era ricoverato da noi all’ospedale di Carrara per una grave malattia. Non aveva più progetti, la musica era sparita dalla sua vita, per far posto alle chemioterapie. Mi venne un’idea: creare con il suo aiuto una stagione di concerti nel reparto. Il sogno si è avverato: i Donatori sono diventati maggiorenni e dopo aver regalato musica in circa 20 ospedali italiani con 1.200 concerti, anche Perugia ora può sperimentare la forza di questo progetto innovativo". Il 22 maggio Cantore sarà al Santa Maria della Misericordia con il suo gruppo, gli “Annata 85“, e con l’occasione festeggeranno i 18 anni della formazione. Ne fanno parte tre medici, un professore di musica e uno di economia (Luca Barbi, Pietro Marincola, Marcello Rossi e Sandro Valentini). Canteranno e racconteranno storie vissute nei loro ambiti ospedalieri "Storie – anticipa Cantore – dove il nostro operato ha ribaltato la relazione tra ammalato, familiare, personale sanitario e artista. Un cambiamento anche nel concetto di cura del paziente e di quello dei suoi doveri: il più importante è quello di non trasformarsi nella sua malattia e continuare a guardare alla vita, provando emozioni. Le stesse che proviamo noi, perché il dono è circolarità!".
Silvia Angelici