Le linee guida del riarmo europeo
In data 19 marzo 2025 l’Alto Rappresentante per la politica estera e le politiche di sicurezza dell’UE e la Commissione hanno firmato il Joint White Paper for European Defence Readiness […]

In data 19 marzo 2025 l’Alto Rappresentante per la politica estera e le politiche di sicurezza dell’UE e la Commissione hanno firmato il Joint White Paper for European Defence Readiness 2030, un documento quadro che fissa le linee guida del piano ReArm Europe annunciato il 4 marzo da Ursula Von der Leyen. E’ un documento particolarmente interessante in cui si esplicitano le linee strategiche definite dalla Commissione per la prossima fase in termini di capacità di difesa e di rilancio dell’industria degli armamenti.
Il Joint White Paper è uno scritto che riflette la sola alternativa possibile, armarsi fino ai denti contro i nuovi nemici, Russia, Cina, Corea del Nord, Iran, tenendo conto del disimpegno degli Stati Uniti dal contesto europeo. Traspare un approccio ideologico strutturato e profondamente bellicista che non lascia spazio ad altri strumenti oltre il conflitto armato e che vuole rilanciare l’economia europea producendo armi e arricchendo i soliti noti.
I toni perentori e dogmatici, la smisurata volontà di smuovere investimenti colossali nel comparto della difesa ed il desiderio di semplificazione normativa per togliere lacci e lacciuoli in ambito di commesse militari, infrastrutture e logistica ci mette davanti concretamente al progetto di un futuro di guerra.
Un’attenzione particolare va posta al termine ricorrente duale che esprime l’idea di porre in atto investimenti dedicati ad interventi utilizzabili tanto in ambito civile che militare. E’ il caso dei corridoi veloci che, proposti e sviluppati inizialmente per le merci, si rivelano oggi come duali ovvero pensati anche, e a questo punto soprattutto, per lo spostamento di truppe e mezzi militari all’interno dell’UE in vista di un conflitto su larga scala.
Al posto di termini come capacità belliche, missili, munizioni ci potrebbero essere le parole ospedali, scuole, pensioni, infrastrutture civili e invece tutta questa inedita determinazione da parte dell’UE e la disponibilità all’impiego massiccio di spesa pubblica, dopo anni di Patto di Stabilità ed Austerity, avverrà solo ed esclusivamente per praticare la “strategia del riccio” e armarsi entro il 2030 (un cambio di ..agenda) contro le terribili minacce che si addensano all’orizzonte.
La traduzione di questo documento vuole essere un’arma nelle mani di tutti coloro che non vogliono lavorare per la guerra ma costruire un futuro di pace per il nostro Paese.
Diffondiamolo e facciamolo leggere.
PARTE PRIMA
- INTRODUZIONE
L’Europa sta affrontando una minaccia crescente e acuta. L’unico modo per garantire la pace è essere pronti a dissuadere chi ci vuole fare del male. Abbiamo fondamenta solide, il potenziale per liberare enormi risorse e il nostro potere tecnologico e industriale latente, ma partiamo anche da una posizione in cui la nostra prontezza difensiva è stata indebolita da decenni di sotto-investimento.
Il nostro continente è attualmente colpito dalla guerra, dall’aggressione e da altri atti ostili. L’Unione Europea ha un’immensa ricchezza e potere produttivo, nonché una profonda fede nell’importanza dei valori democratici condivisi da tutti gli Stati membri, ma subisce la coercizione di attori esterni che stanno mobilitando le loro risorse e utilizzando la tecnologia in modo più efficace per raggiungere i loro obiettivi. Stanno minacciando direttamente il nostro stile di vita e la nostra capacità di scegliere il nostro futuro attraverso processi democratici. Credono che politicamente siamo incapaci di invocare una risposta significativa e strategicamente duratura.
L’ordine internazionale sta subendo cambiamenti di una portata che non si vedeva dal 1945. Questi cambiamenti sono particolarmente profondi in Europa a causa del suo ruolo centrale nelle principali sfide geopolitiche dell’ultimo secolo. L’equilibrio politico che è emerso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e poi dalla conclusione della Guerra Fredda è stato gravemente interrotto. Per quanto possiamo rimpiangere quest’era passata, dobbiamo accettare la realtà ovvero che non si tornerà indietro. Mantenere l’ordine internazionale basato sulle regole rimarrà di massima importanza, sia per i nostri interessi sia come espressione dei nostri valori, ma un nuovo ordine internazionale si formerà nella seconda metà di questo decennio e oltre. Se non formiamo questo ordine – nella nostra regione e oltre – saremo passivi destinatari dell’esito di questo periodo di competizione tra Stati, con tutte le conseguenze negative che potrebbero derivarne, inclusa la concreta prospettiva di una guerra su larga scala. La storia non ci perdonerà per l’inazione.
In questo contesto, l’Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale riguardo al suo futuro. Vuole affrontare gli anni a venire cercando di adattarsi in modo incrementale e cauto alle nuove sfide? Oppure vuole decidere il proprio futuro, libera da ogni forma di coercizione e aggressione, assicurandosi che il popolo europeo possa vivere in sicurezza, pace, democrazia e prosperità? Se risponderemo a questo momento di transizione con determinazione, azione collettiva e una strategia chiara, rafforzeremo il nostro posto nel mondo e rinnoveremo le nostre alleanze internazionali su una base più sostenibile. Permetteremo il rinnovamento del progetto europeo e miglioreremo la sicurezza, la prosperità e il benessere dei nostri cittadini. Se invece continueremo sulla stessa strada, finiremo per essere sminuiti, divisi e vulnerabili.
La nostra sicurezza ha beneficiato enormemente sia della NATO che dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, abbiamo lavorato sempre più a stretto contatto per rispondere alle minacce che abbiamo dovuto affrontare. Ma questo non sarà sufficiente per gli anni a venire. L’Europa deve fare molto di più se vuole ripristinare una deterrenza credibile e garantire la sicurezza da cui dipende la nostra prosperità. Questo richiede che tutti gli Stati membri agiscano in solidarietà e investano nella nostra difesa collettiva.
Il futuro dell’Ucraina è fondamentale per il futuro dell’Europa nel suo complesso. Dal 2022, abbiamo assistito ad una guerra ad alta intensità ai confini dell’Unione Europea con centinaia di migliaia di vittime, un enorme spostamento di popolazione, enormi costi economici e la distruzione deliberata di sistemi energetici vitali e del patrimonio culturale. L’esito di quella guerra sarà un fattore determinante nel nostro futuro collettivo per i decenni a venire.
L’Europa affronta altre minacce e sfide di sicurezza in crescita, nella sua regione e oltre. La competizione strategica sta aumentando nel nostro vicinato più ampio, dall’Artico al Baltico, al Medio Oriente e al Nord Africa. Sfide transnazionali come il rapido cambiamento tecnologico, la migrazione e il cambiamento climatico potrebbero mettere enorme pressione sul nostro sistema politico ed economico. Stati autoritari come la Cina cercano sempre più di affermare la loro autorità e il loro controllo sulla nostra economia e società. Alleati e partner tradizionali, come gli Stati Uniti, stanno cambiando il loro focus dall’Europa verso altre regioni del mondo. Questo è qualcosa di cui siamo stati avvertiti più volte, ma ora sta accadendo più velocemente di quanto molti avessero previsto.
È arrivato il momento per l’Europa di riarmarsi. Per sviluppare le capacità necessarie e la prontezza militare per dissuadere credibilmente l’aggressione armata e garantire il nostro futuro, è necessario un enorme aumento della spesa per la difesa europea. Questo deve essere coordinato e diretto in modo più efficace che mai tra gli Stati membri, riflettendo i nostri punti di forza collettivi e affrontando le debolezze derivanti da azioni non coordinate.
Abbiamo bisogno di una base industriale di difesa più forte e più resiliente. Abbiamo bisogno di un ecosistema di innovazione tecnologica per le nostre industrie di difesa che tenga il passo con i cambiamenti nella natura della guerra. Dobbiamo imparare la lezione che ci sta fornendo il conflitto in Ucraina ed estrapolarla ad un possibile conflitto su larga scala nel prossimo futuro. Abbiamo bisogno di un approvvigionamento più veloce ed efficiente. Dobbiamo trovare nuovi modi di collaborare con alleati e partner che condividano gli stessi obiettivi.
Ricostruire la difesa europea richiede, come punto di partenza, un massiccio investimento su un periodo sostenuto. Insieme dobbiamo accelerare il lavoro su tutti i fronti per aumentare urgentemente la prontezza della difesa europea per garantire che l’Europa abbia una postura di difesa forte e sufficiente entro il 2030 al più tardi, aumentando così anche il nostro contributo alla sicurezza transatlantica. Questo Libro Bianco fornisce un quadro per il piano ReArm Europe, programmando un’impennata di investimenti nella difesa europea, che avviene una volta in una generazione e stabilisce i passi necessari per ricostruire la difesa europea, supportare l’Ucraina, affrontare le carenze critiche di capacità e stabilire una solida base industriale di difesa competitiva.
A breve termine, questo Libro Bianco presenta opzioni concrete per la collaborazione tra gli Stati membri per rifornire urgentemente le loro scorte di munizioni, armi ed equipaggiamento militare. Questo è anche essenziale per mantenere e migliorare il supporto militare all’Ucraina. Come sottolineato nel Libro Bianco, il supporto all’Ucraina è il compito immediato e più urgente per la difesa europea. L’Ucraina è attualmente la prima linea della difesa europea e sta resistendo a una guerra di aggressione guidata dalla più grande minaccia alla nostra sicurezza comune.
A medio-lungo termine, il Libro Bianco indica diverse aree critiche di capacità di difesa, dove le lacune sono già state identificate dagli Stati membri nelle iniziative di priorità delle capacità di difesa dell’UE e della NATO. Propone che gli Stati membri uniscano urgentemente i loro sforzi per affrontare queste lacune, anche attraverso un insieme di progetti di difesa di interesse comune europeo, da definire da parte degli Stati membri, che beneficerebbero degli incentivi dell’UE. Il supporto dell’UE allo sviluppo collaborativo delle capacità faciliterà così gli Stati membri dell’UE nella NATO nel raggiungere i loro obiettivi di capacità di difesa più rapidamente ed economicamente oltre che con una maggiore interoperabilità fin dall’inizio. Infine, il Libro Bianco suggerisce direzioni per rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea, stimolando la ricerca e creando un mercato europeo per le attrezzature di difesa.
- UN CONTESTO STRATEGICO IN RAPIDO DETERIORAMENTO
Le minacce alla sicurezza europea stanno proliferando in un modo che rappresenta una minaccia acuta al nostro stile di vita. Anche prima dell’invasione russa in Ucraina nel 2022, c’era una crescente consapevolezza di quanto fosse pericoloso l’ambiente di sicurezza in cui operiamo. Questo ha avuto un impatto anche sul nostro sistema politico e ha avuto effetti negativi sulla crescita economica, poiché le persone temono le conseguenze di una rottura dell’ordine internazionale a causa del comportamento di attori ostili.
In primo luogo, la geografia e la storia dell’Unione Europea la rendono vulnerabile a certi tipi di sfide nel più ampio vicinato europeo. La prossimità al Nord Africa e al Medio Oriente rende l’Europa un ricettacolo sovraccarico generato dalle guerre, dalla migrazione e dagli effetti del cambiamento climatico che hanno colpito queste regioni. A nord, l’Artico sta diventando una nuova arena di competizione geopolitica. Oltre l’Atlantico, gli Stati Uniti, tradizionalmente un forte alleato, sono chiari nel ritenere di essere eccessivamente impegnati in Europa e di dover riequilibrare, riducendo il loro ruolo storico di principale garante della sicurezza.
In secondo luogo, ci sono una vasta gamma di minacce alla sicurezza sempre più interconnesse e in aumento di prevalenza. Queste includono casi di terrorismo ed estremismo violento, attacchi ibridi, le azioni di gruppi di crimine organizzato internazionali e reti di criminali informatici. Le evidenze dei collegamenti tra questi gruppi e attori statali ostili sono in crescita, facilitati dalle nuove tecnologie che facilmente travalicano i confini.
In terzo luogo, uno degli aspetti distintivi di questa nuova era è che queste sfide alla sicurezza sono di natura strategica e richiedono quindi una risposta strategica. Ad esempio, la Russia rappresenta una minaccia strategica maggiore sul campo di battaglia. Ha costretto l’Europa e i nostri partner a confrontarsi con la realtà di una guerra meccanizzata ad alta intensità sul continente europeo su scala che non si vedeva dal 1945. La Russia, già lo stato europeo di gran lunga più armato, ora sta conducendo un’economia di guerra, focalizzata quasi esclusivamente sulla prosecuzione dei suoi obiettivi bellici, basata sulla mobilitazione industriale e sull’innovazione tecnologica.
Nel frattempo, le implicazioni per la sicurezza dell’ascesa della Cina sono altrettanto strategiche. La sfida posta dalla Cina è sistemica, in quanto si basa su un sistema di governo completamente diverso – autoritario e non democratico – rispetto a quello dell’UE. È anche sistemica in quanto è legata all’approccio della Cina al commercio, agli investimenti e alla tecnologia, attraverso i quali cerca di ottenere la supremazia in alcuni casi.
In un’era in cui le minacce stanno proliferando e la competizione sistemica sta aumentando, l’Europa deve rispondere in modo strategico. Questo richiede lo sfruttamento dei punti di forza dell’Unione Europea, ma anche la risoluzione delle aree di debolezza comparativa, come la nostra capacità di impostare una chiara direzione centrale. Se questo non avverrà, l’Europa sarà meno in grado di decidere il proprio futuro e sarà sempre più spinta dai grandi blocchi economici, tecnologici e militari che cercano di ottenere un vantaggio su di lei.
Nel breve periodo, il futuro dell’Europa è determinato dalla lotta in Ucraina. Nel medio-lungo periodo, con l’attuale traiettoria, alcune delle sfide che stiamo affrontando diventeranno ancora più acute. Il resto del mondo è impegnato in una corsa verso la modernizzazione militare e il vantaggio tecnologico ed economico. Questa corsa si sta intensificando e l’Europa non ha ancora definito una risposta pienamente coerente per affrontare la gravità dell’attuale momento.
La Russia continuerà a potenziare la sua economia di guerra, supportata dalla Bielorussia, dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea e dall’Iran. La Russia sta espandendo massicciamente la sua capacità di produzione militare-industriale, con una spesa stimata nel 2024 pari al 40% del bilancio federale russo e fino al 9% del suo PIL (rispetto al 6% nel 2023) per la difesa. Nel 2025, si prevede che la Russia supererà la spesa per la difesa degli Stati membri in termini di parità di potere d’acquisto. Inoltre, la Russia ha chiarito che, secondo la loro percezione, rimane in guerra con l’Occidente. Se alla Russia fosse consentito raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, la sua ambizione territoriale si estenderebbe oltre. La Russia rimarrà una minaccia fondamentale per la sicurezza dell’Europa nel prossimo futuro, compreso il suo atteggiamento nucleare più aggressivo e il posizionamento di armi nucleari in Bielorussia. La Russia sta sfruttando una rete di instabilità sistemica, anche tramite una stretta cooperazione con altri poteri autoritari. Sta costantemente alimentando tensioni e instabilità nel vicinato europeo, sia nei Balcani occidentali, in Georgia, in Moldova o in Armenia, e ha una crescente influenza destabilizzante in Africa.
La Cina è un partner commerciale chiave per l’UE, ma sta aumentando la spesa per la difesa, con una scarsa trasparenza riguardo al suo accumulo di potenziale militare. Ora ha la seconda spesa militare più alta al mondo, superando tutti gli altri paesi dell’Asia orientale messi insieme. Sta rapidamente espandendo le sue capacità militari, comprese quelle nucleari, spaziali e cibernetiche. Questo spostamento sta alterando significativamente l’equilibrio strategico nell’Indo-Pacifico. La modernizzazione militare e industriale della difesa cinese è sia quantitativa che qualitativa. La Cina sta intensificando le sue misure politiche, economiche, militari, cibernetiche e cognitive per costringere Taiwan, restando però al di sotto della soglia di un confronto diretto. Il cambiamento dello status quo di Taiwan potrebbe aumentare il rischio di una grande perturbazione che avrebbe conseguenze economiche e strategiche profonde per l’Europa. Le azioni della Cina nei mari della Cina Orientale e Meridionale stanno inoltre destabilizzando la regione, mentre la sua crescente proiezione militare nel Pacifico Meridionale e nell’Oceano Indiano sta sollevando preoccupazioni tra i partner europei.
Le rivalità geopolitiche alimentano ulteriormente l’instabilità in diverse parti del mondo. Ciò non solo influisce sulla sicurezza europea, ma mette anche a rischio la nostra economia. In Medio Oriente, sia la tregua a Gaza che la caduta del regime di Assad in Siria offrono opportunità per ridurre le tensioni regionali e porre fine alla sofferenza umana. Questo potrebbe anche ridurre l’insicurezza economica ed evitare ripercussioni, anche attorno al Mar Rosso. Il legame diretto dell’Iran con la Russia, le sue ambizioni militari, il suo sostegno alle forze per procura e il suo ruolo nel destabilizzare la regione, continuano a rappresentare una seria preoccupazione per la sicurezza europea. La fragile situazione in Israele/Palestina, Siria e Libano dovrà essere monitorata attentamente per evitare rinnovate tensioni.
I conflitti, l’instabilità e l’estremismo violento crescente in Africa, inclusi Sahel, Libia e Sudan, hanno implicazioni dirette per la sicurezza e l’economia europee e continueranno a generare instabilità.
Le minacce ibride crescenti includono attacchi informatici, sabotaggi, interferenze elettroniche nei sistemi di navigazione globale e satellitari, campagne di disinformazione e spionaggio politico e industriale, nonché la militarizzazione della migrazione. Le attività di sabotaggio nel Mar Baltico e nel Mar Nero sono in aumento. Le attività marittime e il traffico associato, così come le infrastrutture critiche sottomarine, sono minacciati. La libertà di azione dell’Europa nell’aria e nello spazio è anch’essa sempre più minacciata.
Le rivalità geopolitiche non solo hanno portato a una nuova corsa agli armamenti, ma hanno anche provocato una corsa globale alla tecnologia. La tecnologia sarà la caratteristica principale della competizione nel nuovo ambiente geopolitico. Una manciata di tecnologie critiche e fondamentali come IA, quantum, biotecnologie, robotica e regime ipersonico sono input chiave per la crescita economica a lungo termine e per la preminenza militare. Stimolare l’innovazione è fondamentale per questo. Di conseguenza, la diffusione della tecnologia per scopi commerciali deve essere conciliata con ecosistemi tecnologici più rigidi per avanzare negli obiettivi di sicurezza nazionale. I concorrenti strategici dell’UE stanno investendo massicciamente in quest’area.
Lo stesso vale per la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime critiche, fondamentali per la nostra produzione economica e industriale, le capacità di difesa e la competitività. Queste sono sempre più una causa di competizione e conflitti e fanno parte della politica del potere, poiché le dipendenze eccessive possono essere sfruttate. Come esempio, un’escalation delle tensioni nello Stretto di Taiwan potrebbe tagliare l’accesso dell’UE a materiali chiave, tecnologie critiche e componenti.
In un mondo più duro, caratterizzato da geopolitiche iper-competitive e transazionali che si estendono su diversi teatri, l’UE deve essere in grado di rispondere efficacemente a qualsiasi sfida ed essere pronta, anche per le contingenze militari più estreme, come l’aggressione armata.
PARTE SECONDA
- PREPARAZIONE EUROPEA 2030
Considerati i cambiamenti nell’ambiente strategico, è importante per l’Europa sviluppare una capacità di deterrenza sufficiente per prevenire una potenziale guerra di aggressione.
Gli Stati membri manterranno sempre la responsabilità per le proprie forze armate, dalla dottrina al dispiegamento, e per la definizione delle esigenze delle proprie forze armate. Inoltre, l’UE agirà sempre in modo da non pregiudicare il carattere specifico della politica di sicurezza e difesa di alcuni Stati membri, tenendo in considerazione gli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri.
Tuttavia, l’UE può fare molto per supportare e coordinare gli sforzi degli Stati membri per rafforzare la base industriale della difesa e la prontezza complessiva della difesa dell’UE, comprese le contribuzioni europee alla deterrenza e alla difesa collettiva della NATO. Creando le condizioni necessarie per anticipare massicci investimenti nel settore della difesa, fornendo la necessaria prevedibilità all’industria e riducendo la burocrazia, l’UE supporterà gli Stati membri nel raggiungere la piena prontezza entro il 2030.
L’UE integrerà e moltiplicherà gli sforzi individuali degli Stati membri. Indipendentemente dal formato scelto dagli Stati membri, intraprendere progetti collaborativi rafforzerà il coordinamento, generando così economie di scala e migliorando i tempi di consegna. Di conseguenza, questo aumenterà la capacità produttiva dell’industria della difesa europea.
L’UE è portatrice di valore aggiunto nel:
• facilitare una maggiore collaborazione e un’efficienza su larga scala per l’industria della difesa europea nello sviluppo, nella produzione e nel marketing dei sistemi d’arma,
• facilitare efficienze, intercambiabilità e interoperabilità, abbattendo i costi, evitando acquisti competitivi e migliorando il potere d’acquisto per gli Stati membri, contribuendo allo stesso tempo a generare stabilità e prevedibilità con una domanda industriale pluriennale,
• supportare infrastrutture a doppio uso per la mobilità e le comunicazioni spaziali, la navigazione e l’osservazione,
• consentire partnership.
Questo Libro Bianco sarà seguito dalla Strategia dell’Unione per la Preparazione, che definirà un approccio integrato e globale per la preparazione ai conflitti e alle crisi, e dalla Strategia di Sicurezza Interna dell’UE, che fornirà un quadro completo e unificato per prevenire, rilevare e rispondere in modo efficace alle minacce alla sicurezza.
- SUPERAMENTO DEI GAPS
Per dissuadere credibilmente un’aggressione armata straniera e affrontare le conseguenze dell’instabilità e del conflitto, gli Stati membri dell’UE devono possedere le capacità necessarie per svolgere l’intero spettro di missioni militari. Oggi, gli Stati membri soffrono di gravi lacune nelle capacità di difesa che influenzano l’esecuzione di operazioni militari complesse per periodi prolungati. Considerato il rapido deterioramento del contesto geopolitico e l’aumento delle tensioni, l’Europa deve acquisire gli asset necessari in tempi relativamente brevi.
Ricostruire la difesa europea richiede azioni su più fronti, in stretta coordinazione con la NATO. Sono necessari interventi urgenti e investimenti per rifornire le scorte di hardware e attrezzature militari degli Stati membri. In futuro, sviluppare una cooperazione su larga scala a livello pan-europeo per affrontare i gaps critici nelle capacità belliche in aree prioritarie sarà una necessità strategica che richiederà diversi anni per essere realizzata, quindi è ancora più urgente intensificare tali sforzi ora.
Gaps critici di capacità bellica
Colmare i gaps critici nelle capacità belliche richiede:
1) una comprensione condivisa tra gli Stati membri sulle priorità più urgenti per gli investimenti nelle capacità di difesa, alla luce delle recenti indicazioni del Consiglio Europeo;
2) un impegno stabile e a lungo termine per affrontarle;
3) un accordo chiaro tra gli Stati membri sul quadro di governance per ogni tipo di capacità, che può variare da una all’altra;
4) finanziamenti e incentivi dell’UE per aiutare gli Stati membri a mobilitare le risorse di bilancio necessarie e spenderle nel modo più efficiente e mirato.
L’UE già:
• aiuta gli Stati membri a identificare le carenze di capacità di difesa a livello dell’UE e le priorità,
• supporta gli Stati membri nell’avviare nuovi progetti di capacità, a partire dall’armonizzazione dei requisiti. Un esempio di successo è la Flotta di Aerei Multi-ruolo da Rifornimento,
• supporta l’aggregazione della domanda tramite l’acquisto collaborativo, preparando la fase industriale e intraprendendo acquisti congiunti per conto degli Stati membri e su loro richiesta (ad esempio, munizioni da 155 mm per l’Ucraina),
• potenzia la cooperazione tramite la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) per implementare progetti di capacità e difesa operativa.
Richieste di capacità difensive
Sulla base dei gaps nelle capacità di difesa già identificate dagli Stati membri, questo Libro Bianco delinea sette aree prioritarie che sono fondamentali per costruire una difesa europea solida. Le aree di capacità prioritarie sono le seguenti:
Difesa aerea e missilistica: un sistema integrato e multilivello di difesa aerea e missilistica che protegga contro una gamma completa di minacce aeree (missili da crociera, missili balistici e ipersonici, aerei e UAS).
Sistemi di artiglieria: sistemi avanzati di fuoco, inclusi pezzi di artiglieria moderni e missili a lunga gittata progettati per compiere attacchi precisi e a lunga distanza contro obiettivi terrestri (attacco di precisione profonda).
Munizioni e missili: sviluppare un deposito strategico di munizioni, missili e componenti, insieme a una capacità sufficiente di produzione industriale di difesa per garantire il rifornimento tempestivo, basandosi sull’iniziativa del Servizio Europeo per l’Azione Esterna “Ammunition Plan 2.0”.
Droni e sistemi contro-droni: sistemi senza pilota, inclusi veicoli aerei, terrestri, marini e sottomarini, che possono essere controllati a distanza o operare autonomamente utilizzando software e sensori avanzati, e che potenziano le capacità che queste tecnologie abilitano (ad esempio, consapevolezza della situazione, sorveglianza, …).
Mobilità militare: una rete di corridoi terrestri, aeroporti, porti marittimi e servizi di supporto a livello dell’UE che faciliti il trasporto rapido e senza soluzione di continuità di truppe e equipaggiamenti militari in tutta l’UE e nei paesi partner.
Intelligenza artificiale, Quantum, Ciber e Guerra Elettronica: applicazioni difensive che utilizzano l’intelligenza artificiale militare e il calcolo quantistico; sistemi elettronici avanzati a livello dell’UE progettati per
a) proteggere e garantire l’uso senza ostacoli dello spettro elettromagnetico per forze terrestri, aeree, spaziali e navali e operazioni;
b) sopprimere, interrompere e negare l’uso dello spettro elettromagnetico da parte di un avversario;
c) proteggere la libertà di operare nello spazio cibernetico e garantire l’accesso senza ostacoli alle capacità cibernetiche. Sono necessarie capacità cibernetiche difensive e offensive per garantire la protezione e la libertà di manovra nel cyberspazio. È necessario sviluppare insieme agli Stati membri uno schema di supporto volontario per le capacità cibernetiche offensive come deterrenza credibile.
Strumenti strategici e protezione delle infrastrutture critiche: includendo, ma non limitandosi a, velivoli da trasporto strategico e da rifornimento aereo, intelligenza e sorveglianza, consapevolezza del dominio marittimo, uso e protezione dello spazio e di altre risorse sicure di comunicazione e infrastrutture per carburante militare.
Cogliere il “dividendo collaborativo”
Esiste una forte argomentazione per chiudere questi gaps nelle capacità belliche in modo collaborativo. I rapporti Niinistö e Draghi sottolineano che la mancanza di collaborazione ha portato a inefficienze nello sviluppo delle capacità di difesa e ha imposto costi aggiuntivi a tutti gli Stati membri. Di conseguenza, sono state perse opportunità per sfruttare le economie di scala europee per ridurre i costi unitari. La spesa difensiva bassa e frammentata degli Stati membri sull’innovazione ha un impatto negativo sulle tecnologie emergenti dirompenti che sono vitali per le future capacità di difesa.
I gap nelle capacità di difesa possono essere colmati tramite l’acquisizione di abilità per la guerra ad alta intensità in linea con i processi di capacità di difesa dell’UE e della NATO. La scala, il costo e la complessità della maggior parte dei progetti in queste aree vanno oltre la capacità individuale degli Stati membri. Pertanto, un’azione coordinata che beneficia del supporto dell’intero arsenale dell’UE faciliterebbe un’acquisizione a costi contenuti e stimolerebbe l’incremento della capacità industriale della difesa europea, rafforzando la nostra base tecnologica, inclusa l’innovazione tecnologica nella difesa.
L’acquisto collaborativo è il mezzo più efficiente per procurarsi grandi numeri di “consumabili” come munizioni, missili e droni, ma l’acquisto collaborativo è anche fondamentale per realizzare progetti più complessi, poiché l’aggregazione della domanda limita i costi, invia segnali di domanda più chiari ai partecipanti del mercato, riduce i tempi di consegna e garantisce interoperabilità e intercambiabilità. Dal 2007, nell’ambito dell’Agenzia Europea per la Difesa (EDA), gli Stati membri hanno concordato un obiettivo comune del 35% dell’acquisto totale di equipaggiamenti difensivi da realizzare in modo collaborativo. Questo obiettivo è stato ripreso dagli impegni di PESCO, lanciato nel 2017.
Diversi formati e quadri collaborativi sono disponibili per gli Stati membri. Questi formati includono, ma non si limitano a: cooperazione multinazionale ad-hoc, come un quadro collaborativo con una nazione guida o “lead nation”; l’Agenzia Europea per la Difesa, l’Agenzia di Supporto e Acquisti della NATO o l’Organizzazione per la cooperazione sugli armamenti (OCCAR). Se richiesto dagli Stati membri, la Commissione potrebbe anche agire come ente di acquisto centrale per conto degli Stati membri.
Mobilità Militare e Infrastrutture
La mobilità militare è un fattore abilitante essenziale per la sicurezza e la difesa europea e il nostro supporto all’Ucraina. Potenzia la capacità degli Stati membri e delle forze armate alleate di spostare rapidamente truppe e attrezzature attraverso l’UE in caso di conflitto o guerra ibrida intensificata. Ciò dimostrerà la nostra prontezza e deterrenza. Rafforzare la logistica delle forze armate corrisponde anche alla necessità di rendere la nostra economia più connessa e competitiva – un obiettivo perfetto in termini di utilizzo duale. Sebbene siano stati fatti significativi progressi negli ultimi anni, permangono considerevoli ostacoli nel movimento senza intoppi di truppe e attrezzature attraverso l’UE.
La mobilità militare è ostacolata dalla burocrazia, che spesso richiede sia l’autorizzazione diplomatica specifica per i trasporti militari, sia il rispetto delle regole e dei processi amministrativi ordinari. Le attuali procedure non armonizzate, comprese le dogane, spesso causano ritardi significativi nell’emissione delle autorizzazioni per i trasporti transfrontalieri. Per accelerare la deterrenza indipendente dell’Europa e il nostro supporto all’Ucraina, l’UE e gli Stati membri devono semplificare e snellire immediatamente le normative e le procedure, garantendo l’accesso prioritario delle forze armate alle strutture di trasporto, alle reti e agli assetti, anche nel contesto della sicurezza marittima.
Per i loro spostamenti, le forze armate necessitano di accesso alle infrastrutture di trasporto critiche adatte a uno scopo duale. È necessario garantire la disponibilità di tutte le modalità di trasporto e percorsi multipli attraverso l’Unione Europea e connessioni con i Paesi partner. Per questo motivo, l’UE ha identificato quattro corridoi multimodali prioritari (ferrovia, strada, mare e aria) per la mobilità militare, per spostamenti a breve termine e su larga scala di truppe e attrezzature. Questi corridoi necessitano di investimenti urgenti e significativi per facilitare il movimento di truppe e attrezzature militari. All’interno di questi quattro corridoi prioritari, sono già stati identificati 500 progetti “hot-spot” che devono essere urgentemente aggiornati (come l’ampliamento dei tunnel ferroviari, il rafforzamento dei ponti stradali e ferroviari, l’espansione dei terminal portuali e aeroportuali), garantendo la loro sicurezza, manutenzione e riparazione. L’UE e gli Stati membri devono identificare possibili colli di bottiglia immediati e futuri nelle forniture energetiche insieme ai partner rilevanti, in particolare la NATO.
La mobilità militare può essere ulteriormente rafforzata aumentando la disponibilità di assetti di trasporto specializzati e duali in tutte le modalità di trasporto. L’UE può aggiungere valore facilitando l’acquisto congiunto, il pre-contratto di assetti e l’utilizzo di standard di progettazione uniformi per capacità duali e per la difesa e la sicurezza. Il rafforzamento della cooperazione con le industrie dell’UE permetterebbe di aumentare l’offerta di questi assetti critici e di mantenere la posizione di leadership delle aziende europee che offrono tecnologie a uso duale.
La Commissione, in consultazione con l’Alto Rappresentante, esaminerà tutta la legislazione UE esistente che impatta sulla mobilità militare, comprese le regole più rigorose per quanto riguarda la proprietà e il controllo di tali infrastrutture di trasporto critiche, mapperà e aggiornerà le infrastrutture critiche necessarie a uso duale oltre a prendere in considerazione le azioni appropriate per rimuovere gli ostacoli persistenti e garantire l’accesso militare agli assetti di trasporto specializzati. I progetti infrastrutturali a lungo termine a uso duale trarranno anche beneficio da una maggiore prevedibilità finanziaria.
L’UE adotterà una Comunicazione congiunta sulla Mobilità Militare, incluse le necessarie proposte legislative, entro quest’anno.
Protezione delle Frontiere
La difesa di tutte le frontiere terrestri, aeree e marittime dell’UE è importante, in particolare per quanto riguarda la frontiera orientale dell’UE. Il progetto per uno Scudo della Frontiera Orientale è un elemento degno di nota da parte di numerosi Stati membri per affrontare le crescenti sfide in quella regione. Si stabilirebbe un sistema integrato di gestione delle frontiere terrestri, progettato per rafforzare la frontiera esterna dell’UE con la Russia e la Bielorussia contro minacce militari e ibride. Ciò includerebbe un mix completo di barriere fisiche, sviluppo infrastrutturale e moderni sistemi di sorveglianza.
Omnibus della Difesa
La semplificazione e l’armonizzazione normativa devono concentrarsi sia sulle regole e procedure specifiche per il settore della difesa, sia sull’impatto delle politiche e normative dell’UE che non sono specifiche per la difesa, ma che ostacolano la Base Tecnologica e Industriale della Difesa Europea (EDTIB), impedendo una risposta con la massima agilità alle attuali esigenze accentuate.
La Commissione avvierà immediatamente un Dialogo Strategico con l’industria della difesa per discutere le possibili misure in queste aree, identificare gli ostacoli normativi e affrontare le sfide dell’industria della difesa. In questo contesto, la Commissione inviterà l’EDA (European Defence Agency) e lo Stato Maggiore Militare dell’UE a condividere la loro esperienza, come opportuno. Sulla base dei risultati di questo dialogo, la Commissione presenterà una proposta di semplificazione dell’Omnibus della Difesa entro giugno 2025. Questa avrà come obiettivo in particolare:
- aumentare la certificazione incrociata dei prodotti della difesa e facilitare il riconoscimento reciproco della certificazione ove appropriato;
- consentire l’emissione rapida di permessi per la costruzione e per le autorizzazioni ambientali per i progetti industriali della difesa come una priorità di interesse pubblico;
- garantire la disponibilità tempestiva e legale e l’usabilità di tutti i materiali necessari e altri input nella catena di approvvigionamento dell’EDTIB, in particolare per usi essenziali per i quali non sono disponibili sostituti adeguati;
- rimuovere gli ostacoli alla disponibilità di personale militare nei tempi e nei luoghi pertinenti;
- rimuovere gli ostacoli relativi all’accesso ai finanziamenti, inclusi gli investimenti ESG (Environmental, Social, Governance);
- facilitare lo scambio di informazioni riservate e sensibili in condizioni che garantiscano sia la semplicità che la sicurezza nella gestione;
- semplificare i programmi industriali della difesa dell’UE per ridurre i tempi di consegna, semplificare la gestione dei progetti finanziati dall’UE e semplificare il trattamento del cofinanziamento degli Stati membri.
In questo contesto, le direttive dell’UE sugli appalti per la difesa e la sicurezza sensibile e sui trasferimenti intra-UE di prodotti legati alla difesa saranno anch’esse oggetto di semplificazione normativa e armonizzazione. Sulla base della sua revisione a medio termine, l’obiettivo sarà anche semplificare e accelerare le regole e le procedure del Fondo Europeo per la Difesa.
Scorte Strategiche e Pool di Prontezza
L’UE insieme agli Stati membri può supportare la creazione di scorte strategiche e pool di prontezza industriale della difesa. Il Programma per l’Industria della Difesa Europea (EDIP) sosterrà tali sforzi attraverso tre linee di azione. In primo luogo, sostenendo azioni industriali per lo sviluppo di partnership industriali transfrontaliere per coordinare le riserve di prodotti della difesa, componenti e materiali grezzi correlati. In secondo luogo, supportando azioni di approvvigionamento per costruire riserve strategiche di componenti e materiali grezzi rilevanti. In terzo luogo, supportando la creazione di riserve strategiche (o pool di prontezza industriale della difesa) di prodotti della difesa fabbricati nell’UE, situate in posizioni ottimali.
PARTE TERZA
- AUMENTATO SUPPORTO MILITARE ALL’UCRAINA (“Strategia del Riccio”)
Dal febbraio 2022, l’UE e gli Stati membri hanno fornito circa 50 miliardi di euro di supporto militare all’Ucraina, anche tramite il Fondo per la Pace Europeo. Questo supporto è stato cruciale per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. La resistenza dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia è stata straordinaria. Le necessità di difesa dell’Ucraina continueranno ad essere elevate ben oltre qualsiasi cessate il fuoco a breve termine o accordo di pace. L’Ucraina rimarrà in prima linea nella difesa e nella sicurezza europea e rappresenta il teatro chiave per definire il nuovo ordine internazionale, con la sua sicurezza strettamente interconnessa a quella dell’Unione Europea. L’UE e i suoi Stati membri dovranno rafforzare la capacità di difesa e sicurezza dell’Ucraina attraverso una “strategia del riccio”, in modo che essa possa dissuadere eventuali ulteriori attacchi e garantire una pace duratura. È quindi imperativo che l’UE e i suoi Stati membri aumentino urgentemente il loro supporto militare all’Ucraina.
La guerra di aggressione ha messo in evidenza anche l’industria della difesa ucraina, altamente innovativa e in forte crescita, con competenze significative in settori come l’IA e i droni, oltre a una capacità in eccesso in settori chiave. L’atteggiamento positivo e lo spirito imprenditoriale delle giovani e dinamiche aziende ucraine possono fornire impulsi importanti alla competitività dell’Europa e allo sviluppo di capacità difensive europee rafforzate.
Il supporto militare dell’UE all’Ucraina dovrebbe concentrarsi su due priorità che si rafforzano a vicenda:
a. Incrementare il supporto militare dell’UE e altre forme di assistenza all’Ucraina
Come parte delle garanzie di sicurezza a lungo termine e in linea con l’iniziativa dell’Alto Rappresentante sul supporto militare rafforzato all’Ucraina, l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero coprire i seguenti punti:
- La fornitura di munizioni per artiglieria di grosso calibro con un obiettivo minimo di 2 milioni di colpi all’anno. Esiste una necessità critica a breve termine di finanziare completamente le consegne di munizioni all’Ucraina per tutto il 2025, anche attraverso donazioni incentivate da scorte e acquisti. Garantire consegne stabili richiede impegni finanziari ora.
- La fornitura di sistemi di difesa aerea, missili (inclusi quelli per colpi di precisione a lunga distanza) e droni sono priorità condivise dall’Ucraina e dagli Stati membri. Sulla base della Lettera d’Intenti di novembre 2024, in cui 18 Stati membri hanno confermato la loro disponibilità a colmare collettivamente le carenze urgenti di capacità a breve termine acquisendo sistemi di difesa aerea a terra e controsistemi aerei senza pilota, dovrebbe essere lanciata un’iniziativa in due fasi, un’ “Iniziativa per la Difesa Aerea” con l’Ucraina, che comprenda l’acquisto collettivo e il supporto finanziario all’Ucraina per accelerare la produzione di intercettori per sistemi di difesa aerea a breve e medio raggio.
- I droni sono una capacità indispensabile per rimediare all’asimmetria delle risorse militari sul campo. L’UE e i suoi Stati membri dovrebbero continuare a supportare l’acquisto da parte dell’Ucraina di droni e sostenere ulteriormente lo sviluppo della sua capacità di produzione interna, anche tramite joint venture tra le industrie europee e ucraine.
- Gli sforzi dell’UE e degli Stati membri per addestrare, equipaggiare e supportare attivamente la rigenerazione dei battaglioni delle brigate ucraine devono consolidarsi e continuare a evolversi, diventando un elemento essenziale nello sviluppo futuro della capacità militare dell’Ucraina dopo qualsiasi cessate il fuoco. L’EUMAM Ucraina continuerà a offrire formazione oltre i 75.000 beneficiari raggiunti fino ad oggi. Il supporto dedicato e i ricambi dovrebbero essere forniti, il più vicino possibile alle operazioni, per la manutenzione, riparazione e revisione delle attrezzature danneggiate in battaglia, con un miglior adattamento delle attrezzature militari inviate in Ucraina alle realtà sul campo. Allo stesso modo, ci saranno significativi benefici per le truppe europee nell’apprendere dall’esperienza della linea del fronte delle forze ucraine.
- Il supporto diretto all’industria della difesa ucraina è il modo più efficace e conveniente per supportare gli sforzi militari dell’Ucraina, in particolare attraverso ordini di approvvigionamento diretti dall’industria della difesa ucraina da parte degli Stati membri per donazioni all’Ucraina. Si prevede che la capacità produttiva stimata dell’industria della difesa ucraina raggiunga circa 35 miliardi di euro nel 2025. A tal fine, l’Ucraina potrebbe utilizzare il prestito dell’UE che fa parte dell’iniziativa di Accelerazione delle Entrate Straordinarie (ERA) guidata dal G7. La Commissione adotterà tutte le misure necessarie per anticipare i finanziamenti sotto questo strumento, così come nel quadro dell’Ukrainian Facility, per massimizzare il margine di manovra macroeconomico dell’Ucraina. L’anticipo dell’ERA consentirà all’Ucraina di aumentare la spesa per le necessità militari e di dare priorità agli acquisti nelle industrie della difesa ucraine ed europee. Inoltre, il nuovo strumento Security Action for Europe (SAFE) consentirà all’industria della difesa ucraina di partecipare agli acquisti collaborativi alla pari con l’industria dell’UE.
- È necessaria una maggiore mobilità militare per garantire consegne più fluide di assistenza militare. I corridoi di mobilità militare dell’UE dovrebbero estendersi in Ucraina, il che migliorerebbe l’interoperabilità e servirebbe come garanzia di sicurezza aggiuntiva per dissuadere future aggressioni.
- Un accesso migliorato alle risorse e ai servizi spaziali dell’UE potrebbe essere un strumento chiave per migliorare le capacità difensive dell’Ucraina. L’UE dovrebbe proseguire con la richiesta dell’Ucraina di partecipare al Programma Spaziale dell’UE, inclusi l’accesso ai servizi spaziali governativi in materia di posizionamento, navigazione e sincronizzazione, comunicazioni e osservazione della Terra. L’UE dovrebbe anche finanziare l’accesso dell’Ucraina ai servizi forniti da operatori commerciali basati nell’UE, comprese le start-up e le scale-up, in supporto alle esigenze delle Forze Armate ucraine. Questo aiuterà l’Ucraina a migliorare la propria resilienza diversificando le fonti di servizi spaziali. Inoltre, l’UE e i suoi Stati membri dovrebbero cooperare strettamente con l’Ucraina sulla protezione degli asset strategici (ad esempio, le minacce informatiche mirate agli asset spaziali) e invitare l’Ucraina a partecipare al Centro di Analisi della Condivisione delle Informazioni Spaziali dell’UE (ISAC).
Il Clearing House Cell dello Stato Maggiore Militare dell’UE contribuisce già al coordinamento del supporto militare degli Stati membri all’Ucraina, insieme al Gruppo di Contatto per la Difesa Ucraina e all’Assistenza alla Sicurezza e alla Formazione della NATO per l’Ucraina. Per rafforzare tale lavoro e potenziarlo con una maggiore cooperazione industriale tra EDTIB e l’industria della difesa ucraina, l’UE proporrà all’Ucraina di istituire un Gruppo di Lavoro trasversale.
b. Associare l’Ucraina alle iniziative dell’UE per sviluppare capacità difensive e integrare le rispettive industrie della difesa
Gli ultimi tre anni hanno stimolato l’Ucraina a sviluppare rapidamente la propria capacità militare. L’Ucraina sta oggi utilizzando la propria esperienza dalla linea del fronte per adattare e aggiornare continuamente le attrezzature, al punto che l’Ucraina è diventata il laboratorio mondiale per l’innovazione nella difesa e nella tecnologia. Una cooperazione più stretta tra le industrie della difesa ucraine ed europee consentirà il trasferimento diretto di conoscenze su come utilizzare al meglio l’innovazione per raggiungere la superiorità militare sul campo di battaglia, inclusa la capacità di scalare rapidamente la produzione e aggiornare le capacità esistenti.
L’EDTIB rimane tuttavia in prima linea nello sviluppo di sistemi e tecnologie difensive avanzati su larga scala. L’integrazione dell’industria della difesa ucraina nell’EDTIB la aiuterà a crescere, modernizzarsi, consolidarsi e fornire prodotti difensivi convenienti per il mercato globale.
L’adozione rapida del regolamento EDIP è quindi una priorità assoluta. Una volta concordato, aprirà la strada all’integrazione dell’Ucraina nel mercato delle attrezzature difensive europee tramite uno strumento dedicato di Supporto all’Ucraina (USI) e aprendo le attività del programma alla partecipazione dell’Ucraina, in linea con quanto proposto ora per SAFE, sotto le diverse modalità di tale strumento. In questo contesto, l’Ufficio per l’Innovazione della Difesa dell’UE a Kiev potrebbe essere potenziato per espandere la collaborazione industriale della difesa, permettendo all’UE di supportare e trarre vantaggio dall’esperienza bellica dell’Ucraina e incentivare ulteriormente gli investimenti diretti delle aziende dell’UE nel mercato industriale della difesa ucraina. Inoltre, la Commissione e l’Alto Rappresentante raccomandano agli Stati membri di incaricare l’EDA di ampliare la partecipazione dell’Ucraina nelle sue attività, incluso l’Hub per l’Innovazione della Difesa dell’UE. Si dovrebbe anche incoraggiare la partecipazione dell’Ucraina nei progetti PESCO e nelle opportunità collaborative derivanti dalla Revisione Annuale Coordinata sulla Difesa (CARD).
Le interazioni e la cooperazione tra il personale dell’UE, degli Stati membri e dell’Ucraina permetteranno all’Ucraina di trasferire alcune delle proprie esperienze con la guerra ad alta intensità all’UE. Le lezioni apprese supporteranno a loro volta l’identificazione delle future esigenze difensive da parte degli Stati membri.
- UN’INDUSTRIA DELLA DIFESA FORTE E INNOVATIVA IN EUROPA
Il settore industriale della difesa europeo è un prerequisito indispensabile per la prontezza alla difesa e ad una credibile deterrenza. Sebbene alcune aziende di difesa dell’UE siano globalmente competitive, la base industriale dell’UE nel settore Difesa presenta ancora debolezze strutturali. Attualmente, l’industria della difesa europea non è in grado di produrre sistemi e attrezzature di difesa nelle quantità e nei tempi necessari agli Stati membri, resta troppo frammentata, con attori nazionali dominanti che servono principalmente i mercati interni. Il comparto ha sofferto anche di un lungo periodo di sotto-investimento e c’è bisogno di aumentare i nostri investimenti e approvvigionamenti dal settore industriale dell’UE. Per supportare l’industria della difesa a superare queste debolezze, il processo di revisione della direttiva dell’UE sugli appalti sensibili in campo di difesa e sicurezza, previsto per il 2026, terrà conto della raccomandazione del Competitiveness Compass di introdurre una preferenza europea.
Investire nella prontezza alla difesa europea non solo ci garantisce la pace di domani, ma è anche uno stimolo della nostra ambizione di competitività per la produzione europea. Le catene del valore esistenti o le capacità produttive nelle nostre industrie tradizionali – automobilistica, acciaio, alluminio o chimica – possono trovare nuove opportunità riproponendo e fornendo una base industriale della difesa in espansione, mentre nuovi ecosistemi e catene del valore per tecnologie all’avanguardia – come l’IA o l’elettronica avanzata – possono alimentare sia applicazioni civili che militari.
Attraverso politiche mirate, l’UE dovrebbe supportare l’industria della difesa europea in sei direzioni strategiche: a) supportare, rafforzare e promuovere le capacità industriali in tutta l’UE; b) garantire l’approvvigionamento di input critici per l’industria e ridurre le dipendenze; c) costruire un vero mercato europeo per le attrezzature di difesa; d) semplificare le regole esistenti e ridurre la burocrazia; e) potenziare la ricerca e lo sviluppo per favorire l’innovazione; e f) mantenere, attrarre e sviluppare talenti, migliorando le competenze e l’expertise nel settore della difesa.
Domanda aggregata per aumentare la capacità di produzione industriale della difesa
Un aumento massiccio della capacità di produzione industriale della difesa europea è un prerequisito affinché gli Stati membri possano acquisire le capacità critiche che attualmente mancano. Oltre a risolvere i problemi della catena di approvvigionamento e i colli di bottiglia logistici, aumentare le capacità di produzione dipende dal fatto che le aziende abbiano un flusso costante di ordini solidi e pluriennali per indirizzare gli investimenti in ulteriori linee di produzione.
Gli ordini a lungo termine sono il miglior modo per aumentare la prevedibilità per l’industria della difesa europea e fornire i segnali necessari per indirizzare gli investimenti a lungo termine, come dimostrato dal programma di rafforzamento dell’industria della difesa europea tramite l’atto di approvvigionamento comune (EDIRPA). Per supportare questa necessità, l’UE può, da un lato, promuovere una più sistematica aggregazione della domanda degli Stati membri nel quadro dell’EDA per preparare e strutturare gli appalti congiunti su larga scala e basati su contratti pluriennali supportati da strumenti dell’UE. Dall’altro lato, la Commissione e l’EDA possono, in cooperazione con gli Stati membri, rafforzare il dialogo con l’industria per fornire loro prevedibilità e anticipare meglio le loro esigenze aggregate, permettendo a ciascun attore industriale di impegnarsi nella pianificazione della produzione che contribuisca a soddisfare queste esigenze complessive. Questa condivisione dinamica delle informazioni sulla domanda prospettica e l’aumento della produzione consentirebbe anche all’UE di adattare meglio le misure di supporto, incentivare l’approvvigionamento collaborativo e l’espansione industriale.
Inoltre, la disponibilità di attrezzature di difesa europee nei tempi e nei volumi necessari è un prerequisito per una maggiore sicurezza, la riduzione delle dipendenze e l’aumento della competitività della base industriale della difesa europea. In linea con la proposta EDIP, l’UE intende avviare un progetto pilota per creare gradualmente un Meccanismo di Vendite Militari Europeo con l’obiettivo di aumentare la disponibilità e i tempi di consegna dei prodotti di difesa dall’Europa.
Ridurre le dipendenze e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento
Rafforzare la resilienza delle catene del valore della difesa dell’UE è anche fondamentale per la prontezza alla difesa. La Commissione ha istituito l’Osservatorio delle Tecnologie Critiche per le catene del valore spaziali e della difesa per garantire la conoscenza delle rispettive criticità e monitorarle sistematicamente, sviluppando mappe tecnologiche pertinenti.
Nel settore della difesa, l’accesso dell’industria a input critici è un fattore chiave. Quando il mercato europeo dipende da un solo fornitore o da pochi fornitori di beni, servizi o altri input chiave, le politiche e gli investimenti dell’UE dovrebbero rafforzare la sicurezza economica europea minimizzando il potenziale uso politico delle dipendenze o la coercizione economica. Pertanto, con il Dialogo Strategico con l’industria della difesa europea, la Commissione, supportata dall’EDA, mira a identificare chiaramente le materie prime critiche e i componenti chiave (ad esempio, i chip) che sono più critici e le possibili misure per garantire una diversificazione delle fonti di approvvigionamento con il supporto dell’UE.
In parallelo, la creazione di una piattaforma per l’acquisto congiunto di materie prime critiche contribuirà a forniture sicure ed economiche. L’UE supporterà anche lo sviluppo di alternative prodotte in casa per le tecnologie, i componenti e i processi che è necessario controllare (ad esempio, attraverso i progetti EDF o i quadri d’uso duale). Potrebbe cercare e promuovere trasferimenti tecnologici, se necessario, per beneficiare delle tecnologie all’avanguardia e della ricerca di ultima generazione, avviando un impegno a lungo termine per affrontare la questione delle restrizioni imposte sulle tecnologie di paesi terzi.
Creare un vero mercato europeo per le attrezzature di difesa, semplificare e armonizzare le regole
Come dimostrato nel Rapporto Letta, la necessità di un mercato europeo per le attrezzature di difesa è diventata molto più forte e urgente. Gli Stati membri acquistano, rispetto a dieci anni fa, fino a quattro volte più attrezzature, spesso da fornitori non UE. Tuttavia, nessun mercato nazionale di difesa europeo ha la dimensione necessaria per aumentare adeguatamente l’industria della difesa europea.
Gli Stati membri devono poter fare pieno affidamento sull’EDTIB e sulle catene di approvvigionamento della difesa europea, soprattutto in tempi di crisi e conflitto. Ciò significa garantire l’accesso ai prodotti di difesa, ai componenti e ai ricambi attraverso un regime completo di sicurezza dell’approvvigionamento.
Un vero mercato funzionante a livello dell’UE per le attrezzature di difesa sarebbe uno dei più grandi mercati di difesa interni al mondo. Un mercato del genere aiuterebbe a raggiungere obiettivi chiave come la competitività globale, la prontezza e una maggiore scala industriale. Le aziende dell’EDTIB potrebbero avere una presenza industriale della difesa più ampia in tutta l’UE, anche nei Paesi membri più vicini alla minaccia di sicurezza più urgente. Potrebbe anche aumentare le opportunità di mercato tra gli Stati membri attraverso collaborazioni industriali transfrontaliere, fusioni e acquisizioni o start-up, stimolando così più prodotti di difesa realizzati in Europa.
La semplificazione e armonizzazione delle normative deve concentrarsi sulle regole e le procedure per gli appalti di difesa, il trasferimento intra-UE di prodotti correlati alla difesa, il riconoscimento reciproco dei permessi di certificazione nazionali e il rilascio dei permessi. Inoltre, l’impatto delle politiche e delle normative dell’UE non specificamente destinate alla difesa deve essere rivisitato.
Trasformare la difesa attraverso l’innovazione dirompente
Il potenziale di alcune tecnologie per la superiorità nella difesa è una leva importante che deve essere urgentemente rafforzata a livello europeo. Nuove tecnologie stanno cambiando radicalmente la natura della guerra in diversi settori. L’IA, il cloud e il calcolo quantistico, la connettività avanzata e sicura, i sistemi autonomi e le fonti di energia alternative hanno infatti la capacità di sconvolgere e trasformare gli approcci tradizionali alla guerra. Le innovazioni nella tecnologia dei droni stanno già dettando il modo in cui si combattono le battaglie, e il ruolo della robotica è destinato a crescere, con i veicoli autonomi terrestri che prendono il comando nelle operazioni di combattimento iniziali. Queste macchine, capaci di ricognizione, assalti diretti e supporto logistico, stanno già avendo un impatto sui campi di battaglia. I robot militari alimentati dall’IA sono ancora nelle fasi iniziali di sviluppo e c’è ampio margine per l’Europa di eccellere nelle armi robotiche e nel software necessario per alimentarle. Tuttavia, la finestra di opportunità è molto stretta, poiché i concorrenti strategici e i rivali stanno investendo pesantemente in questi settori, così come in segmenti tecnologicamente complessi come i missili ipersonici, le armi a energia diretta, la guerra nei fondali marini e nello spazio.
Gli Stati membri hanno bisogno che l’industria della difesa europea possa progettare, sviluppare, produrre e consegnare questi prodotti e tecnologie più velocemente e su larga scala. Nel contesto di un aumento sostanziale della spesa per la difesa, una quota maggiore deve essere investita nella ricerca e nello sviluppo della difesa e nelle tecnologie, concentrando gli sforzi e le risorse su progetti comuni europei. L’UE dovrebbe sostenere lo sviluppo di nuovi e innovativi processi industriali come la progettazione e produzione distribuita, la produzione additiva e l’uso dell’IA. A questo scopo, potrebbero essere sfruttati il Sistema di Innovazione della Difesa dell’UE (EUDIS) e l’Hub per l’Innovazione della Difesa Europea (HEDI). EUDIS, ad esempio, sviluppato nell’ambito dell’EDF con un budget di 2 miliardi di euro, propone servizi di supporto all’innovazione per singoli enti, incluse le unioni con investitori, partner e utenti finali, e svolge il test e la validazione di prodotti e tecnologie innovative. Con un aumento del finanziamento, l’EDA potrebbe usare HEDI per condurre campagne simultanee di sperimentazione per promuovere rapidamente le soluzioni più innovative e integrarle in capacità esistenti o nuove tramite cicli di sviluppo accelerato. In parallelo, la Commissione finanzia il Fondo di Equità della Difesa dell’EIF, che supporta i fondi di venture capital e private equity che investono in aziende europee che sviluppano tecnologie di difesa innovative con potenziale duale.
Nel campo delle deep tech, la distinzione tra civile e difesa è sfocata. Di conseguenza, le startup civili innovative e i risultati pertinenti di ricerca e innovazione possono svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia che possano migliorare significativamente le capacità militari e migliorare la prontezza operativa. Sebbene l’Europa sia una potenza tecnologica, ciò non si traduce ancora in una capacità di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia per ottenere la superiorità militare. C’è quindi urgenza che l’UE mobiliti la propria capacità complessiva di innovazione e indirizzi significativi investimenti per riconquistare il vantaggio e prevenire la dipendenza tecnologica.
L’UE proporrà una Roadmap Tecnologica per gli Armamenti Europei, sfruttando gli investimenti in capacità tecnologiche avanzate duali a livello UE, nazionale e privato. In una fase iniziale, l’UE si concentrerà su IA e quantum. La Commissione garantirà inoltre che il Consiglio Europeo dell’Innovazione e il previsto TechEU Scale-up Fund investano nelle tecnologie duali.
Le PMI svolgono un ruolo sempre più importante come fornitori agili di tecnologie dirompenti e innovazioni nella comunità della difesa. La Commissione ha quindi adottato misure per sostenere un contributo più attivo delle PMI alla ricerca e innovazione della difesa dell’UE, fornendo chiamate dedicate dell’EDF destinate alle PMI e incoraggiando la loro partecipazione a tutti gli altri progetti. La cooperazione transfrontaliera che coinvolge le PMI è uno dei criteri di assegnazione del programma EDF, e sono previsti bonus finanziari in base al livello di coinvolgimento delle PMI per le azioni di sviluppo. Nelle chiamate EDF del 2023, la partecipazione delle PMI rappresentava circa il 50% del numero totale delle entità, richiedendo il 30% dell’importo totale richiesto dei fondi. Per il periodo 2023-2027 si prevede che l’EDF finanzierà le PMI con fino a 840 milioni di euro. Inoltre, l’EDIP prevederebbe la creazione di un Fondo per Accelerare la Trasformazione della Catena di Fornitura della Difesa (FAST). Questo nuovo strumento finanziario potrebbe generare più di quanto allocato al bilancio dell’iniziativa da EDIP tramite prestiti o investimenti azionari.
L’UE deve mobilitare la propria capacità complessiva di innovazione e indirizzare significativi investimenti per recuperare il vantaggio, evitare di diventare più dipendente tecnologicamente e raccogliere i benefici degli effetti di spillover in altri settori dell’economia. L’Europa è già sede di alcuni nuovi attori tecnologici della difesa innovativi. Per accelerare l’emergere di attori tecnologici europei nella difesa, l’ambiente normativo deve essere più favorevole al rischio. La Commissione intensificherà il dialogo con i nuovi attori della difesa e gli investitori privati per proporre misure di semplificazione normativa e una maggiore disponibilità di capitale di rischio e opportunità commerciali.
Competenze e talenti per innovare
Colmare le lacune nelle capacità belliche implica coprire l’intero ciclo di sviluppo delle capacità nel settore della difesa, dalla ricerca all’acquisizione, fino all’operazione e alla manutenzione. Il successo di questo approccio dipende dalla disponibilità di competenze tecnologiche e di talento innovativo all’interno dell’industria della difesa, inclusi i fornitori della catena di approvvigionamento, dalle PMI ai principali appaltatori. Sebbene il settore della difesa europeo disponga di dipendenti qualificati e specializzati, un ampio ampliamento dell’industria della difesa richiederà che l’industria attragga, formi, impieghi e riqualifichi un numero maggiore di talenti, da tecnici a ingegneri ed esperti specializzati. L’Unione delle Competenze prevede una Garanzia di Competenze per i lavoratori dei settori che stanno attraversando ristrutturazioni o a rischio di disoccupazione, offrendo loro l’opportunità di sviluppare la propria carriera in altri settori, inclusa la difesa. Le competenze avanzate in STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) sono fondamentali per sviluppare capacità di nuova generazione, come sottolineato anche nell’Unione delle Competenze, inclusi in particolare il settore della sicurezza e della difesa.
La rapida e complessa evoluzione delle tecnologie sta creando opportunità per nuovi tipi di lavori e richiede un rinnovamento delle competenze. I dipendenti dell’industria della difesa dovranno elaborare, sfruttare e diffondere efficacemente i dati e sfruttare le nuove tecnologie in nuove aree di capacità come i sistemi autonomi, i sistemi di cybersicurezza, i sistemi di informazione intelligenti o i sistemi di calcolo ad alte prestazioni. L’industria della difesa europea dovrà competere con altri settori per le competenze simili, mentre, allo stesso tempo, la sua espansione creerà opportunità di riqualificazione/aggiornamento per i lavori in esubero di altri settori industriali.
PARTE IV
- UN AUMENTO DELLA SPESA MILITARE
La spesa per la difesa degli Stati membri è aumentata di oltre il 31% dal 2021, raggiungendo il 1,9% del PIL combinato dell’UE, pari a 326 miliardi di euro nel 2024. In particolare, gli investimenti per la difesa hanno raggiunto la cifra senza precedenti di 102 miliardi di euro nel 2024, quasi raddoppiando l’importo speso nel 2021. Tuttavia, a livello complessivo, la spesa europea per la difesa rimane significativamente inferiore a quella degli Stati Uniti e, ancor più preoccupante, a quella della Russia o della Cina. Ricostruire la difesa europea richiederà un investimento massiccio nel lungo periodo, sia pubblico che privato.
Con il Piano ReArm Europe, la Commissione ha identificato cinque pilastri per aumentare urgentemente e in modo significativo la spesa per la difesa europea.
I 5 pilastri aiuteranno a rispondere alle esigenze più immediate e a mitigare le conseguenze di un passato sotto-investimento.
- Un nuovo strumento finanziario dedicato a supportare gli investimenti per la difesa degli Stati membri Data l’urgenza, la Commissione propone una nuova regolamentazione UE ai sensi dell’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea per fornire prestiti agli Stati membri garantiti dal bilancio UE. Con un importo fino a 150 miliardi di euro, lo strumento Security and Action for Europe (SAFE) sosterrà un forte aumento degli investimenti degli Stati membri nelle capacità di difesa dell’Europa, ora e per il prossimo decennio.
SAFE supporterà l’industria della difesa europea attraverso appalti comuni che coinvolgano almeno due paesi, uno dei quali sarà uno Stato membro che riceve assistenza finanziaria SAFE, mentre l’altro può essere un altro Stato membro, uno Stato EFTA (Associazione Europea di Libero Scambio), un membro dello SEE (Spazio Economico Europeo) o l’Ucraina. Questi appalti comuni copriranno le capacità ed i soggetti prioritari identificati dal Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2025. Le capacità più semplici e urgenti, come munizioni o mobilità militare, saranno soggette a condizioni di ammissibilità simili a quelle del programma EDIRPA. Sistemi più complessi e ad alta tecnologia, come l’IA o la difesa aerea, saranno soggetti a condizioni più rigorose, ispirate alle discussioni legislative su EDIP, alla luce dei maggiori requisiti per l’autonomia strategica.
Le allocazioni sono disponibili per tutti gli Stati membri. Saranno basate sulla domanda e supportate da piani industriali nazionali di difesa. Una volta approvati i rispettivi piani e firmato l’accordo di prestito, sarà disponibile un pre-finanziamento.
Lo strumento include disposizioni per incentivare e facilitare ulteriormente gli appalti comuni, come la possibilità di aprire gli accordi quadro esistenti e i contratti a nuovi partner e un’esenzione IVA per gli acquisti finanziati da SAFE. Promuove anche l’uso di standard comuni. Entità e prodotti di altri paesi partner possono essere ammissibili per gli appalti comuni, previo accordo con l’Unione sulle condizioni finanziarie e la sicurezza dell’approvvigionamento. - L’attivazione coordinata della Clausola di Deroga Nazionale del Patto di Stabilità e Crescita La Comunicazione della Commissione su “Accomodare l’aumento della spesa per la difesa all’interno del Patto di Stabilità e Crescita” propone l’attivazione coordinata della Clausola di Deroga Nazionale da parte di tutti gli Stati membri per sbloccare maggiore flessibilità per una maggiore spesa per la difesa. La flessibilità consentirà una deviazione dal percorso di spesa concordato pari all’aumento della spesa per la difesa (inclusi sia gli investimenti che le spese correnti) dal 2021. È prevista una durata di quattro anni (rinnovabile). Grazie a questa flessibilità, gli Stati membri potrebbero mobilitare ulteriori spese per la difesa fino al 1,5% del PIL. Secondo le previsioni di adozione graduale, gli investimenti per la difesa potrebbero raggiungere almeno 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, inclusi gli importi finanziati dai 150 miliardi di euro provenienti da SAFE, che saranno automaticamente ammissibili nell’ambito delle clausole di deroga nazionali.
- Rendere gli strumenti esistenti dell’UE più flessibili per consentire maggiori investimenti per la difesa A breve termine, l’UE può fare di più per sostenere l’urgenza di aumentare gli investimenti per la difesa europea con il bilancio dell’UE.
La politica di coesione già contribuisce alle capacità di difesa e sicurezza. Finanzia investimenti relativi alla sicurezza e alla difesa che contribuiscono allo sviluppo regionale, poiché le industrie della difesa spesso creano ecosistemi di ricerca e sviluppo e industriali che beneficiano le regioni e le comunità europee.
Le autorità nazionali, regionali e locali possono utilizzare volontariamente la revisione a medio termine delle politiche di coesione per destinare fondi all’interno dei loro programmi correnti verso priorità emergenti, inclusi il rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza. Nel contesto della revisione a medio termine dei programmi 2021-2027, la Commissione proporrà la prossima settimana un pacchetto di misure per fornire flessibilità e incentivi in tal senso. Lo sviluppo di un’industria della difesa europea forte e resiliente supporterà la competitività europea e promuoverà lo sviluppo regionale e la crescita economica. - Contributi dalla Banca Europea per gli Investimenti La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha un ruolo chiaro e decisivo nel finanziamento della difesa europea. Il Piano d’Azione della BEI per la Sicurezza e la Difesa è stato un importante primo passo, e la sua attuazione dovrebbe accelerare.
Inoltre, la BEI intende introdurre modifiche per ampliare ulteriormente l’ambito del suo finanziamento per la difesa. Raddoppierà il suo investimento annuale a 2 miliardi di euro, per finanziare progetti come droni, spazio, cyber sicurezza, tecnologie quantistiche, infrastrutture militari e protezione civile. Propone inoltre un ulteriore adeguamento dei criteri di ammissibilità del Gruppo, per garantire che le attività escluse siano definite in modo più preciso e con uno scopo il più limitato possibile per allinearsi alle nuove priorità politiche dell’UE. Infine, proporrà una revisione del suo quadro operativo, sostituendo l’Iniziativa Strategica Europea per la Sicurezza con un obiettivo pubblico trasversale dedicato a contribuire alla pace e alla sicurezza in Europa, con una allocazione finanziaria e di capitale ambiziosa. Questi sono ulteriori passi nella giusta direzione. - Mobilitare il capitale privato Aumentare l’investimento pubblico nella difesa è indispensabile, ma non sarà sufficiente. Le aziende europee, comprese le piccole e medie imprese (PMI) e le medie imprese (Mid-Caps), devono avere un accesso migliore al capitale, compresi gli strumenti di garanzia per ridurre i rischi sugli investimenti, per portare le loro soluzioni su scala industriale e per guidare l’espansione industriale di cui l’Europa ha bisogno. Il settore finanziario mostra un crescente interesse per la difesa. Tuttavia, il settore della difesa rimane un mercato poco servito a causa delle limitazioni nelle politiche di investimento delle istituzioni finanziarie pubbliche e private. L’accesso ai finanziamenti è una preoccupazione principale per il 44% delle PMI della difesa, molto più alto rispetto alle PMI civili. Hanno meno opportunità rispetto agli Stati Uniti o al Regno Unito, e gli investitori statunitensi rappresentano il 60% del totale. L’Unione per il Risparmio e gli Investimenti dovrebbe aiutare a canalizzare ulteriori investimenti privati verso le priorità dell’UE, incluso il settore della difesa. Da sola, potrebbe attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi ogni anno nell’economia europea, aumentando la sua competitività. A tal fine, la Commissione sta presentando una Comunicazione su un’Unione per il Risparmio e gli Investimenti. Il Regolamento della Finanza Sostenibile dell’UE (SFDR) non impedisce il finanziamento del settore della difesa. Tuttavia, sia il settore finanziario che quello della difesa potrebbero beneficiare di ulteriori chiarimenti sull’applicazione del SFDR. La Commissione fornirà i necessari chiarimenti nel contesto della revisione del SFDR, in relazione alla difesa e agli obiettivi di investimento del quadro di sostenibilità.
- Prevedibilità finanziaria La Commissione continuerà a esplorare fonti di finanziamento aggiuntive per la difesa a livello dell’UE e ulteriori elementi e opzioni per aumentare sostanzialmente il finanziamento per la difesa europea e rafforzare l’EDTIB.
Se la domanda da parte degli Stati membri per il finanziamento basato su prestiti supportato dal bilancio UE sotto SAFE dovesse superare l’offerta, la Commissione continuerà a esplorare strumenti innovativi, come quelli relativi al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Dato l’urgenza e la priorità per l’Europa di ricostruire la sua difesa, supportata da una base industriale difensiva competitiva, il prossimo QFP dovrebbe fornire un quadro completo e solido a sostegno della difesa dell’UE. Dovrebbe sostenere investimenti collaborativi più ampi e migliori, dalla ricerca allo sviluppo di sistemi complessi, attraverso la commercializzazione e l’acquisto, con l’obiettivo di aumentare la sovranità tecnologica dell’Europa.
8. MAGGIORE SICUREZZA TRAMITE PARTNERSHIP
Le sfide alla sicurezza spesso hanno implicazioni globali, richiedendo una cooperazione internazionale. La guerra su vasta scala della Russia contro l’Ucraina ha un impatto che va oltre l’Europa. Le minacce ibride e gli attacchi informatici non rispettano i confini. Neppure la sicurezza nello spazio o in mare. L’UE deve quindi lavorare a stretto contatto con organizzazioni internazionali e paesi partner per affrontare efficacemente queste minacce.
La cooperazione con i partner è inoltre fondamentale per affrontare le sfide della difesa europea e dell’industria della difesa europea, incluso il diversificare i fornitori e ridurre le dipendenze. Le ampie partnership dell’UE per la pace, la sicurezza e la difesa sono una fonte chiave di forza e resilienza. L’UE rimane pienamente impegnata a promuovere la cooperazione internazionale e a rafforzare il multilateralismo efficace a tutti i livelli. Amplieremo ulteriormente e raffineremo le nostre partnership mirate con partner bilaterali, regionali e multilaterali in tutto il mondo, in modo reciprocamente vantaggioso, per affrontare una vasta gamma di sfide in materia di sicurezza, inclusi sviluppo delle capacità e innovazione.
L’UE promuoverà un’architettura aperta combinata con una geometria variabile, che consenta la partecipazione di partner affini in progetti e iniziative di difesa cooperativa, come i progetti PESCO, che saranno incoraggiati caso per caso. Questo contribuirà a ridurre le dipendenze eccessive dovute al fatto di fare affidamento solo su uno o pochi fornitori di beni, servizi o altri input chiave, e migliorerà la sicurezza economica europea, sviluppando e promuovendo le capacità di difesa europee e la competitività del mercato delle attrezzature di difesa dell’UE.
La NATO rimane la pietra angolare della difesa collettiva dei suoi membri in Europa. La cooperazione UE-NATO è un pilastro indispensabile per lo sviluppo della dimensione di sicurezza e difesa dell’UE. Gli strumenti unici dell’UE di potere normativo e finanziario aiutano i 23 Stati membri dell’UE nella NATO a raggiungere i loro obiettivi di capacità.
Un forte legame transatlantico rimane cruciale per la difesa dell’Europa. Gli Stati Uniti richiedono che l’Europa si assuma maggiori responsabilità per la propria difesa. Questi sforzi continueranno a basarsi sulla profonda e vasta catena di approvvigionamento transatlantica, che dovrebbe essere reciprocamente vantaggiosa. Il dialogo bilaterale sulla Sicurezza e la Difesa può essere potenziato per rafforzare ulteriormente la cooperazione in settori come la cybersicurezza, la sicurezza marittima e lo spazio, discutere questioni di approvvigionamento e affrontare altre problematiche di interesse comune.
Il Regno Unito è un alleato europeo essenziale con cui la cooperazione in materia di sicurezza e difesa dovrebbe essere potenziata nell’interesse reciproco, a partire da una potenziale partnership in materia di Sicurezza e Difesa. Costruendo sugli accordi solidi esistenti, la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza e difesa può espandersi, spaziando dalla gestione delle crisi esterne alle politiche industriali di difesa.
La Norvegia è un partner a pieno titolo nei programmi di difesa dell’UE grazie al suo contributo al bilancio dell’UE. La recente Partnership per la Sicurezza e la Difesa fornisce un quadro politico completo e strutturato per rafforzare ulteriormente il dialogo e la cooperazione.
La nostra cooperazione con il Canada si è intensificata e dovrebbe essere ulteriormente potenziata, anche per rafforzare la sicurezza transatlantica. Il dialogo bilaterale in materia di Sicurezza e Difesa, così come la prossima Partnership per la Sicurezza e la Difesa, forniscono la base per una cooperazione potenziata in materia di sicurezza e difesa, inclusi iniziative per potenziare la produzione dell’industria della difesa.
L’UE dovrebbe continuare a impegnarsi in modo reciprocamente vantaggioso e cooperare nel campo della sicurezza e della difesa con tutti i paesi europei, di allargamento e vicini (inclusi Albania, Islanda, Montenegro, Repubblica di Moldova, Macedonia del Nord e Svizzera) per promuovere la pace, la sicurezza e la stabilità nel nostro continente e oltre.
La Turchia è un paese candidato all’adesione all’UE e un partner di lunga data nel campo della Politica Comune di Sicurezza e Difesa. L’UE continuerà a impegnarsi in modo costruttivo per sviluppare una partnership vantaggiosa per entrambe le parti su tutte le questioni di interesse comune, basata su un impegno paritario da parte della Turchia per progredire sulla strada della cooperazione su tutte le problematiche importanti per l’UE, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di aprile 2024.
L’UE dovrebbe esplorare anche opportunità di cooperazione industriale per la difesa con i partner dell’Indo-Pacifico, in particolare il Giappone e la Repubblica di Corea con cui sono stati conclusi partenariati per la Sicurezza e la Difesa lo scorso novembre, così come l’Australia e la Nuova Zelanda.
La cooperazione in materia di sicurezza e difesa con l’India si è sviluppata negli ultimi anni, anche attraverso regolari Consultazioni sulla Sicurezza e la Difesa. L’UE e l’India esploreranno ulteriormente una Partnership in materia di Sicurezza e Difesa. L’UE rimane impegnata a mantenere la pace e la sicurezza nella regione indo-pacifica, inclusa la sicurezza marittima, affrontando minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali e salvaguardando le vie di comunicazione marittima, nonché difendendo la libertà di navigazione.
- IL FUTURO DELLA DIFESA EUROPEA
Il contesto geopolitico e il panorama delle minacce in Europa stanno cambiando drasticamente e a una velocità senza precedenti. Dal Vertice di Versailles del marzo 2022, gli Stati membri hanno concordato sulla necessità di assumersi una maggiore responsabilità per la difesa. Sono già stati compiuti diversi passi verso una cooperazione più intensa in materia di difesa. Tuttavia, l’aggravarsi delle minacce che incombono sull’Europa richiede che l’UE resti ferma, unita e agisca con decisione, ambizione e velocità.
Questo Libro Bianco definisce un piano complesso per riarmare l’Europa e rafforzare la sua difesa per affrontare queste minacce, con azioni immediate come:
- Gli Stati membri sono invitati a richiedere l’attivazione della Clausola di Deroga Nazionale entro la fine di aprile.
- Il Consiglio è invitato ad adottare urgentemente il progetto di Regolamento su Sicurezza e Azione per l’Europa (SAFE).
- I co-legislatori sono invitati ad adottare il Programma per l’Industria della Difesa Europea (EDIP) prima dell’estate, compreso lo Strumento di Supporto all’Ucraina (USI).
- I co-legislatori sono invitati a considerare con priorità le modifiche al Fondo di Sviluppo Regionale Europeo che saranno proposte entro la fine di marzo 2025. Dopo la revisione intermedia delle politiche di coesione, le autorità nazionali, regionali e locali potranno volontariamente allocare fondi all’interno dei loro programmi attuali verso priorità emergenti, tra cui il rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza.
- Gli Stati membri sono invitati ad aumentare rapidamente gli acquisti di difesa collaborativa in linea con l’obiettivo di almeno il 40% proposto dalla Strategia per l’Industria della Difesa Europea (EDIS), anche sotto l’egida dello strumento SAFE.
- Gli Stati membri sono invitati a concordare rapidamente una nuova iniziativa di supporto militare ambiziosa per l’Ucraina, inclusi munizioni di artiglieria, difesa aerea e “addestramento e dotazione”.
- La Commissione promuoverà l’integrazione dell’industria della difesa ucraina nel Mercato Unico, sosterrà l’estensione dei corridoi di mobilità militare in Ucraina e esplorerà l’accesso dell’Ucraina ai servizi spaziali governativi dell’UE.
- La Commissione invita il Consiglio di Amministrazione della Banca Europea per gli Investimenti ad aumentare urgentemente il supporto all’industria della difesa europea, riducendo ulteriormente l’elenco delle attività escluse e aumentando il volume dei fondi disponibili.
- La Commissione avvierà immediatamente un Dialogo Strategico con l’industria della difesa, avvalendosi anche dell’expertise dell’EDA o dello Stato Maggiore Militare dell’UE, come opportuno.
- La Commissione presenterà, entro giugno 2025, una proposta di semplificazione Omnibus sulla Difesa.
- L’UE presenterà una Roadmap Tecnologica per gli Armamenti Europei sugli investimenti in capacità tecnologiche avanzate a duplice uso nel 2025.
- La Commissione e l’HR adotteranno, entro la fine del 2025, una comunicazione congiunta sulla Mobilità Militare, accompagnata dalle necessarie proposte legislative.
L’UE è e rimane un progetto di pace. Deve essere in grado di proteggere i suoi cittadini, difendere i suoi interessi e i valori che rappresenta. L’Ucraina merita un continuo supporto militare per difendersi dall’aggressione militare in corso e per garantire che possa difendersi in futuro. Un aumento degli investimenti in difesa avrebbe effetti positivi sull’economia, contribuendo alla competitività, alla creazione di posti di lavoro e all’innovazione in molti settori, dall’aeronautica alla costruzione navale, dall’acciaio allo spazio, dai trasporti all’IA. Se sfruttato correttamente, questo potrebbe portare a un grande passo avanti nella resilienza europea in un mondo dove le minacce sono in aumento.
L’Europa deve fare scelte coraggiose e costruire un’Unione per la Difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso unità e forza. Lo deve ai suoi alleati della NATO, all’Ucraina e, soprattutto, a se stessa, ai cittadini europei e ai valori che rappresenta. L’UE e i suoi Stati membri devono affrontare questa sfida storica.